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Il duomo di Cagliari

appunti di viaggio di

Ottaviano Molteni

 


 

Duomo di Cagliari


Particolare del pulpito realizzato da Maestro Guglielmo (XII sec) per il duomo di Pisa, ma, dopo la conquista della città da parte dei pisani, posto dove ora si trova.

Il Santo Sepolcro
Questo particolare che ho fotografato, tanti anni fa, si trova nel Duomo di Cagliari. Per essere precisi è la sezione che si trova in basso a destra del pulpito. Ricordo che era composto da quattro parti, divise al centro da una grande figura di Madonna, sopra di essa un’aquila – di San Giovanni – e altre decorazioni. In effetti avevo scattato questa foto perché questa lastra di marmo rappresenta qualcosa di atipico per trovarsi in una chiesa.

Nella parte alta si legge – incompleta -

"…tur . stulti . servantes . claustra . sepulchri ………"

……servitori della tranquillità del sepolcro.


Potremmo anche interpretarlo come
“…siano puniti gli incapaci custodi del buio del sepolcro
…”

Quindi la scena si snoda con una serie di soldati pesantemente armati. Il loro equipaggiamento è quello tipico dei normanni (X/XI secolo). Lo stesso presente negli affreschi del San Vincenzo in Galliano di Cantù – sempre X sec.
L’equipaggiamento risulta ricco e abbastanza completo. Quasi questi soldati debbano scendere in battaglia e non certo fare la sentinella ad un sepolcro.
Ricoperti completamente da maglia di ferro, calzari compresi, lungo scudo a goccia, elmo con il paranaso, spada lunga e larga – quindi pesante, da combattimento – e lancia.
L’immagine si presta ad una semplice lettura – almeno in parte.

All’estrema destra, per chi guarda l’immagine, troviamo il primo soldato (carente purtroppo della testa che doveva essere appoggiata allo scudo) che regge con entrambe le mani il proprio scudo infisso nel terreno, in posizione quasi orizzontale, le gambe piegate contro di esso, quasi a sostenerlo nel sonno.

Non risulta armato, se si esclude la lancia che pare piantata per terra ( se non fosse che la punta è rivolta verso l’alto, ben visibile).

Esattamente davanti a lui, simmetricamente, ecco il suo compagno. Qui posizione e gestualità sono diverse. Anch’esso piegato in avanti, il capo ricoperto dall’elmo appoggiato allo scudo, però pare lo abbracci nel suo profondo torpore con il braccio sinistro – che ben si vede protetto dalla maglia metallica – stringe però nella destra l’elsa della sua spada snudata, appoggiata alla terra, forse per sostenersi – ed anche qui la perfezione dell’arma ci permette di comprendere di cosa si tratti.

 

 

E qui si ferma quello che noi possiamo comprendere come qualcosa di normale e ripetitivo.

Qui la rappresentazione scultorea ci dà messaggio di qualcosa di poco consueto.

La scena prende vita: il soldato è sbalzato di peso dal suo posto. Potremmo sentire le sue urla di terrore se fossimo capaci di ascoltare.
Molte le cose strane. Il soldato è spinto verso l’alto da una figura un po’ particolare, ma osserviamo ancora la postura del nostro guerriero.
Viene spinto verso l’alto – quindi è qualcosa uscito da …sotto? -, spaventato, però mette le mani sul terreno per evitare di cadere,le gambe verso l’alto, tanto toccano la cornice, quasi sembra vogliano uscire dal registro, dove si trova imprigionato.
Lo scudo è allacciato alle spalle, la spada nel fodero, quindi in tenuta di marcia. Altrimenti anche lo scudo cadrebbe o volerebbe altrove.
Subito dopo di lui troviamo ancora la lancia infissa nel terreno.

E per concludere l’ultimo soldato visibile nell’immagine: questo proprio con una bella posizione di sonno.
Ginocchio piegato dietro allo scudo, braccio appoggiato allo stesso, gomito piegato e mano aperta a contenere il volto – in effetti la parte alta della nuca, l’elmo – gli occhi chiusi da un sonno profondo.
Altro particolare strano…la bocca sigillata. Da che cosa? Potrebbe essere parte della protezione metallica – si poteva usare anche così -. Oppure ha un altro significato?


L’Essere


Ed eccoci all’immagine riprodotta che tanto semina sgomento. La figura ha caratteristiche e attributi particolari. È un piccolo essere – viste le dimensioni paragonate ai soldati -, ma con una forza notevole. Una testa quadra, munita di grandi corna, occhi scuri – sicuramente di piombo - , naso importante, bocca spalancata con denti aguzzi,quasi un’espressione feroce, furiosa. Il corpo, escludendo la testa che pare più grande, è ben proporzionato; si vede un bel ventre tondo. La parte inferiore è poco chiara – la foto sicuramente – ben si vedono gli attributi, ma le linee a mezza coscia fanno pensare a dei corti pantaloncini. Dietro a lui si intravedono quelle che potremmo identificare come delle ali. Ali luciferine? Le classiche ali di pipistrello? L’arrotondamento non lo dimostrerebbe, ma farebbe pensare ad un altro tipo di ali. La presa è interessante. Serra la mano destra sul braccio del soldato, quasi gli volesse fare perdere il sostegno. E che mano……si intravedono tre dita, ma che dita! Artigli di animale rapace, dotate da unghie possenti. L’altra mano, la sinistra, rimane nascosta nella presa tra il fodero della spada e, forse, il ginocchio del soldato.

Lettura


L’immagine è abbastanza semplice. Ci mostra il Santo Sepolcro, dopo la deposizione del corpo di Gesù. I soldati sono a guardia della tomba affinché nessuno possa trafugare il corpo del Cristo. Ma il sonno ha avuto il sopravvento, i soldati sono crollati, colti dalla stanchezza. Una figura “demoniaca” è presente nell’immagine. Perché? Cosa rappresenta in questo contesto?

 


L’ipotesi e l’immaginazione


Tempo fa - non voglio quantificare esattamente, mentirei, certo qualche anno fa –mostrai l’immagine ( in momenti diversi ) a due tra i sacerdoti più preparati e dotti del mio paese: Don Lino Cerutti e Don Adolfo Asnaghi. La presenza dell’essere con attributi così evidenti e con scarsa comparazione iconografica di esempi simili ha portato a due linee di lettura diverse. La prima molto più “tranquilla” identifica nell’Essere un diavolo furibondo con i soldati –gli esseri umani– che non hanno saputo impedire il trafugamento del corpo di colui che lo ha -ora definitivamente- sconfitto. La seconda, invece, interpreta tutte le immagini presenti, con i loro attributi materiali e le loro posture come un percorso esoterico che racchiudono messaggi e insegnamenti da intuire, leggere e fare propri.
 

 

   
pagina a cura di Lucia Bartoli