GIUFÀ E L'ALBERO DEI SOLDI

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Proposte didattiche: esercizi sul testo per i ragazzi

 

Un giorno Giufà decise di lavorare e fare soldi.
Così provò a portare a spasso i cani, ma si ricordò che era allergico al pelo degli animali, quindi era un lavoro che non poteva svolgere. Poi provò ad aiutare un barbiere, ma fu cacciato subito perché fece danni ai clienti: ad uno insaponò gli occhi invece che le guance, ad un altro tagliò il naso invece che i baffi, ad un altro ancora mise sulle spalle uno zerbino sudicio invece dell’asciugamano.

Andò via dalla bottega a testa bassa, disperando di poter mai lavorare.
Ogni lavoro per lui era stancante e difficile. Si stancava al solo pensiero di cercare un lavoro, così dalla stanchezza si addormentò e al suo risveglio si trovò davanti ad un signore basso e robusto. Giufà gli chiese: ”Chi sei e come ti chiami?” Il signore rispose: ”Sono Flambert, ho un albero dei soldi che a te può servire, ma tu devi darmi qualcosa di costoso in cambio”.

A sentire queste parole Giufà, cercò nelle sue tasche e trovò un temperino, ma a Flambert il temperino non interessava. Giufà trovò in tasca delle biglie colorate, ma anche quelle a Flambert non interessavano proprio. Infine Giufà, temendo di perdere quell’occasione importante disse: ”Se io ti regalo la mia casa, tu mi dai l’albero?” L’uomo pensò fra di sé: ”Ecco un grullo!” Poi disse a Giufà: ”Affare fatto! Va bene, però ricorda che dovrai innaffiarlo ogni giorno“.

Lo accompagnò all’albero e prese possesso della casa. Giufà andò dalla mamma, che era nell’orto e le disse: ”Madre, ho fatto un affare favoloso, diventeremo ricchi: ho venduto la nostra casa per un albero di soldi!” A sentire queste parole, la mamma svenne. Giufà pensò che fosse per la gioia e più tardi provò ad innaffiare l’albero.
Il giorno dopo tornò e si accorse che in quell’albero crescevano soltanto limoni.
 

(Adele Chiappisi)