PIRIPICCHIO E GIOSUE’ Ascolta la fiaba (9'00")
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Tanto tempo fa, in un paese lontano lontano, viveva un bambino che tutti
chiamavano Piripicchio, perché era vivace e piccolino. Girava di qua e di là
senza sosta ed era sempre pronto ad aiutare i suoi genitori e tutti quelli
che conosceva. Nessuno sapeva però, che Piripicchio aveva scoperto cose che
i grandi non sospettavano e gli altri bambini nemmeno. Era così basso di
statura che vedeva tutte le cose più piccole, poteva osservare le piante e i
fiori da vicino, di sotto e di lato e lì c’erano tante creature che solo lui
riusciva a scorgere. Era sempre gentile con tutti e salutava persone,
animali e piante. Un giorno, mentre correva nel bosco per fare ritorno in
paese, si sentì chiamare:
Il ragazzino, incuriosito, dimenticò che doveva portare a donna Cosima l’erba che aveva preso nel bosco per guarire Giacinta, la figlia gravemente malata, e seguì lo gnomo che intanto si era avviato, ed andava veloce … Arrivarono ad grosso castagno ed in mezzo alle radici si apriva un buco, grande abbastanza da farli passare, in cui si infilarono … Giosuè avanti e Piripicchio attaccato a lui. Quasi subito sbucarono in un posto la cui luce abbagliò il ragazzino, che dovette ripararsi gli occhi con il braccio per non restare accecato … Quando i suoi occhi si furono abituati, notò che i colori erano i soliti tre, ma quanto brillavano …! Il giallo risplendeva come tante pagliuzze di sole sfavillanti, il rosso gli sembrò generato da tanti carboni accesi, così erano le foglie di altissimi alberi di cui non si scorgeva la cima, ed il verde poi, era uno spettacolo perché risplendeva come gemme di smeraldo colpite da un raggio di luce. C’erano tanti
gnomi lì, che si davano un gran da fare e correvano da tutte le parti.
Giosuè aspettò che Piripicchio si riprendesse dallo stupore e lo invitò a
seguirlo. Lo condusse lungo un sentiero che attraversava un prato verde
smeraldo fino a quando giunsero ad un ruscello, le cui acque luccicavano
come se in mezzo vi fossero miliardi di stelle, si fermarono nel punto
preciso in cui una cascata formava in basso una polla e l’acqua che scendeva
schizzava da ogni parte, facendo un rumore di campanelli d’argento.
Piripicchio allungò la mano per bagnarla con l’acqua invitante, ne ebbe una
bellissima sensazione di fresco e di serenità ma, quando la ritirò, si
accorse che la sua mano era rimasta perfettamente asciutta! Quale meraviglia
ne ebbe il ragazzino …! Giosuè spiegò che l’acqua del ruscello raccoglieva
tutte le lacrime versate dalle mamme del mondo ed era un’acqua magica,
perché poteva guarire da malattie per le quali nel mondo di sopra, quello
degli uomini, non esistevano medicine. (Sebastiana Schillaci)
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