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Accademia di Fanteria e Cavalleria di Modena e Parma
Scuola di Applicazione  - Diario 1934-1937 - di Giacomo Ferrera

 

I disegni che si trovano

in questa pagina sono stati

eseguiti dall'autore del testo

e rielaborati da Lucia Maria Izzo.

 

 

 

i personaggi

 

 

 

 

 

 

 

bici

 

 

 

 

 

 

 

gallinaccio

 

 

 

 

 

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PRESENTAZIONE DEI PERSONAGGI

Per cominciare, gli allievi del 77º corso siamo noi, trecento o poco più, giovani e forti naturalmente, suddivisi in due compagnie. Diplomati a luglio, ammessi al primo anno dell'Accademia militare di Modena per concorso, fisicamente selezionatissimi, ci troviamo davanti i padreterni del 76º corso che – logicamente - frequentano il secondo anno, e i numi dei 75º i quali, conseguito l'ambitissimo grado di sottotenente allievo, si trovano già a Parma alla Scuola di Applicazione.

Eccoci diventati studenti con le stellette! I nostri compagni di liceo, tranquillamente iscritti all'università, folleggiano, se la spassano e organizzano la festa delle matricole. Noi invece, già immersi nello studio fino agli occhi, passiamo rapidi da un'aula all'altra carichi di fascicoli e di carte variopinte, mentre a voce spiegata gli anziani del secondo anno ci cantano in coro: "tu sei venuto a imparare l'arte di Napoleone!".

Qui l’allievo non ha praticamente alcun grado: ha solo il dovere di guardare per anni la piramide gerarchica dalla base prima di cominciare l’ascesa; ma questa è una situazione da noi scelta e accettata sportivamente. Non sempre però accettiamo le inevitabili storture comuni a ogni sistema, e tantomeno i piccoli personaggi che ce le impongono. Ecco quindi il motivo delle nostre goliardiche manifestazioni di insofferenza; ecco gli spunti per i soprannomi spesso feroci appioppati agli zelatori di ogni struttura o a chi offre il fianco alla critica. Nulla sfugge.

Ma chi è il Gallinaccio? È proprio il capitano che comanda la nostra compagnia. Si dice che ancor giovinetto abbia dovuto interrompere la scuola per correre al fronte e che con i suoi bersaglieri sia piombato con folgore al Piave e al Monfenera, alla stretta di Quero, battendo in velocità gli Austroungarici. Quello il suo brillante passato; questo purtroppo il grigio presente. Egli vuole strafare come allora, ma adesso non ne azzecca una.

E Panzales? Guardate che pancetta marziales! Sarebbe poi questo nostro grande capo, il trascinatore di masse? Ma va a fare le corse in pista e cerca di perdere un po' di lardo!

Tettoia e Cagnara? Sono quei due ufficiali sgangherati che si occupano della mensa e dei servizi: stonano con l'ambiente! Adesso fate largo perché Ciclone arriva di corsa con il mantello svolazzante e con il fragore di un uragano: è il tenente di giornata e viene per dare le novità al capitano Boro Talco che ha il viso rasato e infarinato come un Pierrot.

Chi è Bazèn? E’ quel tenente al quale vanno tutte storte, proprio come all'omonimo maresciallo di Francia. E Maria Cristina? E quell'altro là che sembra una signorina vestita da tenente. Gira e sussurra con voce soave: "lei stia punito!" Non sa fare altro, e perciò non attrae di certo le nostre simpatie.
Orango e il Pinguino? Essi non vengono dai Tropici o dall'Antartide: si tratta di autentici campioni zoologici locali. Robustino Spaccapetti è quel tenente degli alpini con un torace ampio come una caldaia, tutto il contrario di Seghino. E Bombardella? E' quel maggiore più largo che lungo, pacifico come un canonico; difatti, si occupa anche di cannoni e traduce Einstein.

Pappenheim invece sarebbe il comandante delle cavallerie imperiali durante il periodo svedese della guerra dei trent'anni, quello che per errore anticipò l'attacco e che prese secche da Gustavo Adolfo di Svezia a Breitenfeld. Adesso è in cattedra e ci spiega come andò la battaglia.

Ma il Bonzo? È quel capitano là che sembra piovuto dal Tibet. L'Innominato? È il menagramo tutto nero che gira con gli occhiali cerchiati di nero. Ringraziamo Budda, Allah, Confucio, la Trimurti e il Grande Spirito delle Praterie perché non sia capitato a noi. Il Limone? Sarebbe il vice gran capo, "faccia gialluta", arrivato con un ritardo di due secoli. Dura minga!

Anche Ginger, campione di un formalismo esasperato e vuoto, durerà poco. Però, l'abbiamo addosso, ci sta addosso, non dà tregua e non capisce che la sostanza delle cose è ben altra. Il Gatto Malinconico, suo dipendente, come alpino male si adatta a questo terremoto, e il suo viso assume le pieghe più amare.
Il Badalucco è l'unico insegnante di tattica dal quale, sia per tutti ben chiaro, non impariamo un bel niente: chiacchiere, all'italiana. Ma ecco Fior di loto e il Giovin Signore: sono quei due capitani di artiglieria, li vedete? Uno sembra la figlia zitella di un mandarino cinese, l'altro pare uscito dalle pagine del Giorno del Parini, il raffinatone! Questa voce tonante è di Von Moltke, titolare di storia militare, funzionante a figure retoriche. Sentite come predica!

Il Feroce Saladino è quel capitano che assume l'aspetto feroce a titolo puramente gratuito, mentre Balanzone è il medico dal quale nessuno vuole essere curato. Intanto, arriva Cianca Ribelle e trascina una gamba come il classico pirata. E’ il titolare di fortificazione, ed è assistito dal Grillo Sapiente, che sa tutto di tutto. Ecco il tenente Amato, che riesce a mantenere intatto nome cognome fuorché nei casi in cui il Gallinaccio perde la strada: "Amate, Amate! Abbiame sbagliate strade!"

Mon Colonel, titolare di francese, è fine, corretto, distaccato e distinto. Vive la sua materia ancora soffusa di illuminismo. È felice quando rispondiamo: "oui, Mon Colonel!

Ma come mai non sono menzionati gli ottimi comandanti, i valenti istruttori e bravi insegnanti? Perché rientrano nella norma e perché sono inattaccabili, perché non meritano soprannome, ecco. Valli un po’ a capire questi benedetti allievi! Comunque, adesso ci siamo tutti. Attenti! Dal plotone di sinistra, avanti in linea di fianco! Cavalleria: per uno a destra, passo! Trotto di scuola!
 


Aller Anfang ist schwer (Ogni inizio è difficile, proverbio tedesco)
 

INTRODUZIONE
 


...nella quale subito appare il Gallinaccio, nostro comandante di compagnia, che ci riceve e, in pregevole lingua italiota, saluta il nostro arrivo in accademia.

Gallinaccio - porghe il benvenute a tutte quante... Siate orgogliose di essere fante, che derive dal latino fans fantis, che vuol dire andare a piede...
Capo scielte Marzorate! Insegne como si assumo la posizione di attente con il fuccilo...
Sempre sbarbate e belle como il vostro capitane!... Non per timor di pena o speranza di ricompensa, come assegni, cose banali o che so io, ma per intima persuasione della sua intrinseca necessità.
Sempre a poste, inquadrate e tutte quante, como l'aglieve Cole, che a Rubiera si è rotte la sua biciclette, sono tornate a piede e poie si sono presentate di notte al suo capitane... (1)
E chi vuole è così e chi non vuole va fuori, dove ci sono impieghi che si alzano alle 10 del mattine, con poltrone Fraue e riscaldamente... E tutte quante!
Ma io sono convinte e persuase che ogniedune aglieve, quando vogliono fare, fanno e fa magnificamente bbene!

Capo scielte Marzorate dia l'attente! -

(il tutto a prescindere dalla inaugurazione ufficiale fatta da altri in ben altri termini)

 

Giacomo Ferrera

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(1) Nessuno si era accorto che mancavano, il che era indice di tutto un sistema.