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Accademia di Fanteria e Cavalleria di Modena e Parma
Scuola di Applicazione  - Diario 1934-1937 - di Giacomo Ferrera

 

I disegni che si trovano

in questa pagina sono stati

eseguiti dall'autore del testo

e rielaborati da Lucia Izzo

e Maria Concetta Pasquale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Voga, voga! Arranca, arranca!
(F. Redi: Bacco in Toscana)


Capitolo VII: Primavera 1936

A. Scandiano, 15-16 maggio 1936

Ultima marcia di istruzione e grande pacchia. Il Gallinaccio, sulla linea di tiro di Casa Busani, interroga "ognidune aglieve" con nostro grande sollazzo. Registrate in questi giorni frasi quanto mai pregevoli.

Addio, Scandiano! Mi auguro di non rivederti mai più. Tuttavia, non ho alcun rancore verso di te, anche se la presenza del Gallinaccio ha fatto sembrare amaro il periodo trascorso nella rocca di Matteo Maria Boiardo.

Signori e cavalier, che v'adunate
per udire cose dilettose e nuove,
state attenti, quieti ed ascoltate
La bella storia che il mio canto move......

Addio vino bianco, dolciastro spumante, addio profumato lambrusco! Più di una volta ho affogato in voi il mio dolore di cappellone (1) oppresso e di anziano sconsolato. Quante sere tornando all'accantonamento ho visto ondeggiare la torre della Rocca! Allora mi sentivo leggero e, prima di addormentarmi, alzavo un canto con gli amici per cacciare la malinconia. E adesso, Scandiano, addio! Ce ne andiamo. Passiamo da Rubiera e ci fermiamo: c'è un circo che dà spettacolo per noi. Tutto ciò è altamente simbolico: questa strana coincidenza di fatti e di avvenimenti mi dicono che anche noi facciamo parte di un circo e che è tutta una buffonata.

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(1) i cappelloni sono gli studenti del primo anno

B. Il cinematografo

Per quanto appaia strano, arriva fino a noi un bel documentario sulla Germania che si riarma partendo da zero: formidabile! La proiezione, nell'aula magna, rivela cose interessanti. La colonna sonora arieggia un sottofondo di marce militari indubbiamente migliori delle nostre, mentre il commentatore parla e resta sulle generali, dato che non ha capito il fenomeno. Insomma, quelli fanno sul serio: fatta tabula rasa di tutto, accantonate tradizioni ed altre balle, non guardano indietro, ma in avanti, e sono favoriti non tanto da lavorare su basi nuove, quanto da non avere tra i piedi Limone, Panzales e il Gallinaccio.

Il 9 giugno 1936 è finito il corso fotografico, come ha detto argutamente il Gallinaccio, ma è cominciato quello cinematografico. Infatti, è arrivato fresco fresco un regista con tanto di macchina da presa. Per la grande occasione, Limone ci ha fatto vestire chi in uniforme da ginnastica, chi in tenuta di marcia, di scherma ecc., e ciò allo scopo di farci cogliere dall'obiettivo in uno dei nostri consueti atteggiamenti. Quelli del primo anno sono costretti a imitare penose e disordinate fantasie aggressive, mentre Panzales non capisce l'abbassamento di livello. Ora tocca a noi.

Sotto, Joppolo alle parallele e agli anelli! Sotto gli altri, per la ginnastica artistica! Sotto Bulgarelli: cavallo in lungo con sforbiciata, doppia capovolta e arrivo a terra ad angelo con triplo rimbalzo! Gli altri, in pista! A cavallo! Alla palestra alpina! Al palo! Alle corde! Alla gogna! Limone non ha mancato di dare al giramanovella molti consigli, dettati dalla sua profonda conoscenza della tecnica cinematografica. Mi stupisce che il regista si sia allontanato con la macchina da presa ancora intatta perché io, al suo posto, l'avrei spaccata sulla testa di Limone. Non l'ha fatto perché si è accorto di aver trovato in noi comparse ottime, volenterose e gratuite. Mica fesso!

C. Il Mac P 100 - 31 maggio 1936 (2)

Questa bellissima festa non può passare inosservata: molto ci sarebbe da dire se non ci fossero gli esami ormai imminenti a impedirmi di scrivere e di pensare.

Limone ha potuto farci cantare, con sua visibile soddisfazione, più e più canzoni, una più scema dell'altra. Gli invitati sono stati così cortese da non levare né una protesta né un mugolio collettivo. Siccome questa festa è tutta nostra (mancano 100 giorni alla fine del corso, perbacco!), abbiamo dovuto fare molteplici e infiniti esercizi allo scopo di meglio gustarla. Così nessuno di noi La dimenticherà mai.

Bellissima è stata la presentazione coreografica dell'accademia dall'età della pietra fino ai giorni nostri. Hanno poi sfilato innanzi alle autorità le armi della fanteria, cioè le artiglierie contraerei, i cannoni, gli obici e i mortai pesanti e pesanti campali. Questi pezzi erano trainati o spalleggiati da allievi travestiti da trattori o dà quadrupedi. Molti sono deceduti sotto il peso di grosse artiglierie a installazione fissa, ma ciò non è valso a commuovere Limone.

Questa è stata la festa del Mac P 100! Vista nel suo insieme, considerato che gli esami sono imminentissimi, constatato l'immenso tempo perduto per la preparazione, rilevata la cura con cui è stata organizzata ogni cosa, si può senz'altro affermare che nella vita spesso si cerca di darla a bere e di gettare fumo negli occhi ai grulli. Ma queste buffonate si pagano, come cambiali a scadenza.
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(2) E' la festa che si faceva quando mancavano cento giorni alla fine del corso


Giacomo Ferrera