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Accademia di Fanteria e Cavalleria di Modena e Parma
Scuola di Applicazione  - Diario 1934-1937 - di Giacomo Ferrera

 

I disegni che si trovano

in questa pagina sono stati

eseguiti dall'autore del testo

e rielaborati da Teresa Ducci,

Lucia Maria Izzo, Liliana Manconi,

Sebastiana Schillaci

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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GLOSSARIO (1)

 

Affardellamento: complesso di infiniti oggetti, opportunamente sistemati, da portare a spalla anche in combattimento, onde consentire al nemico di avere facilmente ragione di guerrieri impediti e stremati. Si veda anche zaino.

Aglieve o allieve: giovine inesperto, che scelse la carriera delle armi di volontà sua e che finì nella compagnia del Gallinaccio per volontà del destino.

Attenti e riposo: movimenti fatti e ripetuti fino alla nausea quotidianamente, sempre e dovunque, compresa la mensa, escluso solo il gabinetto.

Blocco: parte meccanica di talune armi da fuoco. Il funzionamento veniva appreso clandestinamente durante lo studio libero.

Cappelloni: allievi del primo anno di Accademia, tenuti in soggezione da quelli del secondo anno fino a quando non saltavano fuori Caruso, Baldi, Cappelli, Carrminati e Quadrelli per ridimensionare la cosa.

Carro armato: macchina da guerra già nota agli antichi Egizi, peraltro ignorata o snobbata a causa dei "baluardi di petti" (difesa) e delle "anime oltre l'ostacolo" (attacco).

Cinghie: strisce di cuoio di tessuto per sorreggere gli oggetti più svariati, al fine di rendere l'allievo a guisa di albero di Natale e di impedirne la respirazione e la vita.

Copertone: individuo raccomandato e, come tale, immune da deficienze.

E che so ie: Chiara allusione alle proprie cognizioni.

Fucile: arnese di forma allungata, adibito esclusivamente a rendere gli onori al primo fesso di passaggio nei momenti meno opportuni.

Mak P 100: sigla indicante una festa tradizionale, con perditempo rottura di scatole, riferita alla fine dei corsi che non arrivava mai.

Ogni altre eccetera: riferimento ad argomenti ovvi e perciò non citati dal Gallinaccio.

Ordine chiuso: ragion d'essere di un esercito, secondo Limone e secondo Ginger.

Passerelle di circostanza: invenzioni infernali di Cianca Ribelle, intese a farci prendere i bagni nei corsi d'acqua nel mese di gennaio.

Passerelle volanti: come le precedenti, ma cosiddette perché costruite con cavi volanti. Permettevano di volare direttamente in acqua.

Piolino: minuscola parte meccanica di talune armi da fuoco, mostrato agli allievi al buio e a notevole distanza onde avvolgere il funzionamento nel mistero più cupo.

Pompa: attività di studio soverchia e prolungata, tale da superare i limiti della resistenza umana.

Ponte dei Sospiri: ponte di collegamento tra il palazzo dell'Accademia e la caserma Raimondo Montecuccoli, sede di un campo sportivo, di una palestra alpina, delle aule di interrogazione e di altre delizie.

Quacchecccosa: il "quid" dei latini.

Quota pipistrello: il sottotetto del palazzo dell'Accademia, dove erano le celle di punizione, sempre affollatissime.

Tutte quante: l' "omnia" dei latini. Erano ordini e comandi non impartiti dal Gallinaccio in quanto, di per sé, chiarissimi ed evidenti.

Zaino: i contenitori di oggetti perlopiù inutili, portato a spalla per anni interi allo scopo di fiaccare la persona e la volontà anche e specialmente in combattimento, onde permettere al nemico di catturarci agevolmente con 1 litro di benzina e con una pipata di tabacco. Si veda anche affardellamento.


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(1) comprendente anche alcune voci edizioni della lingua italiota

 

Giacomo Ferrera