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Prigionia in Africa (1943-1945) - di Giacomo Ferrera

 

 I disegni che si trovano

in questa pagina sono stati

eseguiti da  Liliana Manconi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo IX: Dati, eventi, riflessioni

25 luglio 1943

S. Giacomo apostolo. "Ultimo quarto lunare ancora caldo ma salubre. Le Leònidi saranno molto copiose. Ecco un terno per voi: 14 41 88" (dall'almanacco, che non precisa però sul quale ruota giocare). L'altoparlante annunciò la caduta del fascismo. Chi si trovò in grave imbarazzo fu il tenente dei carabinieri, che da tempo aveva elaborato due distinti elenchi: i buoni, di sicura fede politica, e i cattivi, nei quali la fede nella immancabile vittoria era piuttosto vacillante e quella nel regime di allora era da tempo crollata. Che fare? Semplice: si cambia il titolo agli elenchi, ed egli così fece. Invertendo l'ordine dei fattori, il prodotto non cambia. Chi di noi era fascista convinto, tale rimase e diede se non altro una dimostrazione di coerenza. Gli inglesi, per evitare che insorgessero liti e baruffe, riunirono tutti fascisti dichiarati o presunti tali e li spedirono al campo 305 con il nostro stesso trattamento. Qualcosa di simile fecero poi con i tedeschi nel successivo anno 1944, dopo il fallito attentato a Hitler. Parve che fra loro ci fosse scappato qualche morto... sempre esagerati!

Mercoledì 8 settembre 1943

Natività di Maria Vergine. "Evitate l'aria della notte. I colossi pagano il figlio della loro superbia" (così l'almanacco). La radio annuncia la pubblicazione dell'armistizio. Una cappa di piombo scese sul campo: non si sentì un suono, non si udì una voce. Ognuno si ritirò nel suo cantuccio a meditare a testa bassa; la sede del governo si trasferì a Brindisi.

Martedì 14 settembre 1943

San Callisto Papa. L'altoparlante trasmise in italiano un proclama da radio Bari: i tedeschi erano diventati nemici, gli angloamericani dovevano essere considerati amici. Sembrava un po' la storia del tenente dei carabinieri che aveva cambiato il titolo agli elenchi dei buoni e cattivi. Da quel giorno in poi la radio del governo del sud trasmise notiziari, comizi di partito, discorsi di uomini politici nuovi, ma tutti quei chiacchieroni crearono una bella confusione. Emersero strani personaggi, di professione fuoriusciti, alcuni giunti da Mosca per eseguire gli ordini dei soviet e per predicare il nuovo verbo. Tutti animati da vecchi rancori, tutti all'arrembaggio per la bella preda. Pensierino notturno largamente condiviso da molti: una delle cose buone fatte dal fascismo fu quella di liberarci dagli arruffapopoli e di mandarli in villeggiatura nelle nostre belle isolette o fare un po' di turismo all'estero. Ci fossero rimasti! Unica nota seria: una parodia del solito spiritoso:
- Qui radio Beri. Siamo trasmesse lu segnale orarie delle ore treddici e quacche cosa!

Mercoledì 29 settembre 1943

San Michele Arcangelo. "Turbini d'aere prodotti da Marte" (seguono i numeri del lotto. Dall'almanacco). A Malta, firma del lungo armistizio. Seguì la dichiarazione di guerra alla Germania e la cobelligeranza con gli alleati. Ma noi sempre qui.

Considerazioni sul fascismo.

Il fascismo fu un fenomeno politico che vidi sorgere quando ero bambino, affermarsi quando ero prima studente e poi militare, cadere per autodistruzione quando ero fuori dall'Italia. I fattori che concorso alla formazione del fascismo furono due: il socialbolscevismo del primo dopoguerra, con le sue intemperanze e con i suoi scioperi paralizzanti; i politici al governo, indecisi e inconcludenti.

Nel primo travagliato dopoguerra La gente attendeva provvedimenti che non arrivavano e decisioni che non venivano prese; era stanca dei continui disordini chiedeva di essere governata. I combattenti che tornavano dal fronte non gradivano di essere offesi o aggrediti o ammazzati dai "rossi", tanto più che in queste cose ci sapevano fare un po' meglio di loro quindi: ad ogni azione segue una reazione eguale e di senso contrario. Così i testi di fisica.

Quando il fascismo andò al potere, prese più decisioni in un giorno di quante chiacchiere agli altri facessero in un anno, quindi si affermò perché affrontava risolveva problemi, sia pure con sistemi dittatoriali; si affermò perché aveva una precisa funzione storica. Se così avvenne in Italia, altrettanto accadde in Germania con Hitler, in Belgio con Degrelle, in Ungheria con Horty, in Romania con Antonescu, in Portogallo con Salazar, in Turchia con Kemal Ataturk, in Austria con Dollfuss... e si potrebbe continuare. Ma quante bieche dittature! E tuttavia quanti illustri ammiratori del nostro sistema politico: Mosley, Churchill, Laval... e quanti imitatori in epoca successiva: Franco in Spagna, Peron in Argentina... da notare che tutte queste dittature erano da considerare "bieche" meno una: quella di Stalin in Russia.

Ma negli ultimi anni '30 il fascismo esaurì la sua funzione e degenerò fino a deludere. Perciò molti se ne staccarono disgustati. Chi non cambio idea furono i nostri colleghi del campo 305: fascisti erano e tali rimasero. Stranamente, lo stesso avvenne fra i nostri prigionieri negli Stati Uniti; noi non lo sapevamo. Rimasero di sentimenti fascisti gli italiani all'estero, nonostante la caduta del regime. Come mai? il fenomeno, la cui analisi dovrebbe essere approfondita, resta ancora oggi quasi sconosciuto. Ma io ero là, ho parlato con loro, io ho visti tornare in Italia scacciati come cani. Mi dissero che la nostra diplomazia, nel periodo fascista, era attivissima in tutto il mondo, sempre pronta a tutelare gli italiani: guai a toccarne uno! Sarebbero state complicazioni a non finire; gli italiani all'estero si sentivano tutelati, rispettati, ed erano fieri della loro nazione d'origine. Quando alla dittatura subentrò una democrazia come la nostra, le direttive cambiarono e la diplomazia dovette adeguarsi: a una condotta dignitosa e forte seguì un comportamento da calabraghe e gli italiani all'estero pagarono duramente. In Egitto furono rinchiusi nei campi di internamento, i loro beni furono confiscati. Quotidianamente e per anni la gazzetta egiziana dei suoi annunci economici pubblicò le messe all'asta dei beni italiani, specialmente di quelli della Fiat che dovevano essere infiniti.

Ma erano proprio fascisti? i profughi giuliani lo erano pur loro? No: era gente che voleva rispetto e ordine.

Ultimo punto: la scelta delle alleanze e l'entrata in guerra, di cui tanto si discute. Ma nessuno mostra di conoscere che i grandi conflitti che decidono le sorti dell'Europa si concludono fatalmente sul Reno e nella pianura padana, come ci spiegò il professor Vitale  al liceo e come che confermarono gli insegnanti di storia geografia militare alle accademie, e così puntualmente avvenne. Noi saremmo stati comunque coinvolti e "macinati", a prescindere dalle scelte o dalle decisioni storiche annunciate dal solito balcone di palazzo Venezia

Le statistiche

A prescindere dalle operazioni di guerra in corso, armistizio eccetera, gli inglesi non persero occasione per elencarci, classificarci e analizzarci sotto ogni profilo. Sull'attendibilità dei dati ottenuti nutro ancora oggi i dubbi più fondati.

Un giorno fummo radunati: seduti, prego! A ognuno furono distribuiti alcuni foglietti contenenti una serie di quesiti e per ogni quesito una serie di risposte: una giusta, l'altra quasi, l'altra sbagliata, l'altra sbagliatissima e così via. Riempire i quadratini corrispondenti alla risposta ritenuta giusta tracciando una croce. Erano i quiz, una novità per noi, e nel caso in esame servivano per misurare l'intelligenza. I soliti ottimisti si impegnarono a fondo sperando in un imminente rimpatrio, chissà perché. Gli altri si sottoposero alla prova per la novità della cosa; altri infine si divertirono a cercare con somma cura le risposte più illogiche. Il risultato complessivo fu desolante: nessun popolo della terra aveva un livello di intelligenza così basso. Uno dei delusi per il mancato rimpatrio affisse sul giornale murale una bella poesiola che terminava così:

ti affanni, fai la croce al quadratino,
non parti e passi pure per cretino
.

Un'altra statistica piuttosto curiosa fu quella di conoscere la percentuale di omosessuali: proprio così! A tal fine furono convocati i nostri medici, i quali poi si riunirono per consultarsi. I dati potevano essere ottenuti facilmente, perché si conviveva in molti in uno spazio ristretto e controllato. Risultava che forse uno c'era: dispiace dirlo, si trattava del cappellano, che disponeva di una certa libertà di movimento. Ma sarà stato vero o no? era un tipo un po' strano, tutto giulivo quando passava in mezzo a quei maschioni, piuttosto lezioso. Correva qualche voce, ma nessuno ci faceva gran caso dato che in fin dei conti erano faccende sue personali, strettamente personali però... un giorno arrivò  un alto prelato dal Cairo, se lo portò via e non lo si vide più. Quanto a noi, si viveva nel ricordo struggente di una sposa lontana, di una dolce fanciulla, magari anche più d'una che salutò in lacrime la nostra partenza... altro che omosessuali! I medici considerarono che prendendo per buona l'unico caso esaminato, la percentuale era 0,000... ecc., e andarono a riferire. Gli inglesi indignati risposero che la percentuale era completamente errata perché... loro avevano dal 20 al 30%! Conclusione: Dio salvi il re! La regina può stare tranquilla perché non viene insidiata.
 

Giacomo Ferrera