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Prigionia in Africa (1943-1945) - di Giacomo Ferrera

 

 I disegni che si trovano

in questa pagina sono stati

eseguiti dall'autore del testo

e rielaborati da  Maria Pompea Coluzzi

 

 

 

 

 

 

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Capitolo X: La cooperazione

La cooperazione con gli inglesi, dopo l'armistizio e la cobelligeranza, fu ripudiata dai fascisti del campo trecento ci e accettata invece da tutti noi. Prima di tutto, ponemmo termine a ogni atto di ostilità o di sabotaggio; poi si aderì alle attività che ci venivano proposte o richieste.

Pochi ufficiali furono scelti come cooperanti, perché non tutti servivano; indossarono una uniforme inglese color Verdone che lasciava la tinta sulla pelle, sicché alla sera bisognava che si lavasse o bene per non diventare blu come i Thuareg del deserto. I prescelti erano ufficiali subalterni giovani e fisicamente idonei; a ognuno venne affidata la responsabilità di 30 soldati italiani incaricati dello svolgimento dei vari lavori. Il sistema funziona bene che gloria di mano d'opera in ogni settore di attività, e perciò i nostri soldati furono impiegati tutti, perché costituivano una miniera inesauribile di manodopera specializzata. Fra loro si trovavano sempre abilissimi esecutori di ogni genere di lavori: falegnami, muratore, carpentieri, fucilatore, sarti, calzolai, fabbri, formali, cucinieri, meccanici, cementisti, elettricisti, idraulici, saldatori eccetera. In genere furono impiegati a seconda del mestiere praticato.

Tutti soldati, nei nostri confronti, si mantennero sempre disciplinati e rispettosi, ci aiutarono generosamente profittando del lavoro che svolgevano, anche a loro rischio e pericolo. Meritano di essere ricordati con riconoscenza con rispetto... specie i cucinieri i fornai.

Gli agricoltori naturalmente non potevano essere impiegati come tali in pieno deserto; perciò svolsero generici lavori di manovalanza sul posto o furono trasferiti nelle fattorie dei coloni bianchi in Africa, dove pare che si trovassero molto bene. Difatti, giù tutti gli uomini validi erano stati chiamati alle armi, le donne erano rimaste sole alle prese con tutti i lavori dei campi. Quando gli italiani arrivarono, sostituirono validamente in ogni senso gli uomini che mancavano. Così correva voce, con qualche valida conferma di natura boccaccesca. Sei così fu, essi possono essere considerati i veri vincitori di questa guerra sciagurata.


 

Giacomo Ferrera