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Dresda, un nome che evocava in me ricordi
lontani, grigi, polverosi. Una città che
riuscivo a ricollegare, secondo un unico flusso
di pensieri, alla guerra e ai suoi effetti
distruttivi, pur non essendoci mai stata. Me
l’aspettavo quindi decadente, dallo stile
freddamente DDR, essenziale nelle architetture e
“interrotta”, per via di quella guerra che
l’aveva vista vittima e protagonista. Ma come
spesso accade, viaggiando, gli stereotipi
costruiti nella propria mente crollano di fronte
alla realtà che sempre ti sorprende e così è
stato con Dresda: la città che non ti aspetti.
Innanzitutto il clima: mite e soleggiato che nel
marzo tedesco non speri possa regalarti sei
giorni di sole e di caldo mediterraneo e poi la
sinuosità della città che segue lentamente la
silhouette dell’Elba. La città, rinata dopo
il bombardamento che la distrusse nel
febbraio del 1945, per oltre il 90%, uccidendo
25000 persone, appare oggi ricca e vitale,
grazie all’impegno della popolazione che non
l’abbandonò, ma la ricostruì pietra su pietra
più bella e splendente di prima. Essa ha fama di
metropoli culturale grazie ai teatri, agli
scorci e alle vedute celebrate da secoli da
pittori di tutta Europa. Ma la cosa che
colpisce il turista che arriva a Dresda è la
maestosità dei suoi eleganti e pomposi edifici,
adagiati sui verdi prati che si specchiano
sull’Elba, interrotti dai ponti monumentali
che collegano la AltStadt (cittàvecchia)
alla NeuStadt (città nuova). Anche in
questo Dresda ti confonde, la città vecchia in
effetti è cronologicamente la più recente,
perchè ricostruita in tempi moderni dopo
l’atroce bombardamento degli alleati sulla
città, che la rase al suolo, mentre la Neustadt
(città nuova) è la parte più antica, e più
autentica, di Dresda, nonostante il suo nome.
Proprio per questo qualcuno avvicina Dresda a
Eurodisney, ma a me piace più rilevare la
tenacia di una popolazione che non ha voluto
rinunciare alla sua città e l’ha ricostruita
trasformandola in una città turistica e
accogliente, in cui cultura e spensieratezza si
mescolano e si incontrano nelle vie del centro,
in costante ristrutturazione, avvolte dai
profumi che si diffondono dai localini i quali,
con i primi tepori, invadono la città con i loro
dehors all’aperto in mesi ancora troppo
invernali, per noi mediterranei.
Esplorando il centro pulsante e più turistico di
Dresda la Altstadt, ci si imbatte in
diversi edifici interessanti da visitare.
Il
Castello reale cela al suo interno,
suddivisi in 9 lussureggianti e preziosissime
stanze finemente decorate, i tesori della
Sassonia, una ricca collezione di vasi e oggetti
in materiali preziosi quali l’argento e
l’avorio, che culminano nella sala delle pietre
preziose, in cui è possibile ammirare spade e
gioielli impreziositi da rubini, smeraldi e
diamanti: uno “sbrilluccichio” inaspettato e
sorprendente. Nella piazza del castello,
che costeggia l’Elba, si erge anche la chiesa
di corte, edificata da Augusto il Forte,
dopo il suo passaggio al credo cattolico per
poter diventare re di Polonia. Augusto III, poco
interessato a questioni religiose, quando la
cittadinanza evangelica fu in procinto di dare
forma, con la Frauenkirche (a partire dal
1726) alla costruzione sacra più importante
d’Europa, avvertì la necessità di una
contrapposizione cattolica. Fu così che nacque
questa chiesa.
A
pochi passi dal castello una scalinata
accompagna il turista al cosiddetto “balcone
d’Europa”, una bellissima terrazza (terrazza
di Brühl) che accarezza l’Elba e da cui è
possibile godere di un magnifico e suggestivo
panorama sulla città e alle cui spalle domina,
immerso nella romantica atmosfera
dell’illuminata piazza del teatro,
l’imponente facciata del Semperoper, il
palazzo dell’opera e del teatro. Alle spalle di
Altmarkt Platz si trova la Kreuzkirche
(chiesa della croce) che deve il suo nome ad una
importante reliquia portata in dono per le nozze
di Enrico l’illustre di Wettin: un pezzetto
della croce di Cristo.
Tuttavia, in mezzo a tale sfarzo, gli edifici
che meglio descrivono Dresda e la caratterizzano
sono senz’altro la Frauenkirche e lo Zwinger. SI
tratta di due costruzioni molto differenti per
funzione e per storia. La Frauenkirche è
la chiesa protestante principale della città,
quasi completamente distrutta durante i
bombardamenti della seconda guerra mondiale e
ricostruita nel 1993 grazie all’opera paziente
di molti che recuperarono e catalogarono (con un
software messo a disposizione dall’IBM) tutte le
pietre crollate e la ricostruirono fedelmente,
diventando così, di nuovo, un simbolo di
rinascita della città. Oggi, nella piazza che
ospita la Frauenkirche, si trovano, come fossero
una cicatrice nella città, due enormi pullman
disposti in posizione verticale. Tale monumento
è stato eretto quale segno di vicinanza alla
popolazione siriana che, proprio in questo modo,
ancora oggi, durante la guerra che la sta
dilaniando, segnala, alla contraerea le zone
franche da preservare dai bombardamenti,
ricordando che anche questa piazza di Dresda, in
tempo di guerra, fu zona di distruzione,
diventando così un simbolo di pace per la città
e di fratellanza tra i popoli.
Lo
Zwinger invece, è un complesso
architettonico (palazzo con giardini) in stile
barocco, costruito tra il 1709-1710 e il
1732-1733 per volere di Augusto II di Polonia
detto il Forte. Il termine "Zwinger", con cui è
denominato il complesso significa all'incirca
"fortificazione inframurale" (ovvero "fra le
mura cittadine") o "castello concentrico" e fa
riferimento ad una preesistente fortezza
medievale. Un tempo utilizzato per giochi e
feste di corte, ospita ora alcune importanti
collezioni museali, tra cui spicca la
Gemäldegalerie Alte Meister (pinacoteca), dove è
possibile ammirare alcuni famosissimi dipinti
tra cui la Madonna Sistina di Raffaello, con i
due, ben più noti, angioletti. Nelle altre ali
del complesso, si trovano invece collezioni
storiche di strumenti scientifici e medici e di
orologi (salone della matematica e della
fisica), nonché raccolte di porcellana. Ciò
che però stupisce il visitatore sono certamente
i meravigliosi giardini che si aprono alla città
sui quattro lati, sempre a aperti al pubblico
(ciò sorprende moltissimo) e in cui spiccano il
padiglione del carillon, così detto dal
suo carillon in porcellana di Meissen (fonte
d’ispirazione cinematografica in molti film
fiabeschi) e la Kronetor ("Porta della
corona"), che costituisce l'entrata principale
allo Zwinger e deve il nome alla corona polacca
sostenuta da quattro aquile da cui è sormontata.
La Kronentor è decorata con statue raffiguranti
le quattro stagioni. Non è inusuale imbattersi
in guide in costume che passeggiano per lo
Zwinger, facendo vivere, per qualche momento, ai
passanti, frammenti di un passato lontano.
La
visita di Dresda non può che completarsi con
un’escursione in battello sull’Elba, fino alla
piccola cittadina di Wehlen, da cui è possibile
procedere a piedi, per boschi e vallate fino a
giungere alle montagne di pietra arenaria
dell’Elba, la così detta “Svizzera
Sassone”, in cui si ergono maestose rocce
arenarie di diverse decine di metri che è
possibile scalare in arrampicata o visitare
grazie alle numerose passerelle che permettono
una visita dall’alto del suggestivo parco
naturale.
Anna Marino
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