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FIGLI CHE FANNO SOFFRIRE
tra sacro e profano |
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Donna de Paradiso
Jacopone da Todi, Laudi
(XIII secolo) |
Figlio
Roberto Vecchioni, Il lanciatore di coltelli, 2002 |
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Nella sua totale adesione allo
spirito francescano di attualizzazione e partecipazione del messaggio
cristiano, la prima lauda drammatica della letteratura italiana presenta
la fase più critica della vita di Cristo: la crocifissione e la morte.
Le stazioni della via crucis si susseguono attraverso il racconto
incalzante di un narratore, le urla della folla, le parole di Cristo
stesso. Su tutto domina il lamento della Vergine, donna e madre, ma
depositaria di un mistero divino: l'insistenza martellante, ossessiva
sul termine "figlio" sottolinea il motivo dell'incarnazione nella sua
dimensione drammatica di sofferenza e di estremo sacrificio. |
La suggestione del testo
medievale è evidentissima, soprattutto nel ritmo, scandito dalla parola
"figlio" e da quelle che con essa intrecciano una serie di rime e di
assonanze, esaltate dalla resa musicale. Ma il contenuto è spogliato da
ogni implicazione sacra; alla madre si è sostituito il padre, principale
referente della funzione educativa; al dolore per la morte la
preoccupazione per il futuro di un figlio nato e destinato a crescere in
un mondo privo di ideali e di valori, un figlio che deve trovare dentro
di sé la forza di staccarsi dai modelli e di vivere la sua vita. |
[Maria]
«O figlio, figlio, figlio,
figlio, amoroso giglio!
Figlio, chi dà consiglio
al cor me’ angustiato?
Figlio occhi iocundi,
figlio, co’ non respundi?
Figlio, perché
t'ascundi
al petto o’ sì lattato?».
[…]
«Et eo comenzo el
corrotto;
figlio, lo meo
deporto,
figlio, chi me
tt’à morto,
figlio meo dilicato?
[…]
«Figlio,
ch’eo m’aio anvito,
figlio, pat’e mmarito!
Figlio, chi tt’à
firito?
Figlio, chi tt’à spogliato?».
[…]
«Figlio, questo non dire!
Voglio teco morire,
non me voglio partire
fin che mo ’n m’esc’ el fiato.
C’una aiàn sepultura,
figlio de mamma scura,
trovarse en afrantura
mat’e figlio
affocato!».
[…]
«Figlio, l’alma t’è
’scita,
figlio de la smarrita,
figlio de la sparita,
figlio
attossecato!
Figlio bianco e vermiglio,
figlio senza simiglio,
figlio, e a ccui m’apiglio?
Figlio, pur m’ài lassato!
Figlio bianco e biondo,
figlio volto iocondo,
figlio, perché t’à el mondo,
figlio, cusì sprezzato?
Figlio dolc’e placente,
figlio de la dolente,
figlio
àte la gente
mala mente trattato.
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Figlio chi t'insegnerà le stelle
se da questa nave non potrai vederle?
Chi t'indicherà le luci dalla riva?
Figlio, quante volte non si arriva!
Chi t'insegnerà a guardare il cielo
fino a rimanere senza respiro?
A guardare un quadro per ore e ore
fino a avere i brividi dentro il cuore?
Che al di là del torto e la ragione
contano soltanto le persone?
Che non basta premere un bottone
per un' emozione?
Figlio, figlio, figlio,
disperato giglio, giglio, giglio,
luce di purissimo smeriglio,
corro nel tuo cuore e non ti piglio,
dimmi dove ti assomiglio
figlio, figlio, figlio,
soffocato giglio, giglio, giglio,
figlio della rabbia e dell'imbroglio,
figlio della noia e lo sbadiglio,
disperato figlio, figlio, figlio. (Rit.)
Figlio, chi si è preso il tuo domani?
Quelli che hanno il mondo nelle mani.
Figlio, chi ha cambiato li tuo sorriso?
Quelli che oggi vanno in paradiso.
Chi ti ha messo questo freddo in cuore?
Una madre col suo poco amore.
Chi l'ha mantenuto questo freddo in
cuore?
Una madre col suo troppo amore.
Figlio, chi ti ha tolto il sentimento?
Non so di che parli, non lo sento.
Cosa sta passando per la tua mente?
Che non credo a niente.
(Rit.)
Figlio, qui la notte è molto scura,
non sei mica il primo ad aver paura;
non sei mica il solo a nuotare sotto
tutti e due ci abbiamo il culo rotto:
non ci sono regole molto chiare,
tiro quasi sempre ad indovinare;
figlio, questo nodo ci lega al mondo:
devo dirti no e tu andarmi contro,
tu che hai l'infinito nella mano,
io che rendo nobile il primo piano;
figlio, so che devi colpirmi a morte
e colpire forte.
(Rit.)
Dimmi, dimmi, dimmi
cosa ne sarà di te?
Dimmi, dimmi, dimmi
cosa ne sarà di te?
Dimmi cosa, dimmi cosa
ne sarà di
me?
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Apparato didattico
1. Spiegare il valore che
assume nei due testi la rima-chiave "figlio/giglio"
2. Il testo di Jacopone da Todi
è caratterizzato da una forte connotazione religiosa; quello di
Vecchioni contiene invece molti riferimenti alla società moderna laica e
priva di valori. Motivare con opportuni riferimenti ai testi.
3. Nella parte finale, il testo
di Vecchioni allude all' "uccisione" del padre da parte del figlio. In
che senso?
4. Come si configura oggi il
rapporto tra genitori e figli? Quali sono i maggiori motivi di
incomprensione e le maggiori fonti di preoccupazione?
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Father and son
Cat Stevens, Tea for the Tillerman, 1970 |
'Father
and Son' is a conversation between a
conservative loving father and his idealistic rebellious son. Or more
accurately it is the father who does most of the talking and the son who
is crying his
disease rather than trying to communicate to his
father. Cat Stevens sings both parts and adopts a deeper more calm tone
for the father's voice and a louder one for the son’s
words. The
father tells his son it is time to grow up, be more responsible and
follow the
model of a
traditional
family.
He doesn't
think his son has matured yet, wants to protect him, and make him into
his own image as well. The
father has learned some life lessons and is
over-anxious to make sure his son learns them
at once
and does the right thing,
just as he did in his life. The
son
is frustrated because his father seems
to
misunderstand
him and his wishes.
They don't understand each other anyway.
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Father
It's not time to make a change,
Just relax, take it easy.
You're still young, that's your fault,
There's so much you have to know.
Find a girl, settle down,
If you want you can marry.
Look at me, I am old, but I'm happy.
I was once like you are now, and I know that it's not easy,
To be calm when you've found something going on.
But take your time, think a lot,
Why, think of everything you've got.
For you will still be here tomorrow, but your dreams may not.
Son
How can I try to explain, when I do he turns away again.
It's always been the same, same old story.
From the moment I could talk I was ordered to listen.
Now there's a way and I know that I have to go away.
I know I have to go.
Father
It's not time to make a change,
Just sit down, take it slowly.
You're still young, that's your fault,
There's so much you have to go through.
Find a girl, settle down,
if you want you can marry.
Look at me, I am old, but I'm happy.
Son
All the times that I cried, keeping all the things I knew inside,
It's hard, but it's harder to ignore it.
If they were right, I'd agree, but it's them you know not me.
Now there's a way and I know that I have to go away.
I know I have to go
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Reading comprehension
1. Who is speaking? How does Cat Stevens reflect
the change of speakers in his singing?
2. About how old do you think the son and father are?
3. Which kind of life
would the father like for his son?
4. How does the son reply to his father?
5. In which lines is the father trying to convince his son that he
understands how the son feels?
6. According to the son, what is the father's usual reaction when the
son tries to communicate with him? How long
has this pattern of interaction been going on?
7. According to the text,
can you understand who is right and who is wrong?
8. What do you think the outcome of this
intergenerational conflict will be?
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