Il Bosco dell'eternità

APPARATO DIDATTICO

Cosa vuol fare il vecchio prima di morire?

 

Cosa faceva il vecchio durante il suo cammino?


Cosa  metteva alla prova e in che modo?

Un vecchio abitante di un luogo remoto della terra decise, prima di morire, di visitare il bosco dell'Eternità.
Si mise in marcia, un fagotto sulle spalle come bagaglio, un nodoso bastone fra le mani, un vecchio libro nella sporta, null'altro...
Cammin facendo, imparava ad ascoltare il proprio respiro, a capire dove soffiava il vento, ad ascoltare il rumore del mare, lontano laggiù e dal rumore a capire se il giorno dopo sarebbe stata burrasca o bonaccia.
La barba bianca, intanto, si allungava, le spalle si curvavano, i vecchi polpacci lo sorreggevano, irrobustiti dalle solitarie camminate, ma la voce si affievoliva sempre più per il silenzio...
A volte la metteva alla prova sfidando il canto degli uccelli, ma la voce rispondeva in modo stonato alle sue sollecitazioni.
"Pazienza, tacerò-pensava il vecchio- almeno ascolterò la vita che va".
Una notte, un sogno gli disse che il grande momento della verità stava per arrivare:bastava che camminasse ancora un giorno ed una notte, poi più nulla e avrebbe saputo tutto.
Il vecchio si destò, riprese il fagotto ed il bastone e camminò camminò fino a percorrere il giro del giorno e del sole...
Ad un tratto, eccolo davanti a lui, il bosco!
Fitto, inafferrabile, intricato...
Il vecchio vi entrò, toccò le bacche rosse, calpestò le foglie dai molti colori d'autunno, respirò a pieni polmoni l'aria dal sentore delle foglie marce intrise di pioggia caduta chissà quando.
E calò la notte, il vecchio trovò una grotta per riposare, raccolse la paglia per farne un caldo giaciglio.
La notte era fredda, pungente di brina invernale, ma la paglia si scaldava sempre di più sotto il corpo gracile del vecchio.
Al mattino, uno stanco sorriso segnava per sempre il volto del vecchio, le membra erano rigide, il bastone era scivolato via dalle mani artritiche.
Ma il vecchio sorrideva, ormai per sempre.
Dal fagotto era caduto il libro, il vento che entrava nella grotta ne sfogliava le pagine bianche su cui mai nulla era stato scritto.
La paglia non c'era più, caldo giaciglio ormai inutile.
Ma il sole freddo di tramontana sfavillava e la sua corona somigliava stranamente a tanti dorati fili di paglia.....

 

 

a cura di Tina Saija