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L’ASCOLTO ATTIVO (di Albertina Rattaggi) | ||
Dalla lettura del testo di Thomas Gordon “Insegnanti efficaci”, dove l’autore suggerisce agli insegnanti canali di comunicazione con bambini timidi, chiusi o con quelli troppo spesso etichettati come “problematici”, è scaturita in me l’idea di impostare il mio lavoro, in didattica, sulla qualità del rapporto con gli alunni attraverso l’ascolto attivo. Thomas Gordon dedica molta parte della sua ricerca al problema centrale del rapporto interpersonale che si attua attraverso la comunicazione, spiegando tempi e modi per agevolare la comunicazione tra studenti e docenti nella convinzione che la trasmissione di cultura passi necessariamente attraverso la qualità della relazione. L’ascolto è da lui ritenuto uno degli strumenti più efficaci a tal riguardo; esso facilita la liberazione i sentimenti e comunica l’intenzione ad aiutare l’altro. A differenza dell’ascolto passivo, che pone l’insegnante in una posizione di “presenza assente”, quello attivo consente l’espressione libera e creativa delle individualità degli alunni proprio attraverso “l’assenza presente” dell’insegnante, che implica l'ascolto silenzioso e attento. Nell’ascolto attivo, che esprime il linguaggio dell’accettazione, l’autore individua quattro momenti importanti: 1) l’ascolto passivo che permette all’alunno di esporre, senza essere interrotto, i propri problemi; 2) i messaggi d’accoglimento che possono essere non verbali (un sorriso, un cenno della testa, eccetera) o verbali (“Ti ascolto”, “Sto cercando di capire”, eccetera) e che indicano ai bambini che l’insegnante lo segue e lo ascolta; 3) gli inviti calorosi che incoraggiano il bambino a parlare, ad approfondire quanto sta dicendo senza essere valutato o giudicato; 4) l’ascolto attivo con il quale l’insegnante “riflette” il messaggio dell’alunno recependolo solamente senza emettere messaggi suoi personali. Attraverso l’ascolto attivo il bambino si sentirà, quindi, oggetto d’attenzione, non subirà valutazioni negative, capterà l’accettazione e la comprensione dell’insegnante. Di conseguenza, si sentirà aiutato a far fronte alle sue forti emozioni e a esternare senza timori pensieri e sentimenti, aumentando la sua autostima, riducendo la sua dipendenza e predisponendosi all’ascolto dell’insegnante.
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