Considerazioni preliminari
Ho scelto di trattare la
comunicazione su forum e, prima di trattare ed approfondire ciò che
favorisce o ostacola la stessa su questo particolare mezzo espressivo,
intendo individuarne alcune particolarità.
Non c'è dubbio che la comunicazione in un forum è comunicazione scritta
e, dunque, potrebbero essere sempre suggerite le tre regole auree:
chiarezza, chiarezza, chiarezza. Come si possa conseguire questo
traguardo è abbastanza scontato. Prima di tutto bisogna avere le idee
chiare su ciò che si intende comunicare e, per fare questo, non sarebbe
male avere sottomano una scaletta preparata pensando a ciò che si vuole
esprimere, non trascurando che chiunque potrebbe leggere il nostro post
e che, quindi, deve essere accessibile al più ampio pubblico possibile.
Altro aspetto molto importante è il come si scrive. Personalmente mi
sentirei di suggerire periodi ridotti all'osso tipo soggetto, predicato
e complemento, come ci insegnava il maestro che ricordiamo con nostalgia
ed affetto, evitando più possibile subordinate e pronomi relativi. Penso
soprattutto al micidiale che. L'effetto di questo pronome in
mezzo a tanti periodi è quello di generare spesso e volentieri
indescrivibile confusione, essendo, il più delle volte, assai equivoco
il riferimento. Naturalmente questo elenco di suggerimenti è volutamente
incompleto e succinto, perché mi interessa mettere in evidenza le
peculiarità della comunicazione su forum.
Seguire i suggerimenti di cui sopra va benissimo se il filo in cui si
interviene è un filo di natura tecnica, ma anche in questo caso, tenendo
conto che potrebbero leggere il filo stesso anche dei non specialisti,
sarebbe opportuno evitare i tecnicismi e, anzi, corredare i concetti con
esempi calzanti e convincenti. Comunque bisogna sempre ricordarsi che il
forum, quantunque tecnico, non è il luogo dove sciorinare tutta la
propria scienza, così è meglio non lasciarsi andare a lungaggini,
scrivendo post chilometrici. Sicuramente si può ottenere la gratitudine
del prossimo inserendo dei link alla letteratura specialistica.
Una ferrea osservanza dei precetti su descritti non eviterebbe,
probabilmente nemmeno a Gabriel Garcia Marquez, di sembrare noiosetto e
saccente su di un forum. Nell'ambito dei fora si intessono, vivaddio,
delle relazioni sociali ed avere sempre una scrittura asettica e
asfitticamente precisa non incoraggia certo gli eventuali interlocutori
a relazionarsi. Spesso e volentieri il forum è costellato di fili
affatto informali se non ludici in cui, come direbbe qualcuno, il
“cazzeggio” è consentito. In questi fili, pur non dimenticando le
basilari regole di sintassi, è opportuno, per non apparire supponente,
avere un linguaggio piano e disteso con qualche concessione sul piano
stilistico. Risultano gradite, per migliorare la comprensione e
sottolineare gli stati d'animo, le faccine simpatiche.
Ma allora come comportarsi? Direi ancora una volta che in medio stat
virtus. La virtus in tal caso la si può conseguire cercando
di capire il contesto in cui ci si muove e si sta interagendo, ponendo
attenzione ai metodi comunicativi che si sono instaurati.
Come ultima considerazione mi preme evidenziare che la buona vecchia
netiquette abbia ancora qualcosa da insegnare. Per favore: evitare le
maiuscole!
Consigli per rimuovere gli ostacoli alla
COmunicazione in un forum
Secondo me uno degli ostacoli seri, talvolta
involontariamente eretto, che impedisce una comunicazione efficace è
l'ossessione dell'errore, proprio e degli altri, che pone nella
condizione mentale di essere sempre perfettino, precisino e lì, pronto,
alla minima infrazione altrui e propria, a saltare su come una molla e
gridare all'errore. Per assurdo, anche in un messaggio divertente ed
amichevole, non ci si riesce ad esimere
dall'evidenziare gli errori.Vorrei sfatare questo orrore dell'errore.
Saggezza di millenni attribuisce all'errore una valenza positiva
(sbagliando s'impara), ma non solo: si nasce molto spesso per errore,
per errore si può morire e soffrire. Insomma l'errore è la condizione
umana per eccellenza.
Ma metterlo al centro della propria vita, in una sorta di disumana
ascesi, tutta tesa ad evitare i propri e stigmatizzare quelli altrui può
portare a serie disfunzioni relazionali con il prossimo, il quale
risulta spesso infastidito da questa ossessione, che può sconfinare,
talvolta, nella nevrosi, talaltra, addirittura, nella psicosi.
Non si vive bene in questa sorta di intolleranza nei propri confronti e
in quella degli altri.
Da ragazzo ero così. Un amico mi insegnò la valenza del perdono e della
transigenza, dicendomi che esercitando questi con gli altri si riesce
anche con noi stessi, la qual cosa è di fondamentale importanza per
superare il giudizio del peggiore dei giudici: noi stessi.
Nella nostra professione di insegnanti è una bestemmia un atteggiamento
del genere. Ma vi immaginate noi stessi, pronti come arpie occhialute e
canute con la bava alla bocca per inveire alla
minima occasione contro l'errore di poveri bambini- ragazzini-
adolescenti, che non hanno assolutamente avuto il tempo di approfondire
i saperi come è stato per noi stessi? Non è
didatticamente più proficuo evidenziare successi, miglioramenti, aspetti
positivi, cioè somministrare quelle che Pina
(Sparacino) in un post del Caffè di For ha definito "carezze positive"?
Questa empatia e l'incoraggiamento contribuiranno sicuramente ad un
miglioramento delle relazioni interpersonali e, di conseguenza, della
comunicazione.
Anche i forum, come tutte le comunità interagenti in maniera non
lineare, sono soggetti, sia in meglio che in peggio, all’evoluzione. Si
formano sottocomunità, si intessono relazioni e amicizie, odii viscerali
e contrasti uterini. Ciascuno vuole portare il suo fondamentale
contributo, come è giusto che sia, perché il soggetto pensante si pone
ovviamente, per avere un ubi consistam, al centro del mondo. In
realtà, ciascun altro essere, spesso e volentieri, si pone per
l’osservatore alla periferia del mondo. C’è dunque bisogno di una grande
ginnastica di empatia per capire ed interpretare le ragioni dell’altro,
per la reciproca comprensione. Un grande artista cantava: “…E il mio
maestro m’insegnò come è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire”.
Ricordo che, mentre ascoltavo con mamma questo brano di Battiato, lei
esclamò: “Che stupidaggine!” ed io colto in un momento di illuminazione,
sicuramente agevolato dalla tenera età, le feci osservare che è
veramente difficile perché bisogna fare il giro del mondo, cioè cambiare
totalmente punto di vista.
Quindi come simulare l'ascolto attivo nell'ambito di un forum?
La ricetta è, a mio avviso, molto semplice:
studiare lo stile di comunicazione altrui, non
disprezzandone mai il punto di vista nemmeno nel proprio pensiero e, se
possibile, per creare un clima positivo di empatia, cercare
nelle risposte di imitare lo stile comunicativo
dell'interlocutore.
Non si tratta di ruffianeria, ma dell'unico modo per comunicare
all'altro, durante una comunicazione scritta, che si sta leggendo
(ascoltando) con attenzione e voglia di comunicare in maniera efficace.
Risulta del tutto evidente che una volta che si è instaurata una
comunicazione di questo genere, si è poi liberi di continuare su binari
comunque più consoni alla propria personalità, secondo il proprio stile
cognitivo. È lapalissiano che questa operazione è molto più facile da
compiere verso persone che hanno una visione del mondo e delle cose
abbastanza vicina alla propria, ma ciò non ci esime dal tentare di
applicarla con tutti i nostri interlocutori.