Giufà e la penna
Un giorno Giufà prese l’autobus e andò a scuola. La maestra spiegò la lezione e lasciò per casa il compito di fare il riassunto di ciò che aveva spiegato.
Finita la scuola, Giufà prese l’ autobus e tornò a casa, mangiò e poi subito si sedette per fare i compiti.
Appena incominciò a scrivere, la penna si scaricò e allora Giufà andò dalla madre e le chiese: “ Madre la penna mi si è scaricata e a casa non ce ne sono altre”. La madre rispose: “ Caro Giufà ora ti do i soldi per andarne a comprare un’altra, vedi che sono tanti, ricordati di riportarmi il resto, abbiamo solamente quei soldi per mangiare”.
Giufà salutò la madre ed uscì. Arrivato in paese entrò in una macelleria e domandò: “Buon signore per caso vendete una penna?”.
Il macellaio rispose: “ No, sciocco, in macelleria si vende la carne e non le penne, perché non provi da “Viva la scuola”, si trova qui di fronte”. Allora Giufà salutò e se ne andò.
Per la strada incontrò degli uccellini, allora entrò in un negozio, comprò del cibo e dell’acqua per darli agli uccellini e si mise a distribuire semini ai passeri e ai colombi. Un ragazzo più grande gli disse che nel cortile lì vicino c’erano altri uccellini che avevano fame e Giufà consegnò le monete allo sconosciuto perchè comprasse altri semini. Questo, girato l’angolo, sparì con le monete. Giufà attese invano il suo ritorno, non c’erano più i soldi, non aveva neppure comprato la penna. Allora tornò a casa e raccontò l’accaduto alla madre. La povera donna, disperata, lo rimproverò e gli disse che non doveva più uscire di casa se non accompagnato e che il compito non lo avrebbe fatto e così avrebbe anche preso un brutto voto.
(Adele Chiappisi)