"Ahi Genovesi, uomini diversi..."

 

SCENA IV

Personaggi

Paganini

GB Parodi

Bettina

Padre di Bettina

Cocchiere

(scena: in un angolo si vede una casa con una finestra, dalla quale si affaccerà Bettina)

PAGANINI – (canta)  Oh Bettinaaaa, la mia bella velinaaaaa, apri la porticinaaaa che vengo a fare una bella tromb…ehem… violinaaaa

GB PARODI – (dalla platea, alzandosi) Certo che, caro Paganini,… è meglio quando suoni, ti sembra il modo di cantare quello lì?

PAGANINI – Non sono in servizio, e non sono in teatro.

GB PARODI – Ah no? E dove credi di essere, belinone?

PAGANINI – sotto la casa della mia innamorata, per fare una bella tromb… ehem...sviolinata. O Bettinaaaa…O Bettinaaaa…

GB PARODI – Ma vai, va’…

 

(Bettina si affaccia e getta dalla finestra una lunga treccia bionda)

 

PAGANINI – Ehi, ma questa roba che cos’è?

 

BETTINA – E’ la treccia della mia bis-bis-bisnonna Giulietta! Quando il suo innamorato, Romeo, veniva sotto le sue finestre a farle la serenata, lui afferrava la treccia, si arrampicava fino al balcone e….

 

PAGAN INI – … e trovava la Giulietta completamente calva

 

BETTINA – Ma no! Si incontravano, nel segreto della notte, all’insaputa delle famiglie che invece si odiavano, e si dicevano un mucchio di parole dolci…

 

PAGANINI – Parole?

 

BETTINA – Eh, Niccolò, non lo so…nella scatola dove era custodita la treccia che la mia bisnonna mi ha lasciato in eredità c’era un biglietto che diceva:

            Se dal balcon la treccia getterai

            Il tuo amato venire vedrai:

            gettala, sbrigati, gettala giù

            che lui l’afferra e sale su.

 

PAGANINI – (prende la treccia) Puah, che puzza di naftalina! Non è che per caso ci aveva anche i pidocchi la tua bis-bis-bis?

 

BETTINA – Niccolò, sbrigati! Io non posso stare tanto alla finestra, mio padre mi potrebbe sentire!

 

PAGANINI – Ma non ce l’hai un altro modo per farmi entrare in casa?

BETTINA – beh, sì… dalla porta qui dietro… ma la treccia era così romantica!

PAGANINI – E dimmelo prima, no?

PADRE DI BETTINA – Ehi, chi c’è in casa mia a quest’ora di notte? Bettina! Voglio spiegazioni!

BETTINA – AAAAHHH! Mio padre!!!

PADRE – Infamia e disonore! Brutto mascalzone! Ora te la faccio vedere io… insidiare mia figlia, che è una donzella costumata… E tu, Bettina… te la do io la velina, la modella e la letterina! (a Paganini) Fuori di qui, tu e il tuo violino!

 

BETTINA – Ueeee! Voglio il telefono azzurro!!!

PAGANINI – Eh, quante storie! Ma la serata non è ancora finita… vediamo un po’ se mi riesce di trovare un tassì…

GB PARODI – (dalla platea) Una carrozza! Ai tempi di Paganini c’erano le carrozze, ignorante!

 

PAGANINI – E va bene, una carrozza. Carrozzaaaa! Carrozzaaaa!!!

(entra un improbabile cocchiere che spinge un passeggino)

GB PARODI – E quell’affare lì sarebbe una carrozza? Con tutti i soldi che vi ho dato…

COCCHIERE – Sì, 20 € ci hai dato. Cosa ci facevamo con 20 €? Il Consiglio di Istituto si è messo a ridere, il segretario ci ha detto mah, guardate un po’ quello che trovate… forse i muratori hanno lasciato qualcosa… guardi, meglio di così non si poteva.

GB PARODI – Ma guarda che figura che mi fate fare!

COCCHIERE – ehem…Allora, Signore, è lei che mi ha chiamato? Favorisca il suo nome, prego.

PAGANINI – Io mi chiamo Connery, Sean Connery…ehem…Paga-nini, mi chiamo Niccolò Paga-nini

COCCHIERE – E dov’è questo Ninni che paga? Guardi che se non c’è qualcuno che paga io non la porto da nessuna parte, eh?

PAGANINI – Ma no, io sono Niccolò Paganini, il famoso musicista genovese!

COCCHIERE – Toh, un musicista! E che cosa suona lei?

PAGANINI – La batteria! Secondo lei questo che cos’è? (gli mostra il violino)

COCCHIERE – Ah già, il violino! Lei dunque è un violinista, quello che suona su una corda sola e guadagna un sacco di soldi per suonare su una corda sola!

PAGANINI – Anche lei, mio caro, potrebbe guadagnare un sacco di soldi se fosse in grado di scarrozzare la gente su una ruota sola! Ce la fa, lei, a farmi fare il giro di Genova su una ruota sola, eh?

COCCHIERE – E belin! (1)

PAGANINI – Il mio violino, invece, sa cogliere l’armonia dell’universo, sa far vibrare le corde del cuore, sa incantare e commuovere gli animi, sa….

COCCHIERE – Veramente… il papà della ragazza non mi sembrava tanto dell’idea…

PAGANINI – E va beh, sarà per la prossima volta!!

COCCHIERE – Allora… dove andiamo?

PAGANONO – Andiamo… andiamo… nei grandi teatri d’Europa, a Parigi, a Venezia, a Vienna… ovunque la mia musica possa incantare tra gli splendori delle corti e i fasti delle grandi capitali… andiamo, sulle ali della musica, a cavallo del violino! (esce e pianta lì il cocchiere esterrefatto)

COCCHIERE – Ho capito. Paga Ninni. Ninniiii! NINNIIIII!!! (esce)

 

(sipario e musica)

 

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(1) Imprecazione genovese equivalente a "cavolo"

 
 

 

 

 

 

 

 

 

Jean-Auguste Dominique Ingres, Il violinista Niccolò Paganini, 1819, Museo del Louvre, Parigi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Carrozza del '700

la fotografia è di pubblico dominio ed è stata scaricata da www.flickr.com/photos/krakovia/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il violino di Paganini, Genova, Palazzo Tursi

dal sito

www.niccolopaganini.it