Stephen Hawking

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L'UOMO E L'UNIVERSO

 

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immagine di L.M.Izzo
 
 
 
ESISTE UN RUOLO DI DIO NELL'UNIVERSO?
Nel ventesimo e nel ventunesimo secolo il problema della presenza di un Dio regolatore dell'universo è sempre attuale, ma le risposte non sono più così certe e positive come in passato. La scienza, che ha compiuto passi da gigante, tende a rendersi sempre più indipendente dalla fede, fino a ritenerla "altro da sè" e quindi incompatibile, fatto di cuore e non di testa. Dio coincide dunque con l'irraggiungibile "origine di tutte le equazioni", quella che spiega non tanto "come" l'universo è nato, ma "perchè" si è dato la pena di esistere. E a questa domanda suprema lo scienziato non sa dare risposta.

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S. Hawking, L'origine dell'universo, in Buchi neri e universi neonati, trad. L. Sosio, Milano 1993
 
 
 
L'universo primordiale non può essere stato completamente omogeneo e uniforme perche in tal caso avrebbe violato il principio di indeterminazione della meccanica quantistica; in esso devono esserci stati piccoli scostamenti dalla densità uniforme. La proposta dell'assenza di contorno implica che queste differenze di densità abbiano avuto inizio nel loro stato fondamentale; esse devono essere state cioè il più possibile piccole, in accordo col principio di indeterminazione. Durante l'espansione inflazionaria, però, le differenze si sarebbero amplificate. Una volta terminato questo periodo rimase un universo che si espandeva in alcuni luoghi più velocemente che in alcuni altri. In regioni di espansione più lenta, l'attrazione gravitazionale della materia avrebbe rallentato ancor più l'espansione. Infine una tale regione avrebbe smesso di espandersi e si sarebbe contratta a formare galassie e stelle. Cosi la proposta dell'assenza di contorno può spiegare la struttura complessa che noi osserviamo attorno a noi. Essa non fa però una sola predizione per l'universo, ma predice un'intera famiglia di storie possibili, ognuna con la sua propria probabilità. [...].

La proposta dell'assenza di contorno ha profonde implicazioni per il ruolo di Dio negli affari dell'universo. Oggi è universalmente accettata la tesi che l'universo si evolve secondo leggi ben definite. Queste leggi possono essere state ordinate da Dio, ma pare che Egli non intervenga nell'universo a violarle. Fino a poco tempo fa, però, si pensava che queste leggi non si applicassero all'inizio dell'universo. Dio si sarebbe assunto il compito di caricare l'orologio, facendo cosi andare l'universo nel modo da Lui voluto. Lo stato presente dell'universo sarebbe quindi il risultato della scelta delle condizioni iniziali da parte di Dio.

La situazione sarebbe però molto diversa se valesse per esempio qualcosa di simile alla proposta dell'assenza di contorno. In questo caso le leggi della fisica opererebbero anche all'inizio dell'universo, cosicché Dio non avrebbe la libertà di scegliere le condizioni iniziali, Egli sarebbe ovviamente ancora libero di scegliere le leggi alle quali l'universo ha obbedito e obbedisce nella sua evoluzione. Questa potrebbe non essere però una grande scelta. Non possono infatti probabilmente essere molte le leggi autoconsistenti in grado di condurre a esseri complicati come noi, capaci di porsi la domanda: «Qual è la natura di Dio?».

E anche se ci fosse un unico insieme di leggi possibili, esso sarebbe solo un insieme di equazioni. Che cos'è che insuffla il fuoco nelle equazioni, dando loro un universo da governare? La teoria unificata definitiva è cosi cogente da determinare la propria esistenza? Benché la scienza possa risolvere il problema di come l'universo ha avuto inizio, non è in grado di rispondere alla domanda: «Perché l'universo si è dato la pena di esistere?». Io non ho una risposta da dare.

 




Icona iDevice Riflessione

1 - Che cosa è il principio di indeterminazione?

2 - Che cosa intende l'autore con le espressioni "caricare l'orologio" e "insufflare il fuoco nelle equazioni"?

3 - Come si configura nel testo il rapporto tra scienza e fede?

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