“Gihanga, primo re del Paese, aveva tre figli, Gatwa, Gahutu
e Gatutsi.
Una sera consegnò a ciascuno un secchio di latte. Gatwa lo
bevve tutto, Gahutu un po’ lo bevve, un po’ lo rovesciò,
Gatutsi lo conservò con cura e il mattino dopo lo restituì
al padre. Gihanga decise allora di affidare a Gatutsi la
ricchezza più importante del Paese, le vacche. Gahutu
avrebbe potuto guadagnarne alcune solo lavorando con fatica
nei campi, mentre Gatwa se le sarebbe dovute scordare, non
avrebbe potuto rimediare alla sua dabbenaggine.Così in
forma di leggenda, è riassunta la situazione del Rwanda
precoloniale. I twa, cacciatori pigmei e originari abitanti
del Paese, sono al più basso gradino della scala sociale……..
Gli hutu, arrivati dal Camerun portano il ferro,
l’agricoltura e l’allevamento, costituiscono la grande massa
dei contadini. I tutsi sono nomadi pastori-guerrieri che in
Rwanda si insediano tra il XIII e XIV secolo arrivando dal
nord; tra di loro alcuni si sono arricchiti e hanno formato
élite e dinastie”.
(dal libro di Daniele Scaglione “ Rwanda
istruzioni per un genocidio”):
Anticamente si poteva passare da un gruppo ad un altro, ci
si poteva sposare tra gruppi diversi. La differenza era
prevalentemente di tipo sociale: i Tutsi erano più ricchi
degli Hutu e nell'ultimo gradino della scala sociale vi
erano i Twa. Ma non era definitivo, chiunque poteva
migliorare la propria condizione.
I colonizzatori belgi
fecero l'errore di considerare questi gruppi come delle
divisioni razziali.
Introdussero le carte di
identità e iniziarono a classificare rigidamente i ruandesi
in funzione del loro status sociale e delle loro
caratteristiche somatiche, in particolare distinguendo
chiaramente fra Hutu e Tutsi. I Tutsi, pur essendo una
minoranza, rappresentavano l'aristocrazia della società, e
possedevano la terra e il bestiame. Gli Hutu svolgevano il
lavoro agricolo.
Verso la metà del XX secolo, tra le due caste cominciò un
drammatico conflitto a causa della terra. Iniziarono
stermini di massa che coinvolsero l'intera regione fin dal
1962 e che si tramutò in un vero genocidio nel 1994.
Un genocidio che fu uno dei più sanguinosi episodi della
storia del XX secolo. Dal 6 aprile alla metà di luglio del
1994, per circa 100 giorni, vennero massacrate
sistematicamente, a colpi di armi da fuoco, machete e bastoni
chiodati, tra 800.000 e 1.000.000 di persone.
La terra delle mille colline (così viene detto il Rwanda) rimase profondamente ferita e la sua ricostruzione
ancora oggi è difficile.
Il nostro viaggio è organizzato da un’associazione onlus
italiana “ Progetto Rwanda” impegnata nella ricostruzione
della regione africana dal 1996 nel campo
della tutela dell’infanzia, dell’istruzione, della
promozione dei diritti delle donne e della cultura della
pace.
http://www.progettorwanda.it/
Il viaggio ha come scopo la scoperta del bellissimo
territorio ruandese composto da colline, montagne, laghi e
vulcani; la conoscenza diretta della situazione del Ruanda
dopo il genocidio nonchè la visita ai ragazzi e alle ragazze
che la maggior parte di noi sostiene a distanza tramite
l’associazione.
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