Dopo la pausa pranzo, durante la quale Paola Sterza si era
sbafata con un certo gusto mezzo chilo di ottimo croccante
perso da Adelina durante la fuga precipitosa dalla scuola,
era ora di riprendere gli esami.
La candidata successiva era tale Silvia Cremonesi da Cesena.
Alla direttrice sembrava di conoscerla da sempre, perché da
quando si era iscritta aveva mandato almeno un'email al
giorno. "Mo come mi vesto, mo bisogna mettersi eleganti? Se
vengo sportiva fazzo brutta figura? Magari lì son tutti
griffati... " (le era infatti arrivata voce che alcune
candidate avrebbero indossato nientepopodimeno che capi di
Dolce e Sottana, figuratevi!) E poi: "Spero di non
deluderla, io ho studiato ma sa com'è, poi magari mi viene
l'ansia, mi vien l'agitazione..." e ancora: "Magari gli
altri candidati son più preparati di me, spero comunque di
essere all'altezza”, “sono molto emozionata al pensiero di
conoscerla” e via di questo passo.
La direttrice ogni volta la rassicurava, ma chissà perché
non si aspettava niente di buono neanche da lei.
Puntualissima, Silvia Cremonesi varcò l'ingresso di
Forumdrive accompagnata da una ragazza bionda dall'aria
sognante. Paola Sterza la guardò bene e le sembrò di
riconoscere una certa Elisabetta Rizzo, che però era
prenotata per il giorno successivo.
“Mo mi scusi, dottoressa – disse quest'ultima – lo so che
dovevo venire domani, ma mi son messa avanti perché non si
sa mai, se poi il treno si rompe... si inzendia... viene
dirottato... si spezza in due... si ferma in mezzo alla
campagna... viene assaltato dai pirati... tutte cose che mi
son capitate, veh? Dico mica così per dire... “
“Ellllllamiseria, che sfiga! - disse la Sterza – poverina,
venga, si sieda. Se la signora Cremonesi non ha nulla in
contrario potete dare l'esame insieme.”
“Va benissimo – rispose la Cremonesi – basta che non
tardiamo troppo, perché z'ho tutti i pomodori all'aria e
devo fare il sugo e poi abbiam raccolto mezzo quintale di
patate che devo distribuire qua e là... a proposito, ne
vuole mica un po' anche lei, così, gratis, eh? E poi ho
lasciato le melanzane sul fuoco, chissà come le trovo quando
torno, perché noi z'abbiamo un orto che lo dovrebbe vedere,
è una merav...”
“Bene – la interruppe Paola Sterza che già si sentiva la
testa confusa – allora passiamo subito alle domande così ve
ne potete andare in fretta tutte e due.” E siccome non aveva
quasi più la forza di concentrarsi, il primo quesito fu per
entrambe, inaspettatamente, un argomento a scelta.
“Inizio io!!! - esclamò la Rizzo – son preparatissima sul
treno! Allora, prima di tutto l'etimolozia: la parola treno
deriva dal latino trahere, zoè tirare, che poi però si è
modificato passando dal franzese provenzale, comunque si
tratta di un mezzo di locomoz...”
Paola Sterza, con una botta tremenda, era caduta con la
faccia sulla scrivania. La Cremonesi e la Rizzo si
guardavano, dubbiose sul da farsi. Poi alla Cremonesi venne
un'idea: aprì la valigia, tirò fuori un paio di patate
fresche del suo orto e le passò sotto il naso della
direttrice, che prontamente si riebbe.
Questo non fu un bene per loro, però: gli occhi della Sterza
roteavano come quelli della bambina de “L'esorcista” e ciò
non faceva presagire niente di buono. Con un cenno d'intesa,
le due candidate si alzarono precipitosamente dalla sedia e
iniziarono a correre verso l'uscita, raggiunte da una voce
che sembrava provenire da distanze siderali: “Nun ve la do
manc'avvvvvoi, la batente... ve la scordate, la batente... “
E mentre la Rizzo si affrettava verso la stazione, la
Cremonesi la seguiva piagnucolando: “Uffa, però... peccato,
con tutto quello che avevo studiato... “
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