La patente

di Monica Anelli



Dopo la pausa pranzo, durante la quale Paola Sterza si era sbafata con un certo gusto mezzo chilo di ottimo croccante perso da Adelina durante la fuga precipitosa dalla scuola, era ora di riprendere gli esami.

La candidata successiva era tale Silvia Cremonesi da Cesena.

Alla direttrice sembrava di conoscerla da sempre, perché da quando si era iscritta aveva mandato almeno un'email al giorno. "Mo come mi vesto, mo bisogna mettersi eleganti? Se vengo sportiva fazzo brutta figura? Magari lì son tutti griffati... " (le era infatti arrivata voce che alcune candidate avrebbero indossato nientepopodimeno che capi di Dolce e Sottana, figuratevi!) E poi: "Spero di non deluderla, io ho studiato ma sa com'è, poi magari mi viene l'ansia, mi vien l'agitazione..." e ancora: "Magari gli altri candidati son più preparati di me, spero comunque di essere all'altezza”, “sono molto emozionata al pensiero di conoscerla” e via di questo passo.

La direttrice ogni volta la rassicurava, ma chissà perché non si aspettava niente di buono neanche da lei.

Puntualissima, Silvia Cremonesi varcò l'ingresso di Forumdrive accompagnata da una ragazza bionda dall'aria sognante. Paola Sterza la guardò bene e le sembrò di riconoscere una certa Elisabetta Rizzo, che però era prenotata per il giorno successivo.

“Mo mi scusi, dottoressa – disse quest'ultima – lo so che dovevo venire domani, ma mi son messa avanti perché non si sa mai, se poi il treno si rompe... si inzendia... viene dirottato... si spezza in due... si ferma in mezzo alla campagna... viene assaltato dai pirati... tutte cose che mi son capitate, veh? Dico mica così per dire... “

“Ellllllamiseria, che sfiga! - disse la Sterza – poverina, venga, si sieda. Se la signora Cremonesi non ha nulla in contrario potete dare l'esame insieme.”

“Va benissimo – rispose la Cremonesi – basta che non tardiamo troppo, perché z'ho tutti i pomodori all'aria e devo fare il sugo e poi abbiam raccolto mezzo quintale di patate che devo distribuire qua e là... a proposito, ne vuole mica un po' anche lei, così, gratis, eh? E poi ho lasciato le melanzane sul fuoco, chissà come le trovo quando torno, perché noi z'abbiamo un orto che lo dovrebbe vedere, è una merav...”

“Bene – la interruppe Paola Sterza che già si sentiva la testa confusa – allora passiamo subito alle domande così ve ne potete andare in fretta tutte e due.” E siccome non aveva quasi più la forza di concentrarsi, il primo quesito fu per entrambe, inaspettatamente, un argomento a scelta.

“Inizio io!!! - esclamò la Rizzo – son preparatissima sul treno! Allora, prima di tutto l'etimolozia: la parola treno deriva dal latino trahere, zoè tirare, che poi però si è modificato passando dal franzese provenzale, comunque si tratta di un mezzo di locomoz...”

Paola Sterza, con una botta tremenda, era caduta con la faccia sulla scrivania. La Cremonesi e la Rizzo si guardavano, dubbiose sul da farsi. Poi alla Cremonesi venne un'idea: aprì la valigia, tirò fuori un paio di patate fresche del suo orto e le passò sotto il naso della direttrice, che prontamente si riebbe.

Questo non fu un bene per loro, però: gli occhi della Sterza roteavano come quelli della bambina de “L'esorcista” e ciò non faceva presagire niente di buono. Con un cenno d'intesa, le due candidate si alzarono precipitosamente dalla sedia e iniziarono a correre verso l'uscita, raggiunte da una voce che sembrava provenire da distanze siderali: “Nun ve la do manc'avvvvvoi, la batente... ve la scordate, la batente... “


E mentre la Rizzo si affrettava verso la stazione, la Cremonesi la seguiva piagnucolando: “Uffa, però... peccato, con tutto quello che avevo studiato... “
 

 

 

 

 

 

 

a cura di Lucia Bartoli