La patente

di Monica Anelli


Dopo un thermos di tisana alla valeriana e una cinquantina di gocce di Rescue Remedy, Paola Sterza si sentiva pronta per affrontare il colloquio successivo, per quanto non esattamente pimpante.

Ma cosa stava succedendo? Un temporale in arrivo? Eppure continuava a splendere il sole, ma quelli sembravano proprio lampi... si avvicinò alla porta a vetri e davanti alla sede della scuola vide una donna bionda, che le ricordava vagamente un'ex ministra della pubblica (d)istruzione, che si faceva fotografare in tutte le pose e in tutti gli angoli: di fronte, di lato, di profilo, di sghimbescio, a testa in giù, sdraiata su un fianco... il fotografo era armato di una macchina che più professionale non si può: lo si sarebbe detto un paparazzo di professione.

“Questa dev'essere Lucia Bartoli – pensò la Sterza, alla quale stava già tornando l'ansia. Dopo una cinquantina di scatti, la candidata si decise a entrare, seguita dal fotografo.

“Buongiorno, sono Lucia Bartoli e questo è mio marito. Dove mi siedo? Su, facciamo in fretta che ho diverse cose da fare: visto che siamo qua ne approfittiamo per fare un po' i turisti e poi devo sistemare un paio di tabelle del sito della scuola, modificare un paio di codici javascript nei files index delle varie cartelle e cambiare nome alla pagina di default; e le statistiche dove le lasciate? Ci sono da fare anche quelle! In più devo finire una ppt per i miei alunni, ché mi metto già avanti per settembre, e ho anche una figlia che si sposa quindi devo organizzare il ricevimento, sistemare la casa, ordinare i fiori, scegl...”

“Vabenevabenevabene! - la stoppò la Sterza, già stordita. “Si sieda che così iniziamo”

La Bartoli aprì la borsetta e prima di sedersi attaccò alla sedia delle palline di una roba biancastra che aveva l'aspetto del chewing-gum masticato... di fronte alla faccia perplessa della direttrice la Bartoli si affrettò a spiegare: “Non si preoccupi, è patafix. Lo uso ovunque e per qualsiasi cosa, è così comodo! Per tenere insieme gli involtini al posto dello stuzzicadenti, per appendere i quadri di casa, per stendere i panni al posto delle mollette... anche quando mi siedo da qualche parte, come adesso, così... per motivi di sicurezza. Hai visto mai, un capogiro, un mancamento... con patafix sono tutt'uno con la sedia! Ed è riutilizzabile, sa? E' eccezionale, ma non lo conosce?”

“Pata... che? Vabbé, lasciamo perdere, va' e passiamo al nostro esame. Lei mi sembra una persona che sa il fatto suo, quindi spero vivamente di poterle rinnovare la patente” disse la Sterza, che non ci credeva manco lei ma doveva pure farsi forza. “Vediamo... sì, mi parli della struttura del motore”.

“Benissimo – rispose la Bartoli – dunque: la quasi totalità delle automobili adotta motori a combustione interna … bla bla bla.. tutti i motori per automobili sono alimentati da una miscela carburante-comburente, dove il comburente è sempre l’ossigeno atmosferico, mentre il carburante... bla bla bla … Il classico motore alternativo (detto anche motore a pistoni) a quattro tempi richiede quattro corse alternate del pistone, due discendenti e due ascendenti... bla bla bla... “

La Sterza non riusciva a seguire la candidata, che pure sembrava preparatissima, perché nel frattempo suo marito scattava fotografie a tutto spiano a qualsiasi oggetto presente nella stanza, dalla presa della luce alla ragnatela nell'angolo in alto del soffitto. Tutti quei flash cominciavano a innervosirla e a confonderla...

“Bene, secondo quesito: come si comporterebbe se dovesse accorgersi che ha una gomma bucata?”

“Ah, faccio in fretta: tre palline di patafix e il danno è riparato!”

“Questa è un pericolo pubblico” pensò la Sterza delusa ma, ormai stronata dai continui flash, fece finta di niente e pose il terzo e ultimo quesito. “Guardi, questa è un po' difficile, ma forse ci può arrivare... cos'è che tiene insieme il cambio e il differenziale?”

Lucia Bartoli rimase in silenzio per qualche secondo, in evidente difficoltà. Poi, con sicurezza, rispose: “Cos'è non lo so, ma io ci metterei sicuramente il patafix!”

Non si può descrivere l'espressione che si dipinse in faccia alla direttrice di fronte all'ennesima corbelleria della giornata: un basilisco in confronto sarebbe sembrato la fatina buona di Pinocchio.

Non parlò, non urlò. Nonostante questo, la Bartoli e suo marito ritennero opportuno lasciare in men che non si dica la scuola guida... ovviamente senza patente!

 

 

 

 

 

 

 

a cura di Lucia Bartoli