Dopo un thermos di tisana alla valeriana e
una cinquantina di gocce di Rescue Remedy, Paola Sterza si
sentiva pronta per affrontare il colloquio successivo, per
quanto non esattamente pimpante.
Ma cosa stava succedendo? Un temporale in arrivo? Eppure
continuava a splendere il sole, ma quelli sembravano proprio
lampi... si avvicinò alla porta a vetri e davanti alla sede
della scuola vide una donna bionda, che le ricordava
vagamente un'ex ministra della pubblica (d)istruzione, che
si faceva fotografare in tutte le pose e in tutti gli
angoli: di fronte, di lato, di profilo, di sghimbescio, a
testa in giù, sdraiata su un fianco... il fotografo era
armato di una macchina che più professionale non si può: lo
si sarebbe detto un paparazzo di professione.
“Questa dev'essere Lucia Bartoli – pensò la Sterza, alla
quale stava già tornando l'ansia. Dopo una cinquantina di
scatti, la candidata si decise a entrare, seguita dal
fotografo.
“Buongiorno, sono Lucia Bartoli e questo è mio marito. Dove
mi siedo? Su, facciamo in fretta che ho diverse cose da
fare: visto che siamo qua ne approfittiamo per fare un po' i
turisti e poi devo sistemare un paio di tabelle del sito
della scuola, modificare un paio di codici javascript nei
files index delle varie cartelle e cambiare nome alla pagina
di default; e le statistiche dove le lasciate? Ci sono da
fare anche quelle! In più devo finire una ppt per i miei
alunni, ché mi metto già avanti per settembre, e ho anche
una figlia che si sposa quindi devo organizzare il
ricevimento, sistemare la casa, ordinare i fiori, scegl...”
“Vabenevabenevabene! - la stoppò la Sterza, già stordita.
“Si sieda che così iniziamo”
La Bartoli aprì la borsetta e prima di sedersi attaccò alla
sedia delle palline di una roba biancastra che aveva
l'aspetto del chewing-gum masticato... di fronte alla faccia
perplessa della direttrice la Bartoli si affrettò a
spiegare: “Non si preoccupi, è patafix. Lo uso ovunque e per
qualsiasi cosa, è così comodo! Per tenere insieme gli
involtini al posto dello stuzzicadenti, per appendere i
quadri di casa, per stendere i panni al posto delle
mollette... anche quando mi siedo da qualche parte, come
adesso, così... per motivi di sicurezza. Hai visto mai, un
capogiro, un mancamento... con patafix sono tutt'uno con la
sedia! Ed è riutilizzabile, sa? E' eccezionale, ma non lo
conosce?”
“Pata... che? Vabbé, lasciamo perdere, va' e passiamo al
nostro esame. Lei mi sembra una persona che sa il fatto suo,
quindi spero vivamente di poterle rinnovare la patente”
disse la Sterza, che non ci credeva manco lei ma doveva pure
farsi forza. “Vediamo... sì, mi parli della struttura del
motore”.
“Benissimo – rispose la Bartoli – dunque: la quasi totalità
delle automobili adotta motori a combustione interna … bla
bla bla.. tutti i motori per automobili sono alimentati da
una miscela carburante-comburente, dove il comburente è
sempre l’ossigeno atmosferico, mentre il carburante... bla
bla bla … Il classico motore alternativo (detto anche motore
a pistoni) a quattro tempi richiede quattro corse alternate
del pistone, due discendenti e due ascendenti... bla bla bla...
“
La Sterza non riusciva a seguire la candidata, che pure
sembrava preparatissima, perché nel frattempo suo marito
scattava fotografie a tutto spiano a qualsiasi oggetto
presente nella stanza, dalla presa della luce alla ragnatela
nell'angolo in alto del soffitto. Tutti quei flash
cominciavano a innervosirla e a confonderla...
“Bene, secondo quesito: come si comporterebbe se dovesse
accorgersi che ha una gomma bucata?”
“Ah, faccio in fretta: tre palline di patafix e il danno è
riparato!”
“Questa è un pericolo pubblico” pensò la Sterza delusa ma,
ormai stronata dai continui flash, fece finta di niente e
pose il terzo e ultimo quesito. “Guardi, questa è un po'
difficile, ma forse ci può arrivare... cos'è che tiene
insieme il cambio e il differenziale?”
Lucia Bartoli rimase in silenzio per qualche secondo, in
evidente difficoltà. Poi, con sicurezza, rispose: “Cos'è non
lo so, ma io ci metterei sicuramente il patafix!”
Non si può descrivere l'espressione che si dipinse in faccia
alla direttrice di fronte all'ennesima corbelleria della
giornata: un basilisco in confronto sarebbe sembrato la
fatina buona di Pinocchio.
Non parlò, non urlò. Nonostante questo, la Bartoli e suo
marito ritennero opportuno lasciare in men che non si dica
la scuola guida... ovviamente senza patente!
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