Introduzione all'ecopsicologia
Introduzione all'Ecopsicologia
INTRODUZIONE ALL'ECOPSICOLOGIA RIFLESSIONI E PROSPETTIVE |
Questa è la storia
di uno di noi,
anche lui nato per caso in via Gluck,
in una casa, fuori città,
gente tranquilla, che lavorava.
Là dove c'era l'erba ora c'è
una città,
e quella casa in mezzo al verde ormai,
dove sarà?
Questo ragazzo della via Gluck,
si divertiva a giocare con me,
ma un giorno disse,
vado in città, e lo diceva mentre piangeva,
io gli domando, amico,
non sei contento?
Vai finalmente a stare in città.
Là troverai le cose che non hai avuto qui
potrai lavarti in casa senza andar
giù nel cortile!
Mio caro amico, disse,
qui sono nato.
In questa strada
ora lascio il mio cuore,
ma come fai a non capire
che è una fortuna, per voi che restate
a piedi nudi a giocare nei prati,
mentre là in centro io respiro il cemento.
Ma verrà un giorno che ritornerò
ancora qui
e sentirò l'amico treno che
fischia così
"wa, wa"!
Passano gli anni,
ma otto son lunghi,
però quel ragazzo ne ha fatta di strada,
ma non si scorda della sua prima casa,
ora coi soldi lui può comperarla,
torna e non trova gli amici che aveva, solo case su case,
catrame e cemento.
Là dove c'era l'erba ora c'è
una città,
e quella casa in mezzo al verde ormai,
dove sarà?
Ehi, Ehi,
La la la... la la la la la
Eh non so, non so perchè,
perchè continuano
a costruire le case,
e non lasciano l'erba
non lasciano l'erba,
non lasciano l'erba.
Eh no,
se andiamo avanti così, chissà
come si farà,
chissà ...
Attività di lettura
Il termine "Ecopsicologia" viene coniato nel 1989 da un gruppo di accademici di Berkeley che si incontrano per discutere del contributo che la psicologia può dare ad una diversa gestione della crisi ecologica contemporanea.
In Italia si parla per la prima volta ufficialmente di "Ecopsicologia" , nell'ambito del Convegno Internazionale "L'uomo e il paesaggio" organizzato da Marcella Danon e Niven Riva a Riomaggiore (SP) nel luglio del 1989 .
Nata dall'incontro tra Ecologia e Psicologia, l'Ecopsicologia si propone di promuovere la crescita personale e un superiore livello di consapevolezza individuale per permettere ad ogni singolo essere umano di essere, a pieno titolo, cittadino del pianeta terra , libero, creativo e responsabile.
L'Ecopsicologia mette in relazione la sensibilità dei terapeuti, la conoscenza degli ecologi, l'esperienza e l'etica degli ambientalisti per :
-
elaborare e perseguire un concetto di salute che possa includere anche l'ambiente e la sua salvaguardia;
-
definire strategie educative efficaci;
-
proprorre e sostenere una politica ambientalista dotata di solide basi filosofiche.
Sappiamo che non stiamo vivendo in modo sostenibile dal punto di vista ambientale, ma non abbiamo ancora capito che non stiamo vivendo in modo sostenibile anche dal punto di vista psicologico.
I danni ambientali di cui siamo tutti testimoni sono ormai enormi: deforestazione, riduzione della bio-diversità, buco dell'ozono, effetto serra, ma anche "effetto buio", piogge acide, contaminazioni di terreno con rifiuti tossici o uranio impoverito (usato nelle guerre degli ultimi anni).
All'interno di un sistema produttivo che vede considerare la quantità più importante della qualità, le cose più delle relazioni, l'ottimizzazione del tempo più della cura dello spazio, l'apparire più dell'essere, l'individuo è considerato merce, oggetto di un processo economico e, come tale, spinto a considerare merce ogni cosa che lo circonda : relazioni, natura, bellezza.
Per contrastare il paradigma utilitaristico è necessario riaffermare la dignità della persona umana e valicare l'orizzonte individualistico dell'Io per includere , in una visione unitaria , ... gli altri, l'umanità, la natura, il pianeta intero.
Qualche giorno fa si è concluso a Rio de Janeiro il quinto Forum organizzato da Onu – Habitat sul tema «Diritto alla città, rinforzare la coesione urbana». La campagna urbana mondiale ha fatto emergere che metà della popolazione mondiale vive nelle città e nei prossimi cinquant’anni si arriverà ai due terzi di tutta l’umanità. L’incontro, a cui hanno partecipato funzionari, amministratori, urbanisti e addetti ai lavori di vari settori, ha permesso di discutere per diversi giorni su come fare in modo che le città crescano in maniera coerente e pianificata, senza che l’anarchia del mercato crei la separazione tra le zone ricche e povere che caratterizzano le megalopoli di oggi.
E’ soprattutto nei Paesi in via di sviluppo che il fenomeno dell’urbanizzazione è a dir poco allarmante e nelle città di questi Paesi si concentra la crescita urbana, a causa dei contadini che abbandonano le campagne alla ricerca di migliori condizioni di vita concentrandosi nelle baraccopoli ai margini dei grandi centri urbani, facendo i conti con malattie, delinquenza e precarietà alimentare senza alcuna garanzia di una vita dignitosa. Obiettivo della Campagna urbana è quello di sostenere la formazione di partenariati tra politica e finanza, riunendo gli attori interessati dalla crescita delle politiche pubbliche e degli investimenti privati in materia urbanistica. Si vorrebbe creare un punto di incontro tra gli abitanti delle bidonville e i grandi gruppi industriali, ma sorgono dei dubbi sul tipo di “diritto alla città” progettato da questa conferenza.
Che fare? Alcune soluzioni da adottare, in quei Paesi dove il fenomeno sta raggiungendo livelli allarmanti, dovrebbero essere rivolte a sostenere l’agricoltura incentivandola, cercando di arginare il problema a monte. Inoltre bisognerebbe dare maggior peso alla sostenibilità delle città, riducendo il consumo di suolo e puntando al rispetto dell'ambiente per cercare di rispondere all'urbanizzazione sempre più fuori controllo. La pianificazione territoriale ed urbanistica deve essere fatta da chi realmente ne ha le competenze con il contributo della partecipazione e della giustizia sociale.
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