Presentazione

logonuovo La morte della donna amata
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Quando la morte della donna amata è un evento più immaginario che reale, la sua rappresentazione artistica si traduce in un fatto estetico piuttosto che etico. In questo lavoro presenteremo quattro testi , accostabili per tematica e per soluzioni adottate. Il percorso sarà corredato da immagini e offrirà suggerimenti, osservazioni, spunti attraverso opportune aree interattive.

Alida

Immagine di Alida Fonnesu



Icona iDevice I testi che leggeremo:


  • Testo 1 DANTE sogna la morte di Beatrice nella Vita Nova e la fa precedere da presagi spaventosi, che richiamano la morte di Cristo. Poi, improvvisa, arriva una presenza umana maschile indefinibile, un "omo scolorito e fioco" che dà la notizia sfolgorante: MORTA è la donna tua che era sì BELLA. In primo piano, col verbo al presente, la morte. Alla fine, col verbo al passato, la bellezza. Soggetto: la donna tua.

  • Testo 2 Solo apparentemente simile, ma diversissimo, è PETRARCA, che nei Trionfi idealizza e santifica la morte di Laura. Nella scena-spettacolo non c'è dolore ma pace, serenità e soprattutto bellezza, come in un dolce sonno. Il verso finale, calcato su quello dantesco, ne stravolge però la prospettiva: al primo posto la morte, divenuta soggetto, ma ingentilita e sdrammatizzata fino a essere bella (l'aggettivo è ripetuto due volte nel testo): MORTE BELLA parea nel suo BEL viso.

  • Testo 3 Chiaramente ricalcata sulla Laura petrarchesca è la Clorinda del TASSO, che muore - stavolta per davvero, ma si tratta di un personaggio fittizio - trafitta in duello dall'ignaro Tancredi, follemente innamorato di lei. La tragedia vera e propria si realizzerà dopo, nell'animo dell'eroe; la scena del trapasso è ancora accostata al languore del sonno; al bianco della neve si sostituiscono i colori "sacri" dei fiori con simbologia religiosa: il giglio (la purezza) e le viole (la penitenza).

  • Testo 4 Dorme davvero IPPOLITA nel Trionfo della Morte di D'ANNUNZIO, e sono suggestioni estetiche e morbose quelle che il protagonista, Giorgio Aurispa, prova nel contemplarla. Egli la vede dormire e la immagina morta, quasi la "vuole" morta per prolungare la sua estatica contemplazione della bellezza di lei. E così inscena una morte, con tanto di fiori, veri stavolta, e non evocati solo da una similitudine. Il bianco rimane colore predominante, ma è espresso dalla rosa, fiore della passione e dell'amore.

Test e immagini a cura di Paola Lerza- pagine web a cura di Lidia Locci

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