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Ginestra |
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Qui su l’arida schiena
del formidabil monte
sterminator Vesevo,
la qual null’altro allegra arbor né fiore,
tuoi cespi solitari intorno spargi,
odorata ginestra,
contenta dei deserti.
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……………………
E piegherai
sotto il fascio mortale non renitente
il tuo capo innocente:
ma non piegato insino allor indarno
codardamente supplicando innanzi
al futuro oppressor; ma non eretto
con forsennato orgoglio inver le stelle,
né sul deserto, dove
e la sede e i natali
non per voler ma per fortuna avesti;
ma più saggia, ma tanto
meno inferma dell’uom, quanto le frali
tue stirpi non credesti
o del fato o da te fatte immortali.
Dalla "Ginestra" di Giacomo Leopardi
La poesia fu composta probabilmente nella primavera del 1836, quando il poeta G. Leopardi era ospite dell’amico Antonio Ranieri nella villa Ferrigni alle falde del Vesuvio, presso Torre del Greco.
G. Leopardi nacque a Recanati il 29 Giugno del 1798 dal conte Monaldo e da Adelaide Antici. A sedici anni era già conosciuto come buon filologo, leggeva e scriveva in Greco ed in Latino, frutto del suo studio nella fornitissima biblioteca paterna. Ebbe una vita giovanile serena, e la fanciullezza passò tra giochi con i fratelli e studio.
L’infelicità del Leopardi nasce più tardi, è interiore, nell’animo, frutto di una tremenda e spaventevole solitudine che lo spinse ad abbandonare la speranza,la fede e la fiducia nella vita. Conosciuto Antonio Ranieri, letterato napoletano, ne divenne amico fedelissimo e fece di Napoli la sua seconda patria. Qui, infatti, morì nel 1837, probabilmente seppellito nella fossa comune dei colerosi a Capodimonte.