logo Storie del Lupo, della Volpe e di altri animali della foresta spaziopiccoli

Testo di Giacomo Ferrera - Immagini restaurate dagli originali dell'autore da Teresa Ducci, Lucia Maria Izzo e Liliana Manconi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

in camera

 

Bernardo pulisce la stanza del Re

rielaborazione grafica con elementi originali

a cura di Lucia Maria Izzo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

banchetto

 

Il banchetto del Lupo e della Volpe

rielaborazione grafica con elementi originali

a cura di Lucia Maria Izzo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

gamb

 

 

 

 

gamb2

Allo stagno dei ranocchi

Immagine rielaborata da Lucia Maria Izzo

26. Alla partenza dei cacciatori succede il finimondo

Il Lupo e la Volpe, nascosti in giardino, sentirono la voce del Re che gridava:

- Sveglia! si parte! Fuori i cavalli, i cani, i cacciatori e i ministri!

L'ordine fu seguito da un enorme frastuono: i cani, con tutti quei barattoli legati alla coda, cominciarono a correre spaventati in tutte le direzioni gettando lo scompiglio nei cavalli e negli uomini.

Il Lupo e la Volpe, sempre travestiti da cani, approfittarono della confusione generale e si infilarono nel palazzo. In un baleno salirono le scale e si nascosero sotto il letto del Re, dove nessuno li avrebbe scovati. Da lì sentirono che il frastuono a poco a poco diminuiva finchè, quando tutti partirono, ci fu un grande silenzio.

27. La Gazza resta sul tetto e canta, mentre il Lupo e la Volpe si danno da fare

Il silenzio fu rotto dalla Gazza che, dimenticandosi di nuovo di essere travestita da gallina, si mise a cantare così:

CRA cra cra!
Bernardo vien qua,
Cre cre cre!
nella stanza del Re
Cri cri cri
come fa tutti i dì
Cro cro cro!
Si nasconda chi può
Cru cru cru!
finchè lui torna giù.

Il Lupo e la Volpe, nascosti sotto il letto, si fecero piccoli piccoli.

Bernardo entrò, mise a posto frettolosamente la camera senza accorgersi di nulla e quindi scese giù in cucina a chiacchierare con Filomena.

Il Lupo aveva dormito per terra per tutta la sua vita. Perciò per prima cosa, quando Bernardo uscì, fece un salto sul letto del Re e cominciò a fare le più allegre capriole, tanto che rischiò di far cadere il baldacchino. Quando si sentì stanco, si accucciò ben bene tra le lenzuola e si fece una bella dormita. Lo svegliò molto tardi la voce della Volpe che gli disse:

- Non hai fame?

Il Lupo si accorse di avere una fame da lupo. Intanto la Gazza ladra, ricordandosi di essere travestita da gallina, cantava:

Coccodè! coccodè!
Non c'è alcuno giù alla mensa,
ed è aperta la dispensa.
Ricordatevi di me!
Coccodè! Coccodè!

Il Lupo scese le scale cauto e guardingo, mentre la Volpe dall'alto faceva la guardia. Tornò poco dopo carico e stracarico d'ogni ben di Dio: c'erano anche le noccioline che piacevano tanto alla Gazza. Chiusero la porta e tutti e tre, sul letto reale, fecero un bel pranzetto. Dopo di che, la Gazza tornò sul tetto, la Volpe si accucciò sul tappeto e il Lupo, con tutte le sue pulci, tornò tra le lenzuola, dove fece un'altra bella dormita.

28. Al calare della sera conviene tornare alla foresta

Il Lupo e la Volpe furono risvegliati di colpo dalla Gazza che, dimenticandosi di essere travestita da gallina, cantava a squarciagola:

Cre cre cre! Torna il Re!
E' l'imbrunir, convien partir.
Prendo il volo e me ne vo.
Cro cro cro!

- Brutto uccellaccio spennacchiato - gridò il Re - che mi vieni a gracchiare sul tetto e a sporcare il terrazzo, adesso ti aggiusto io!

Ma non fece a tempo a imbracciare il fucile: la Gazza volava già lontana, verso la foresta, e nella fretta perdeva tutte le piume di gallina con le quali era mascherata. Il Re continuava a gridare:

- Dove si saranno cacciati quei briganti del Lupo e della Volpe che non abbiamo trovato nella foresta? Bernardo, dove sei? Hai guardato se si sono nascosti di nuovo nel sottoscala?

- Non ci sono. Ho guardato bene oggi - rispose Bernardo.

Il Lupo e la Volpe, che avevano sentito tutto, in un lampo descesero a pian terreno e si nascosero proprio nel sottoscala, certi che nessuno li avrebbe trovati. Da lì sentirono il Re che diceva:

- Non voglio cena: me ne vado a letto.

Poco dopo saliva le scale, mentre il Lupo e la Volpe si tenevano pronti a fuggire. L'occasione favorevole fu offerta proprio dal re, che dal piano di sopra si mise a gridare:

- Bernardo! Filomena! venite tutti qui! Questo non è un letto, ma una cuccia per cani, piena di pulci e di puzze! Questo non è un palazzo reale, ma un serraglio! Guardate qui: anche i resti del pasto delle belve!

Quando tutti corsero al piano di sopra, il Lupo e la Volpe uscirono dal palazzo e si diedero alla fuga, ma tutti i cani si misero ad abbaiare. Il Re, affacciatosi alla finestra, riconobbe i due manigoldi.

- Eccoli! eccoli! - gridava.

Il primo a sentirli fu Sentetutto. Il secondo a vederli fu Vedetutto. Gambalesta, Salterello e Ciclone si buttarono all'inseguimento nella grande pianura. Stavano per acchiappare il Lupo, quando a Ciclone scappò uno dei suoi potenti starnuti, che mandò a gambe all'aria Saltarello e Gambalesta. Così il Lupo e la Volpe riuscirono ancora a riguadagnare le distanze. Correvano così forte che si lasciavano dietro le nuvolette di polvere, mentre cercavano disperatamente di raggiungere il cespuglio dietro il quale era nascosta la motocicletta.

Ma Saltarello e Gambalesta si avvicinavano sempre più minacciosi.

29. Il motore non parte e gli inseguitori arrivano

Finalmente il Lupo e la Volpe arrivarono al cespuglio; il Lupo tirò subito fuori la motocicletta e cercò di metterla in moto. Ma per quanti sforzi facesse, non riusciva a far partire il motore. Intanto, Saltarello e Gambalesta arrivarono.

La Volpe riprese la fuga, inseguita da Gambalesta, mentre Saltarello, per prima cosa, cercò di dare una bella legnata al Lupo, il quale non rimase ad aspettarla. Con un ultimo sforzo riuscì ad avviare il motore, che partì con il rombo di un tuono. Saltarello rimase con un palmo di naso, ma riprese l'inseguimento. Il Lupo però correva come un fulmine! Raggiunse la Volpe, la fece sedere sul sellino posteriore e poi via di nuovo, su per le montagne e giù per interminabili discese.

Saltarello e Gambalesta, per quanto corressero, non riuscivano a raggiungere il Lupo, il quale volle allora fare uno dei suoi scherzi. A corsa folle andò verso lo stagno dei ranocchi. Giunto in prossimità dell'acqua, con una magistrale sterzata si tirò da parte. Ma Saltarello e Gambalesta non riuscirono a frenare nè il gran salto, nè la veloce rincorsa.

- Pluff! - fece Saltarello cadendo in acqua dall'alto.

- Patapùnfete! - fece Gambalesta arrivando di corsa in mezzo allo stagno.

E rimasero tutti e due lì per un bel po'. Quando, a notte fonda, riuscirono a riguadagnare la riva, si trovarono tutti bagnati, infangati e con le tasche piene di ranocchi.

Il Lupo e la Volpe già se ne stavano all'asciutto, nelle loro tane, e ridacchiavano pensando alle belle avventure della giornata e al Re che a quell'ora si agitava nel suo letto pieno di pulci e di puzze.

indietro home

    Pagine web a cura di Paola Lerza