logo Storie del Lupo, della Volpe e di altri animali della foresta spaziopiccoli

Testo di Giacomo Ferrera - Immagini restaurate dagli originali dell'autore da Teresa Ducci, Lucia Maria Izzo e Liliana Manconi

 

 

 

 

 

 

 

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Il Lupo sulla motocicletta

Immagine rielaborata da Liliana Manconi

19. Alla quercia grande si trasmettono brutte notizie

 

Il mattino seguente il Lupo e la Volpe si recarono subito alla quercia grande per sentire cosa avrebbe detto il Merlo dal becco giallo. Arrivarono giusto in tempo. Difatti, la Cornacchia Giornalaia già svolazzava gridando:
- Ultime notizie della notte! Importanti novità per gli animali del bosco!
Subito dopo, il Merlo si affacciò al suo nido e incominciò a parlare così:

 Attenzione! Il Re domani
torna qui con tutti i cani.
Gambalesta e Saltarello
sono armati di randello.
Cento sono i cacciatori
che domani verran fuori.
Ed ancora vi consiglio
di cercarvi un nascondiglio.

Detto ciò, il Merlo dal becco giallo rientrò nel suo nido.

Il Lupo e la Volpe sapevano benissimo che il Re cercava proprio loro e quindi, per prima cosa, pensarono a fuggire.

20.  Qualcuno ripesca la motocicletta

Il Lupo corse allo stagno e riuscì a ripescare la sua motocicletta, che tempo addietro era volata in fiamme nelle acque dopo una corsa folle. Lavorò tutto il santo giorno davanti alla sua tana per riparare i guasti a quel veicolo di sua invenzione al quale ora, dovendo fuggire, era diventato di colpo molto affezionato. Mentre martellava barattoli e legava pezzi di legno e lamiere con fili di ferro e spago, la Volpe guardava pensierosa e zitta. Alla fine disse:

- Ho trovato. Questa sera ci nasconderemo di nuovo nel palazzo del Re.

- Io non ci vengo e scappo con la moto - rispose il Lupo.

- Invece verrai. E troveremo anche il modo di fare un bel pranzetto.

Di fronte a questo argomento il Lupo, che era un ingordo, si lasciò convincere.

21. Il sole tramonta e torna la Gazza ladra

Verso sera, il Lupo caricò la Volpe sul sellino posteriore della motocicletta e in un baleno raggiunse il margine della foresta. Qui si fermò e nascose con cura il veicolo sotto un cespuglio.

- Adesso andiamo a piedi fino al palazzo del RE - disse la Volpe

Una voce dal cielo soggiunse:

- Vengo anch'io con voi!

Era la Gazza ladra che, nel dire così, si posò sul solito rametto.

22. Il Carnevale confonde l'uomo e l'animale

Approfittando del carnevale, su suggerimento della Volpe, i nostri due personaggi si travestirono da cani e la Gazza ladra si mascherò da gallina. Così combinati, si avvicinarono al palazzo reale senza destare sospetti: infatti il Lupo e la Volpe di tanto in tanto facevano "bau bau" e la Gazza, cantando "coccodè", si confuse con le galline che starnazzavano sul prato.

Ormai calava la notte. Quando nel palazzo tutti andarono a dormire e tutte le luci si spensero, la Gazza volò sul tetto; il Lupo e la Volpe passarono davanti al canile per andare a nascondersi in giardino. Ma furono troppo precipitosi, perchè svegliarono tutti i cani, i quali si misero ad abbaiare furiosamente. Il Lupo e la Volpe si videro perduti.

23. L'autorità del Re salva la situazione

Una voce potente coprì tutti i latrati e tutti i guaiti dei cani: era il Re, in camicia da notte e pantofole, che dal terrazzino della sua camera da letto gridava:

- Andate a cuccia, brutte bestiacce! E lasciatemi dormire in pace. Questo non è un palazzo reale, ma una cagnara. A cuccia, ho detto!

I cani, obbedienti, tornarono a dormire; il Lupo e la Volpe, assieme a loro, fecero finta di fare altrettanto.

24. Il Lupo non riesce a stare fermo

Quando tutti i cani furono addormentati, il Lupo e la Volpe quatti quatti uscirono in giardino in attesa del momento più adatto per entrare nel palazzo e nascondersi. La Gazza ladra avrebbe lei stessa dato il segnale dal tetto.

Ma la notte era lunga e le ore trascorrevano lente. Il Lupo, per fare qualcosa, raccolse tutti i barattoli vuoti che la cuoca Filomena aveva buttato dalla finestra e, benchè la Volpe lo scongiurasse di stare fermo, se ne tornò nel canile. Nel massimo silenzio, senza svegliare neppure un cane, con infinita pazienza legò un barattolo vuoto alla coda di ognuno. Quindi, con aria indifferente, tornò in giardino dove l'aspettava la Volpe.

25. La Gazza all'alba comincia a cantare

La Gazza ladra se ne stava sul tetto del palazzo reale. Secondo le istruzioni avute dalla Volpe, al sorgere del sole comiinciò a dare le notizie facendo finta di cantare. Nel tentativo di imitare il Merlo dal becco giallo e dimenticandosi di essere travestita da gallina, incominciò così:

Giù dal letto salta il Re.
Cre cre cre!
Or si lava mani e faccia
Or si veste per la caccia.
Guarda il cielo dal terrazzo
del palazzo
e tra poco scenderà.
Cra cra cra!

- Ma senti quella scema di gallina sul tetto! pensava il Re - gracchia invece di cantare.

Poco dopo la Gazza ladra, ricordandosi di essere travestita da gallina, riprese a cantare:

Dalle scale scende il Re.
Coccodè! Coccodè!

- Quella gallina deve essere proprio matta! - pensava il Re.

 

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