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L'Orlando Furioso Rivisitazione in chiave semiseria a cura di Paola Lerza |
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ATTO II - SCENA VI |
Personaggi:
ASTOLFO, ARIOSTO, SELVA 15, ALESSANDRA Scena vuota AST – Luna crescente –rischio per niente! Luna calante – pericolo costante! Ma guarda un po’ se ci dovevano mandare proprio me, sulla luna! Almeno passassi anche io alla storia come quell’astronauta americano… come si chiamava? Ah, sì… Armstrong… Neil Armstrong, il primo uomo sulla Luna! 20 luglio 1969! Balle, altro che! Il primo uomo sulla Luna sarò io! Astolfo 1520! E perché poi? Per far rinsavire quel fesso di Orlando! Bah… che mondo! LUD – Ma Astolfo, via! Tu sei un cavaliere puro e leggiadro, l’unico in grado di cavalcare l’ippogrifo e di levarti al di sopra della sfera del fuoco, e di… AST – seeeeeeeeeeeee… dicono tutti così quelli che ti vogliono fregare! Ti si legge la malafede lontano un miglio, caro Ariosto! E poi… siamo sicuri che sia davvero affidabile, questa bestia? LUD – Vai, vai tranquillo e non fare tante storie! (Astolfo vola – entrano le nuvole e danzano - Musica: Mozart., Marcia turca) (Astolfo atterra rumorosamente davanti a un cumulo di rifiuti portati dalle nuvole) AST – E cos’è sta roba? La discarica di Scarpino? Che schifo! Questa è la monnezza di Napoli, altro che luna! Ecco dove l’hanno messa, la monnezza! Tutta su questo palcoscenico! Eh, signori miei… sulla luna c’è tutto quello che l’uomo perde sulla terra, e pure quello che non vuole avere: la spazzatura, le scorie radioattive, la speculazione edilizia… madonna mia, se qui arrivano gli ambientalisti è un casino… vediamo un po’ che cosa è questa roba qua… gli appunti di filosofia! Per carità! E questo cos’è? Il diario del mio compagno di banco… ma fatemi il piacere! (continua a frugare nella spazzatura) SELVA 15 Lungo sarà, se tutte in verso ordisco le cose che gli fur quivi dimostre; che dopo mille e mille io non finisco, e vi son tutte l'occurrenze nostre: sol la pazzia non v'è poca né assai; che sta qua giù, né se ne parte mai. LUD – Pazzia, magia e fantasia… queste stanno tutte a casa mia! ALE – (dalla platea) soprattutto la prima che hai detto, tesoro mio! AST – Oh, ecco! Seno di Angelica, coseno di Orlando e tangente di Ludovico Ariosto… pagata per far stare buoni quei due… ecco che si scoprono gli altarini! LUD – Cerca meglio, disgraziato, che ci dovrebbe essere anche il senno, quello con due enne! AST – E ho capito, ma la prossima volta prima di mandarmi qui fateci venire quelli della derattizzazione, accidenti! Aspetta… aspetta che ho capito tutto! (esce e rientra con una lattina di Coca Cola in mano) Ecco qua! LUD – E quella dove l’hai presa? AST – Alle macchinette, naturalmente! Sono meravigliose, le macchinette, direi provvidenziali per risolvere i momenti di sconforto! LUD – Ma quella è una lattina di Coca Cola! AST – Embè? Se conti che il senno di Orlando è acqua fresca… almeno questa è un po’ meglio, no? Se non altro è zuccherata! Non ti preoccupare, ci penso io! E tu fidati una buona volta, santo cielo! (rimonta in sella all’Ippogrifo ed esce) LUD – Ah, non c’è più rispetto! Non c’è più religione! Roba da matti! (torna a sedersi) (Le Nuvole escono danzando e portandosi via i rifiuti - Musica: Mozart., Marcia turca) SIPARIO APERTO |
ATTO II - SCENA VI |