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LA GABBIANELLA E IL GATTO

CHE LE INSEGNÒ A VOLARE

 

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Scena seconda

 

Zorba (si affaccia al balcone, si stiracchia, la musica sfuma): -  Ahhhhh, ecco, sono tutti partiti per le vacanze. Mi aspettano tre settimane di pace e libertà.

I gatto (entra): -  Ehi Zorba, vecchio amico, scendi un pochino qui da noi ad esplorare il porto. C’è sempre qualcosa di buono offerto dai pescatori.

II gatto: -  Su, dai, non farti pregare. Sei il solito pigrone.

Zorba: -  Se non foste miei amici vi farei assaggiare una delle mie unghie sul muso. Pigrone a me … miiiiaaaaooooo. (sbadiglia)

II gatto: -  Mamma mia che caratteraccio. Parli bene tu che non devi penare per avere il pranzo e la cena.

I gatto: -  Eh, lui è stato adottato da un bambino speciale che lo riempie di coccole ...

II gatto: -  …e soprattutto di cibo, buonissimo cibo di prima qualità.

Zorba (pigramente): -  Sì, non mi posso lamentare. Qui sono trattato come un principino e in cambio offro fusa e il mio pancino per i grattini … qualche volta mi affatica un po’ tutto questo, uff … (si lecca una zampina)

I gatto (ironicamente): -  Poverino, povero Zorba; che vita complicata, quanta fatica.

II gatto: - Che vitaccia … che vitaccia! (ridono)

Zorba: -  Ma voi non lo sapete che cosa significa vivere lasciando che i giorni passino uno dopo l’altro senza che succeda nulla. (scende) Eccomi qua, dove andiamo adesso?

I gatto: -  Al porto, che domande. Al porto succede sempre qualcosa.

II gatto: -  Andiamo a sentire le ultime novità.

Zorba (ironico):Sai che divertimento … io ho un cattivo ricordo del porto. Quando ero piccolo, anzi, piccolissimo volevo andare in giro per il mondo e per poco …

I gatto: -  Ma sì, ma sì … ce l’hai raccontato mille volte. A momenti finivi in becco ad un pellicano.

Zorba: -  Ma che a momenti! Ci sono finito davvero, a momenti mi ingoiava …

II gatto
: -  E se non fosse stato per il bambino che ti ha adottato, che ti ha salvato, saresti andato nel suo stomaco … brrrr, non ci posso pensare.

Zorba: - Quello stupido di un pellicano mi aveva scambiato per una rana nera. No grazie, quell’esperienza m’è bastata e avanzata … Andate voi, io resto qua.

I gatto: -  Sei proprio impossibile Zorba.

II gatto: -  Non sembri nemmeno un gatto.

Zorba: -  Io sono un gatto, un gatto nero, grande e grosso. Faccio paura ai bulli della zona, quei gattacci che invece vi spaventano tanto. Per me è sufficiente mettere in mostra queste (mostra le unghie) e scappano come conigli, ah ah ah! Sono un gatto io, un vero gatto! (balletto ”Siamo gatti”, dalla colonna sonora del film, al termine del quale i due salutano Zorba) Sì, sì andate. A me è bastata l’avventura che ho vissuto da piccolo (si aggira pigramente sul palcoscenico, si sente una specie di sibilo e un gran fracasso sul balcone. Zorba torna su e osserva come se realmente ci fosse la gabbiana precipitata). Ma che razza di coso è questo? È tutto molle, nero, e puzzolente (la tocca con le zampe) ma si muove, pare un uccello … Cosa posso fare? Amici, amici tornate indietro. È successa una cosa pazzesca!

I gatto: -  Che c’è? Che vuoi?

II gatto: -  Ci hai ripensato? Vieni con noi?

Zorba: -  Salite, venite a vedere. (salgono)

I gatto: -  Ma che cos’è questa cosa?

Zorba: -  E che ne so, ha un coso a punta.

II gatto (sorpreso): -  E’ un becco, è un uccello!

Zorba: -  Sta dicendo qualcosa, state zitti che non capisco.

I gatto: -  “Salvate il mio uovo, salvate il mio uovo”. Ma che significa?

II gatto: -  E chi lo sa.

I gatto: -  Dobbiamo chiedere un consiglio, venite con me, so io da chi dobbiamo andare.

Zorba: -  Uffa, lo sapevo io che la pace doveva finire … (escono)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Apparato didattico