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Marocco

Dicembre 2008-Gennaio 2009

a cura di Teresa Ducci

Fes

La più antica delle città imperiali, la città dell’artigianato.
Su Places des Alaouites si affaccia il Palazzo reale dalle grandi porte dorate che brillano alla luce del sole.
Accanto al palazzo reale si apre il mellah, ossia il quartiere ebraico caratterizzato dai balconi in legno decorati in ferro battuto. Un quartiere molto attivo e vivace con  decine di botteghe che vendono di tutto
La Bab Boujeloud  è la porta principale di Fes. Interamente smaltata di blu  (il colore di Fes) all'esterno e di verde (il colore dell'Islam) all'interno.
Essa segna l'ingresso nella medina di Fas al Bali, un dedalo di stradine, piazzette, vicoli ciechi in cui è facile perdere l'orientamento. Anche qui  i muli costituiscono il solo mezzo di trasporto merci all'interno dei suq e il tipico olezzo avverte,  prima delle grida dei  mulattieri, di fare spazio e lasciar passare l'animale carico.
Fes è anche la città della concia e non poteva mancare una visita alla conceria. Qui ci si è parato di fronte, in tutta la sua drammaticità, il rovescio delle giacche e borse di pelle che tanto amiamo. Dal terrazzo del laboratorio si prende coscienza delle condizioni di lavoro dei conciatori. Una infinita spianata di vasche, bianche (quelle della calce) e colorate( quelle delle tinture) dove gli operai sono costretti  ad essere immersi fino al ginocchio e sottoposti alla continua inalazione di acidi a cui si aggiunge l’odore della carne putrefatta e del guano di piccione, usato nella concia perché molto ricco di ammoniaca. Condizioni di lavoro che  sarebbero state giudicate non umane già nel Medioevo. Ai visitatori, per alleviare la puzza che regna ovunque, viene dato un ramoscello di menta da tenere costantemente sotto il naso.