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Rwanda
Agosto 2011

a cura di Teresa Ducci

 

Tra Natura,  Memoria e Ricostruzione

Quadri di vita
 

 

 

 

Foto Bambini

 

 

 

 

 

 

 

Foto  Mercato


La vita in Ruanda non sembra facile. Nonostante l’abbondanza di laghi e fiumi presenti sul territorio, spesso l'acqua viene a mancare anche negli alberghi della capitale. Le infrastrutture per canalizzare le acque nei centri abitati non sono sufficienti o addirittura mancanti per cui la maggior parte degli abitanti, soprattutto quelli fuori città, non ne hanno assolutamente nelle loro case. Per sopperire a questa mancanza, tutti, donne, uomini, bambini, ragazzi si recano presso le sorgenti o qualche fontanella, nei migliori dei casi, con le loro taniche gialle, per approvvigionarsi di acqua. Anche l’elettricità è scarsa. Rare le insegne luminose nelle città e fuori città. Nei villaggi sotto le colline, l’elettricità potrebbe mancare del tutto. Gli elettrodomestici più usati sono il fornello a carbone così come il ferro da stiro altrettanto a carbone.
Il lavoro nei campi è del tutto manuale. Gli attrezzi agricoli si limitano a vanghe e zappe. Indistintamente, uomini e donne, lavorano i campi a parità di mansioni e di fatica.

I Bambini  
Una cosa che colpisce ed intenerisce in Ruanda è la moltitudine di bambini. Ti corrono incontro scalzi, molti con i vestiti laceri e sporchi. Ti sorridono e da quel visino nero spuntano, come in rilievo, gli occhi ed i denti bianchi. Sono belli e……..faticano quando con le loro taniche vanno a prendere l’acqua al vicino fiume o lago e se la caricano fino a casa per ben due volte al giorno.
Passando con il pulmino, si vedono spuntare all’improvviso da dietro i tronchi dei banani, da dietro le case, da dietro i cespugli ed in battibaleno si affollano sul ciglio della strada e salutano con le mani gridando: “Muzungu, muzungu!!” che vuol dire uomo bianco. Qualcuno pretende addirittura di fare a gara con il pullman correndogli dietro per un breve tratto e poi, rassegnato, si ferma e continua a salutare con la mano fino a scomparire dietro la prima curva. Quando siamo a piedi la comunicazione diventa più intensa e quasi come un rituale abitudinario chiedono soldi, ma senza insistere, con discrezione e non portano rancore se non gli vengono dati. Continuano a seguirti in silenzio, a prenderti per mano, magari a farti da guida. Nessuno li cerca, nessuno li richiama a casa. Forse solo apparentemente, ma……….. sembrano già, a cinque o sei anni, adulti autonomi ed indipendenti.

Le case  
Le case di fango rosso con i tetti di lamiera, avvolte nei bananeti, si susseguono scomposte lungo la strada principale. Vicino pascola qualche mucca o capra insieme ai bambini che giocano scalzi nella terra rossa.

Il Mercato  
Di mattina presto gli uomini trascinano bici cariche di caschi di banane lungo la strada carrozzabile insieme alle donne che a piedi, con i loro cuccioli dietro la schiena ed in testa cesti pieni di frutta, verdura, polli, vanno al mercato per vendere la loro merce. Una fila interminabile e multicolore si snoda sul ciglio della strada.
Il Mercato ruandese è molto vivace ed operativo. I venditori e le venditrici non si limitano a vendere il prodotto finito, ma provvedono a cucire un abito o riparare scarpe in un tempo ragionevole.
Le bancarelle delle stoffe che pendono da strutture in legno, con i loro colori accesi e i disegni geometrici  formano grandi quadri astratti. Gli odori del mercato si fondono in un peculiare olezzo che va dall’acre odore dei sambasa (piccolissimi pesciolini bianchi essiccati) al più dolce odore della variatissima frutta fresca, a quello della plastica delle bancarelle kitsch e dei polli vivi.
La gente grida per richiamare i clienti, contratta animatamente e qualcuno alza il volume della musica africana. Attenzione a fotografare le persone. Non tutti gradiscono una foto, è sempre meglio chiedere il permesso.