La vita
in Ruanda non sembra facile. Nonostante l’abbondanza di laghi e
fiumi presenti sul territorio, spesso l'acqua viene a mancare anche negli alberghi
della capitale. Le infrastrutture per canalizzare le acque nei centri
abitati non sono sufficienti o addirittura mancanti per cui la
maggior parte degli abitanti, soprattutto quelli fuori città,
non ne hanno assolutamente nelle loro case. Per sopperire a
questa mancanza, tutti, donne, uomini, bambini, ragazzi si
recano presso le sorgenti o qualche fontanella, nei migliori dei
casi, con le loro taniche gialle, per approvvigionarsi di
acqua. Anche l’elettricità è scarsa. Rare le insegne luminose
nelle città e fuori città. Nei villaggi sotto le colline,
l’elettricità potrebbe mancare del tutto. Gli
elettrodomestici più usati sono il fornello a carbone così come
il ferro da stiro altrettanto a carbone.
Il lavoro nei campi è del tutto manuale. Gli attrezzi agricoli
si limitano a vanghe e zappe. Indistintamente, uomini e donne,
lavorano i campi a parità di mansioni e di fatica.
I
Bambini
Una cosa che colpisce ed intenerisce in Ruanda è la moltitudine
di bambini. Ti corrono incontro scalzi, molti con i vestiti
laceri e sporchi. Ti sorridono e da quel visino nero spuntano,
come in rilievo, gli occhi ed i denti bianchi. Sono belli
e……..faticano quando con le loro taniche vanno a prendere
l’acqua al vicino fiume o lago e se la caricano fino a casa per
ben due volte al giorno.
Passando con il pulmino, si vedono spuntare all’improvviso da dietro i tronchi
dei banani, da dietro le case, da dietro i cespugli ed in
battibaleno si affollano sul ciglio della strada e salutano
con le mani gridando: “Muzungu, muzungu!!” che vuol dire uomo
bianco. Qualcuno pretende addirittura di fare a gara con il
pullman correndogli dietro per un breve tratto
e poi, rassegnato, si ferma e continua a salutare con la mano
fino a scomparire dietro la prima curva. Quando siamo a
piedi la comunicazione diventa più intensa e quasi come un
rituale abitudinario chiedono soldi, ma senza insistere, con
discrezione e non portano rancore se non gli vengono dati.
Continuano a seguirti in silenzio, a prenderti per mano, magari
a farti da guida. Nessuno li cerca, nessuno li richiama a casa.
Forse solo apparentemente, ma……….. sembrano già, a cinque o sei
anni, adulti autonomi ed indipendenti.
Le case
Le case di fango rosso con i tetti di lamiera, avvolte nei
bananeti, si susseguono scomposte lungo la strada principale.
Vicino pascola qualche mucca o capra insieme ai bambini che
giocano scalzi nella terra rossa.
Il
Mercato
Di mattina presto gli uomini trascinano bici cariche di caschi
di banane lungo la strada carrozzabile insieme alle donne che a
piedi, con i loro cuccioli dietro la schiena ed in testa cesti
pieni di frutta, verdura, polli, vanno al mercato per vendere la
loro merce. Una fila interminabile e multicolore si snoda sul
ciglio della strada.
Il Mercato ruandese è molto vivace ed operativo. I venditori e
le venditrici non si limitano a vendere il prodotto finito, ma
provvedono a cucire un abito o riparare scarpe in
un tempo ragionevole.
Le bancarelle delle stoffe che pendono da strutture in legno, con i loro colori accesi e i disegni
geometrici formano grandi quadri
astratti. Gli odori del mercato si fondono in un peculiare
olezzo che va
dall’acre odore dei sambasa (piccolissimi pesciolini bianchi
essiccati) al più dolce odore della variatissima frutta fresca,
a quello della plastica delle bancarelle kitsch e dei polli
vivi.
La gente grida per richiamare i clienti, contratta animatamente
e qualcuno alza il volume della musica africana. Attenzione a
fotografare le persone. Non tutti gradiscono una foto, è sempre
meglio chiedere il permesso. |