Artigianato artistico: Imigongo
Agli inizi
del XIX secolo un giovane principe ruandese ideò una nuova forma
d'arte per decorare le case che consisteva nel riprodurre sui
muri spirali e forme geometriche dai significati simbolici.
La
cooperativa Kakira, che nasce da un gruppo di donne, ispirandosi a questa arte antica, ne
riprende i motivi geometrici, aggiunge scene di vita quotidiana
o disegni astratti per realizzare tavolette in legno molto
decorative. La particolarità degli Imigongo è che sono creati
utilizzando solo prodotti naturali come lo sterco di mucca per
formare la struttura e il rilievo dei dipinti, argille e
vegetali per ottenere i colori. Oggi l’Imigongo è una delle
forme di artigianato artistico più apprezzato in tutto il Ruanda
e fuori.
Le
Città
Le città sono molto trafficate e presidiate. Ovunque si
incontrano militari armati che non ti permettono di
fotografarli, ma vigilano ogni punto strategico. Solo le strade
principali sono asfaltate. Basta allontanarsi di poco dal centro
ed inoltrarsi nelle zone periferiche che ci si ritrova su strade
e piazze di terra rossa.
I mezzi di trasporto vanno dai
pulmini
di piccola dimensione sempre sovraffollati di gente ai taxi ed
ai più economici bici taxi. Senza dubbio i
più usati sono i MotoTaxi: ragazzi molto
giovani ti offrono un casco e per pochi franchi ti trasportano
da un punto all’altro della città svicolando in mezzo al
traffico ed usando abbondantemente il clacson, del resto come
tutti gli altri veicoli. Come i mototaxi drivers facciano a
ritrovare le destinazioni è un mistero perchè le vie della
città non hanno nomi.
Un sabato al mese, di mattina, dalle ore sette alle undici, le
città si svuotano: è il sabato dell’ Umuganda quando
tutti i cittadini adulti ed abili sono chiamati dal governo a
svolgere un lavoro di utilità sociale come trasportare pietre
per la costruzione di una scuola, ripulire un luogo pubblico,
riempire di terra le buche delle strade che la pioggia ha
scavato
ecc.
Kigali, la caotica capitale del Ruanda, nel sabato dell’Umuganda
è ferma. I negozi sono chiusi, le auto non circolano. Anche il
nostro gruppo è fermo perchè sia l' autista che la guida
ruandese sono impegnati nell'Umuganda. Il silenzio
sovrasta la città. Bisogna aspettare mezzogiorno per
vederla riprendere vita pian piano, fino a riacquistare il suo
aspetto di città capitale.
Il nostro
viaggio si conclude a Kigali da dove era iniziato.
“La terra delle mille colline” si allontana sempre di più sotto
l’ala dell’aereo ed appare come una fitta rete di strade di
terra rossa con case, bananeti e vegetazione dalle
mille sfumature.
Ritornano in mente i volti, i sorrisi e gli occhi della sua
gente, ma soprattutto la forza per ricostruire la propria vita
tenendo viva la memoria dei fatti accaduti per superarli e
riallacciare rapporti sociali sulla solidarietà e tolleranza: un
impegno psicologico ed emotivo non indifferente.
Le nuvole e l’altitudine ormai nascondono le mille colline e più
svaniscono sotto i nostri occhi più prende forma la
consapevolezza che la debolezza attribuita al popolo nero è
soltanto un erroneo immaginario occidentale.
Fine
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