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"Niente Alex, niente",
rispondo. “Non è vero, ti conosco
meglio della sorella che non ho! Dimmi cosa ti è successo
stamattina! Non sei contento di saltare le tre ore di quell’arpia?”. La
guardo per un po’… poi entrambi scoppiammo a ridere e decido di
godermi il resto del viaggio in pace con l’MP3 nelle orecchie e Alex
che canta a squarciagola!
Per le tre ore seguenti camminiamo e guardiamo vari reperti.
Verso l’ora di pranzo ci si incammina verso un ristorante, ma
durante il tragitto inizia a piovere. “Avevi ragione stamattina,
quando dicevi di avere un brutto presentimento… guarda che tempo!”,
mi dice Daniela, ma non vedo più Alex e la cosa mi preoccupa. “Ma
dove sarà finita…”, mi chiedo, alla fine scopro che, insieme ad
altri, ha trovato riparo sotto una tettoia.
“Ehi, ma dov’eri finita? È molto che ti cerco!”. “Beh, potrei dire
la stessa cosa io! Eri accanto a me, mi sono girata, e un secondo
dopo non c’eri più! Comunque vieni qui sotto con noi… Sei zuppo!”.
Quel pomeriggio lo trascorriamo così, tutti insieme, sotto una
squallida tettoia a schizzarci ed a giocare. La sera torno a casa
stanco, sporco, bagnato e assonnato, ma felice.
La mattina seguente a scuola mancano tantissime persone, tra le
quali Alex. “Si sarà presa uno dei suoi ‘giorni di riflessione’,
come li chiama lei...” penso, sorridendo tra me e me, tuttavia, per
i tre giorni seguenti continua a non venire a scuola… allora mi
preoccupo. La chiamo, ma non risponde mai nessuno.
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