La patente

di Monica Anelli


Paola Sterza non si era ancora ripresa dal disastroso colloquio con Adelina che già la porta della scuola cigolava timidamente per lasciare entrare la seconda candidata. “Speriamo bene, espérons bien, let's hope well, speremu ben... “ mormorava tra sé e sé la direttrice (che aveva una formazione poliglotta) mentre, ritrovato il suo proverbiale self-control, si alzava per accoglierla.

“La signora Ada Giammarinaro?” domandò tendendole la mano.

“Certo direttrice/è esatto quel che dice:/Giammarinaro Ada/ho fatto tanta strada/rivoglio la patente/la voglio immantinente”
 
“Ma come parla questa?!? E cheeeeeè, il certame coronario? Vabbé che siamo a Firenze, ma mi sembra esagerato. Se questo è il buongiorno, mi sa che la mattinata si presenta difficile... “ pensò preoccupata la Sterza, ma armata di pazienza e buona volontà invitò la candidata Giammarinaro ad accomodarsi. L'esame poteva iniziare.

“Dunque, signora cara: cellà la batente? La vuole rinnovare la batente? E allora senta bene: vorrei che lei mi parlasse del funzionamento del motore.”

“La chiave giretti/il motore accendetti/la macchina andò/altro non so!”

Senza muovere un muscolo, la direttrice contò fino a 100 in tutti gli idiomi e i dialetti conosciuti, lingue morte comprese. La candidata, imperturbabile, la fissava in attesa della seconda domanda.

“Ehm... mi sembra che sul motore siamo un po' carenti. Vediamo se andiamo meglio sui freni.”

“Il freno è quell'affare/che tu devi schiacciare/se la macchina vuoi fermare.”

Con un sospiro molto profondo, Paola Sterza guardò negli occhi la serafica Giammarinaro e, scandendo bene le parole, disse con tono piatto: “L'esame, finora, non può certo dirsi brillante, signora mia. Ma voglio darle un'ultima possibilità: la retromarcia.”

“La retromarcia facetti/la macchina ammacchetti/eppure avevo gli specchietti/da quel giorno a far la spesa a piedi andetti/perché più non mi fidetti!”

Era troppo. Dalla bocca di Paola Sterza, senza che lei lo volesse, uscì un tremendo urlo in rima: “Se ne vada via veloce/o la pena sarà atroce/vada via immediatamente/se la sogna la patente!!!”

La Giammarinaro, con calma olimpica, si alzò per guadagnare l'uscita, voltandosi spesso a guardare con aria perplessa la direttrice che, con la testa fra le mani, mormorava fra sé e sé: “Ma a chillllladò la batente? Nun ce la do a nessuno, la batente... Me la tengo io, la batente... “
 

 

 

 

 

 

a cura di Lucia Bartoli