Paola Sterza non si
era ancora ripresa dal disastroso colloquio con Adelina che
già la porta della scuola cigolava timidamente per lasciare
entrare la seconda candidata. “Speriamo bene, espérons bien,
let's hope well, speremu ben... “ mormorava tra sé e sé la
direttrice (che aveva una formazione poliglotta) mentre,
ritrovato il suo proverbiale self-control, si alzava per
accoglierla.
“La signora Ada Giammarinaro?” domandò tendendole la mano.
“Certo direttrice/è esatto quel che dice:/Giammarinaro
Ada/ho fatto tanta strada/rivoglio la patente/la voglio
immantinente”
“Ma come parla questa?!? E cheeeeeè, il certame coronario?
Vabbé che siamo a Firenze, ma mi sembra esagerato. Se questo
è il buongiorno, mi sa che la mattinata si presenta
difficile... “ pensò preoccupata la Sterza, ma armata di
pazienza e buona volontà invitò la candidata Giammarinaro ad
accomodarsi. L'esame poteva iniziare.
“Dunque, signora cara: cellà la batente? La vuole rinnovare
la batente? E allora senta bene: vorrei che lei mi parlasse
del funzionamento del motore.”
“La chiave giretti/il motore accendetti/la macchina
andò/altro non so!”
Senza muovere un muscolo, la direttrice contò fino a 100 in
tutti gli idiomi e i dialetti conosciuti, lingue morte
comprese. La candidata, imperturbabile, la fissava in attesa
della seconda domanda.
“Ehm... mi sembra che sul motore siamo un po' carenti.
Vediamo se andiamo meglio sui freni.”
“Il freno è quell'affare/che tu devi schiacciare/se la
macchina vuoi fermare.”
Con un sospiro molto profondo, Paola Sterza guardò negli
occhi la serafica Giammarinaro e, scandendo bene le parole,
disse con tono piatto: “L'esame, finora, non può certo dirsi
brillante, signora mia. Ma voglio darle un'ultima
possibilità: la retromarcia.”
“La retromarcia facetti/la macchina ammacchetti/eppure avevo
gli specchietti/da quel giorno a far la spesa a piedi
andetti/perché più non mi fidetti!”
Era troppo. Dalla bocca di Paola Sterza, senza che lei lo
volesse, uscì un tremendo urlo in rima: “Se ne vada via
veloce/o la pena sarà atroce/vada via immediatamente/se la
sogna la patente!!!”
La Giammarinaro, con calma olimpica, si alzò per guadagnare
l'uscita, voltandosi spesso a guardare con aria perplessa la
direttrice che, con la testa fra le mani, mormorava fra sé e
sé: “Ma a chillllladò la batente? Nun ce la do a nessuno, la
batente... Me la tengo io, la batente... “
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