Latino: il risveglio della natura

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Letteratura latina: il risveglio della natura
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Nella letteratura antica - pagana - la primavera è soprattutto vista come la stagione degli amori e del risveglio della natura. Salutata con gioia, essa porta fecondità e bel tempo, nonché speranze per il futuro. La terra infatti ricomincia a produrre i suoi frutti e riprendono le attività sospese nella brutta stagione, soprattutto i viaggi, i commerci, e naturalmente anche le guerre, di regola interrotte nei mesi invernali.

Icona iDevice Testo 1
LUCREZIO, De Rerum Natura, I, 1-20


Il De rerum natura di Lucrezio si apre con l’inno a Venere, invocata al di fuori degli schemi tradizionali che la propongono come dea dell’amore e della bellezza e identificata con l’energia generatrice dell’universo. La dea diventa quindi simbolo della primavera, della spinta vitale della natura che si rinnova e che con la legge dell’amore guida tutte le creature in cielo, nelle acque e sulla terra. L’epifania divina si realizza attraverso la forza della vita nell’armonia cosmica.

Sandro Botticelli si ispirò proprio a questi versi per dipingere il suo celebre quadro della Primavera

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Aeneadum genetrix, hominum divomque voluptas,
alma Venus, caeli subter labentia signa
quae mare navigerum, quae terras frugiferentis
concelebras, per te quoniam genus omne animantum
concipitur visitque exortum lumina solis: 5
te, dea, te fugiunt venti, te nubila caeli
adventumque tuum, tibi suavis daedala tellus
summittit flores, tibi rident aequora ponti
placatumque nitet diffuso lumine caelum.
nam simul ac species patefactast verna diei 10
et reserata viget genitabilis aura favoni,
aeriae primum volucris te, diva, tuumque
significant initum perculsae corda tua vi.
inde ferae pecudes persultant pabula laeta 15
et rapidos tranant amnis: ita capta lepore 14
te sequitur cupide quo quamque inducere pergis. 16
denique per maria ac montis fluviosque rapacis
frondiferasque domos avium camposque virentis
omnibus incutiens blandum per pectora amorem
efficis ut cupide generatim saecla propagent. 20


danza
immagine di Teresa Ducci

 


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Individuare nel testo le immagini che esprimono lo slancio vitale della natura in primavera.

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L’avverbio cupide (v. 20) esprime il concetto di un desiderio suscitato da
  
un’esperienza individuale di amore
un istinto animale
una naturale spinta alla vita
un turbamento dei sensi

Domanda Vero-Falso


Nell’invocazione di Venere emerge il sentimento religioso di Lucrezio.


Vero Falso
Icona iDevice Testo 2
CATULLO, Carmina 46


E’ primavera e il poeta è impaziente di mettersi in viaggio: si prepara a lasciare la Bitinia per addentrarsi nelle terre d’Oriente, che,cantate dalla poesia greca, sono famose per la bellezza e per l’opulenza. I tepori della stagione lo invitano ad affrontare l’avventura con gioia, appena venata dalla malinconia per il distacco da quegli amici che gli avevano reso meno dura la lontananza da casa.

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Iam ver egelidos refert tepores,
iam caeli furor aequinoctialis
iucundis Zephyri silescit auris.
Linquantur Phrygii, Catulle, campi
Nicaeaeque ager uber aestuosae:
ad claras Asiae volemus urbes.
Iam mens praetrepidans avet vagari,
iam laeti studio pedes vigescunt.
O dulces comitum valete coetus,
longe quos simul a domo profectos
diversae variae viae reportant.




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Il carme 46 si fonda sulla rispondenza tra primavera e stati d’animo giovanili. Motivare l’affermazione con puntuali riferimenti al testo.

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Iam laeti studio pedes vigescunt. Studium sta a indicare
  
L’amore per l’avventura che spinge a ricercare emozioni sempre nuove
Il desiderio di conoscere per esperienza diretta quanto immaginato leggendo i poeti greci
La frenesia di muoversi per soddisfare la propria irrequietezza
Lo zelo per completare i propri studi

Domanda Vero-Falso


Catullo nel carme 46 esprime il proprio stato d’animo con semplicità e naturalezza, senza riferimenti colti


Vero Falso
Icona iDevice Testo 3
VIRGILIO, Georgiche II, 322-345

Nel  secondo libro delle Georgiche Virgilio  interrompe  la serie dei precetti sulla coltura degli alberi  per cantare   la primavera, la stagione più favorevole per piantare la vite. Il poeta riprende la teoria proposta da religioni e da culti orientali, secondo la quale  la nascita del mondo sarebbe avvenuta  in primavera, per permettere a tutti gli esseri di acquisire forza con l’aiuto dell’aria della buona stagione. La celebrazione della primavera si apre con l’immagine cosmica dell’unione divina dell’ Etere e della Terra, origine della vita della natura, e prosegue con le tenere descrizioni dei germogli che  spuntano e crescono favoriti dalla stagione. Le piccole piante sono guardate dal poeta  come  delicate creature che si affacciano alla vita.
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Ver adeo frondi nemorum, ver utile silvis,
vere tument terrae et genitalia semina poscunt.
tum pater omnipotens fecundis imbribus Aether               325
coniugis in gremium laetae descendit, et omnis
magnus alit magno commixtus corpore fetus.
Avia tum resonant avibus virgulta canoris,
et Venerem certis repetunt armenta diebus;
parturit almus ager Zephyrique tepentibus auris              330
laxant arva sinus; superat tener omnibus umor,
inque novos soles audent se gramina tuto
credere, nec metuit surgentis pampinus Austros
aut actum caelo magnis Aquilonibus imbrem,
sed trudit gemmas et frondes explicat omnis.                 335
Non alios prima crescentis origine mundi
inluxisse dies aliumve habuisse tenorem
crediderim: ver illud erat,ver magnus agebat
orbis et hibernis parcebant flatibus Euri,
cum primae lucem pecudes hausere, virumque                340
terrea progenies duris caput extulit arvis,
immissaeque ferae silvis et sidera caelo.
nec res hunc tenerae possent perferre laborem,
si non tanta quies iret frigusque caloremque
inter, et exciperet caeli indulgentia terras.

immagine di Alida Fonnesu 


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Qual è l’atteggiamento del poeta nei confronti della natura?

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Il tono del passo è
  
solenne
didascalico
lirico
drammatico

Domanda Vero-Falso


Virgilio rappresenta il mondo vegetale con lucido distacco.

Vero Falso
Icona iDevice Testo 4
ORAZIO, Odi, I, 4

Al ritorno della primavera riprendono le attività che sono state sospese durante l’inverno: si torna a lavorare nei campi, a navigare, a intrecciare danze al chiaro di luna. La natura stessa invita alla gioia: è bello godere delle opportunità che la stagione offre, perché ben presto la Morte spegnerà ogni allegrezza della vita.
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 Solvitur acris hiems grata vice veris et Favoni
     trahuntque siccas machinae carinas,
ac neque iam stabulis gaudet pecus aut arator igni
     nec prata canis albicant pruinis.
Iam Cytherea choros ducit Venus imminente luna          5
     iunctaeque Nymphis Gratiae decentes
alterno terram quatiunt pede, dum gravis Cyclopum
     Volcanus ardens visit officinas.
Nunc decet aut viridi nitidum caput impedire myrto
      aut flore, terrae quem ferunt solutae;               10
nunc et in umbrosis Fauno decet immolare lucis,
     seu poscat agna siue malit haedo.
Pallida Mors aequo pulsat pede pauperum tabernas
     regumque turris. O beate Sesti,
vitae summa brevis spem nos vetat inchoare longam.  15
     Iam te premet nox fabulaeque Manes
et domus exilis Plutonia, quo simul mearis,
     nec regna vini sortiere talis
nec tenerum Lycidan mirabere, quo calet iuventus
      nunc omnis et mox virgines tepebunt.               20


 


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Quale tematica svolge Orazio in questa ode?

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Orazio contrappone invito alla gioia e pensiero della morte fino a
  
Ridimensionare la propria esultanza di fronte alla bellezza della natura e alle gioie della vita
Contemperare la tristezza per il destino ineluttabile dell’uomo con la letizia del presente
Mettere da parte il pensiero della morte e godere appieno la vita
Giungere all’indifferenza

Domanda Vero-Falso


Nella descrizione oraziana della primavera è rintracciabile l’influenza dei versi di Lucrezio.

Vero Falso
a cura di Paola Lerza e Gemma Tardivelli