SCENA SECONDA
(interno casa)
Mrs Umney: - Lucille, Lucille… benedetta ragazza, ma dove
si sarà ficcata? (pausa) Lucille...
Luuuuciiiilleeeeee!!!
Lucille: - Mrs Umney, eccomi eccomi, stavo controllando
le stanze per accogliere i nuovi padroni (si liscia il vestito)
Mrs U.: - Signorina Lucille (le gira intorno)
parliamoci chiaramente, io sono la governante di questa casa,
esigo – dico - esigo che non si prendano iniziative di cui io
non sia stata messa a conoscenza.
Lucille: - Certo signora.
Mrs U.: - Questa casa deve brillare non solo di pulizia
ma soprattutto – dico – soprattutto in ordine, disciplina,
hobbidienza, de-co-ro. Avete voi queste caratteristiche? Dalle
referenze che avete parrebbe di sì.
Lucille: - Certamente Mrs Umney, certamente.
Mrs U.: - Ordine! Non voglio trovare un capello fuori
posto
Lucille: - Sissignora, metterò una cuffietta più pesante
e nessun capello mi volerà sulla fronte!
Mrs U.: - Non vi prendete giuoco di me: disciplina!
Lucille: - Signora, sono una cameriera, ma con tutto il rispetto,
a me che sono una “disciplina” non l’aveva mai detto nessuno.
Mrs U.: - Signorina ma cosa avete capito… santi numi
dove avete la testa…
Lucille: - Qui, in cima a tutto il resto, non si vede?
Mrs U.: - Come osate interrompermi piccola impertinente… hobbidienza,
ricordate?
Lucille: - Oh sì, io ne ho molti di hobby… per esempio
adoro ballare nel tempo libero, la danza è la mia passione…
Mrs U.: - SIGNORINA, volevo intendere che dovete eseguire
i miei ordini...
Lucille: - Ma sì, sì… nessun capello fuori posto, ho
capito...
Mrs U.: - Ordinata dovete essere, cioè mettere in ordine
secondo i miei ordini.
Lucille: - Ordinata… ordini, mio Dio che confusione, la
testa mi scoppia.
Mrs U.: - E il decoro, voi sapete che è ciò a cui più io
tengo.
Lucille: - Sarò più decorata di un albero di Natale il 25
di dicembre, cosa volete che metta?
Mrs U.: - Ma nulla cara scioccherella… insomma basta,
sarete una brava cameriera?
Lucille: - Tutto questo giro di parole per chiedermi se
so fare il mio lavoro, certamente sì…
Mrs U.: - Sì, signora… (occhiataccia)
Lucille: - Sì, signora (fa un leggero inchino)
Mrs U.: - Ora va meglio Lucille, penso che ci inTENDEremo.
Lucille: - Devo lavare le tende signora?
Mrs U. (fa un gesto d’impazienza): - Andate
Lucille, andate, abbiamo molte incombenze da assolvere.
Lucille: - Chi le voleva condannare?
Mrs U.: - Chi?
Lucille: - Le incombenze, lo avete detto voi signora che sono
state assolte.
Mrs U.: - Santi numi del cielo, avete un modo molto
strano di intendere… ma se invece state solo prendendovi gioco
di me, sappiate che ve ne farò pentire signorina Lucille.
Andate, da ora in poi non aprirete la bocca davanti ai padroni,
se non vi autorizzo STATE ZITTA!
Lucille: - Sì, signora. (esce)
(La signora Umney controlla che tutto sia in ordine nella
stanza, poi esce)
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Calliope (Cally): - Padre Zeus che noia.
Tersicore (Cory): - Fammi sgranchire un po’ le gambe che
mi sento anchilosata.
Polimnia (Polly): - Pronta per la pensione mia cara?
Cory: - Ma per carità, cosa sarebbero le storie senza di
noi.
Talia (Tally): - Poveri scrittori, poveri poeti, poveri
coreografi, arcipoveri musicisti… senza ispirazione.
Euterpe (Terry): - Una volta ci invocavano, ricordate?
Musa di qua, Musa di là… era un continuo...
Cally: - Bei tempi quelli di Omero, di Virgilio… ehhhh
mica presuntuosi come gli scribacchini moderni!
Terry: - Beh, insomma… erano tutte sempre e solo tragedie!
Io preferivo i balletti (accenna qualche passo di danza)
Tally: - Tersicore, tu hai sempre avuto un debole per la
danza.
Cory: - Com’è bello sentire ancora pronunciare il mio
nome di un tempo: vi ricordate che bei nomi avevamo? Io,
Tersicore, ero la protettrice della danza; con Polimnia, artista
del mimo (le si avvicina, Polly mima) eravamo una forza della
natura.
Cally: - Io, Calliope, mi occupavo dei poeti… che versi
sapevo ispirare!
Terry: - La poesia diventava musica e arrivavo io,
Euterpe, dal nome fiero e altisonante.
Tally: - E quando ci metteva lo zampino Talìa, che sarei
io, le commedie avevano più sapore.
Polly: - Non come questi sciocchi artisti moderni che
sono convinti che il loro genio sia tutto qui (si colpisce
leggermente il capo) non solo non ci invocano, ma nemmeno ci
ringraziano dopo, quando diventano ricchi e famosi!
Cally: - Coi tempi che corrono, per adeguarci abbiamo
pure storpiato i nomi… Calliope è diventata “Cally”, Tersicore “Cory”,
Euterpe “Terry”, Talìa “Tally”…
Polly: - E io, Polimnia son diventata la più ridicola:
Polly! Sono un pollo oh, padre Zeus!
Cory: - Noi, noi divine… con un nome da sette nani!!!
Terry: - Ve lo dico io cosa siamo diventate: fantasmi!
Nessuno si ricorda di noi. Hanno fatto bene le Muse nostre
sorelle a non cedere e a rimanere fedeli al loro nome e al loro
rango.
Polly: - Sì… e al loro oblìo. Pensiamo positivo sorelle,
almeno noi stiamo tentando di restare sulla piazza!
Cory: - E lo facciamo per il bene dell’Arte, grazie a noi
la fantasia ancora galoppa, come in questa storia del fantasma
che esiste, non esiste… boh!
Terry: - Gli uomini sono pieni di fantasmi che cercano di
demolire mentre continuano a costruirli. Fantasmi loro, fantasmi
noi, fantasma questo di Canterville.
(sottofondo, arrivo di una carrozza)
Tally: - Strana gente gli uomini… simpatici ma strambi!
Tally: - Tersicore, caspita quanto galoppa ‘sta fantasia
tua. Mi pare di sentirla!
Cory: - Ma sono davvero cavalli al galoppo… vediamo che
succede.
(si mettono in un angolo, in osservazione. Entra la
governante con un vassoio e il tè che dispone su un tavolinetto
apposito)
Musica.
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