home |
L'Orlando Furioso Rivisitazione in chiave semiseria a cura di Paola Lerza |
|
ATTO I - SCENA IV |
Personaggi: ALESSANDRA, ANGELICA, FERRAU', ARGALIA, ARIOSTO, RINALDO MUSICA: E. Battiato, Voglio vederti danzare. (La selva danza) (Ferraù ha in mano una canna da pesca e sta pescando nel fiume; vicino a lui, cianfrusaglie di ogni tipo che ha pescato- Ogni tanto ne tira su una) SELVA 4 La donna il palafreno a dietro volta, e per la selva a tutta briglia il caccia; né per la rara più che per la folta, la più sicura e miglior via procaccia: ma pallida, tremando, e di sé tolta, lascia cura al destrier che la via faccia. Di sù di giù, ne l'alta selva fiera tanto girò, che venne a una riviera. SELVA 5 Su la riviera Ferraù trovosse di sudor pieno e tutto polveroso. Da la battaglia dianzi lo rimosse un gran disio di bere e di riposo; e poi, mal grado suo, quivi fermosse, perché, de l'acqua ingordo e frettoloso, l'elmo nel fiume si lasciò cadere, né l'avea potuto anco riavere. (entrano Angelica e Alessandra sulla scopa) ANG – ehi, ma quello è Ferraù! ALE – figooooooooo!!!!!! ANG – (le dà una gomitata) schhhhh!!!!! ALE – oh, scusa! FER –Ma guarda tu quanta robaccia! Almeno abboccasse qualche pesce! LUD – A Ferraù, mica devi pescare, tu! Te la do io la canna da pesca, sfaticato! Un palo, una pertica devi usare! Senti qua (legge da un papiro): Con un gran ramo d'albero rimondo, di ch'avea fatto una pertica lunga, tenta il fiume e ricerca sino al fondo, né loco lascia ove non batta e punga. FER – ma vuoi mettere? Pescare è molto più divertente e si fa anche molta meno fatica! (un casco gli resta impigliato nell’amo) Ah, eccolo! L’ho preso! L’ho preso, finalmente! LUD – (torna sconsolato al suo posto) ma roba da matti…. ARG – (emergendo dall’acqua) eh no, questo è mio, fratello! Così impari a mantenere le promesse! (si prende il casco) FER – ma... e tu chi saresti? ARG – Io sono il fantasma di Argalia, fratello di Angelica. Tu, villano e burino che non sei altro, per puro caso mi hai ucciso in duello e ti sei pure preso il mio elmo! Mi avevi promesso, se ben ti ricordi, di restituirmelo, e invece te lo sei tenuto! Brutto cafonazzo impunito e marrano! Ora l’elmo ti è caduto nel fiume e io col cavolo che te lo ridò! E’ mio, me lo tengo e tanti saluti! (esce di scena portandosi via il fiume) FER – Ecco… queste sono le belle trovate dell’autore… mannaggia…. ALE – Un fantasma? Fiiiiigoooooo!!!! ANG – schhhh!! Ci scopriranno! ALE – embè? FER – Angelica! ANG – ecco… lo sapevo! Scappiamo! (entra Rinaldo) RIN – miaaaaaaaaaa! È miaaaaaaaaaaaaa! FER – Altolà! Chi sei tu? RIN – Uno che ti fa nero, se non mi fai passare! Devo prendere Angelica! FER – Anch’io devo prendere Angelica! RIN – No, è mia! FER – No, prima io! In guardia! (sguainano le spade e combattono, prima rumorosamente, poi quando il narratore comincia a leggere, in silenzio, senza portare i colpi) SELVA 6 Cominciar quivi una crudel battaglia, come a piè si trovar, coi brandi ignudi: non che le piastre e la minuta maglia, ma ai colpi lor non reggerian gl'incudi. Poi che s'affaticar gran pezzo invano i dui guerrier per por l'un l'altro sotto, quando non meno era con l'arme in mano questo di quel, né quel di questo dotto; fu primiero il signor di Montalbano, ch'al cavallier di Spagna fece motto RIN –... ma tu di farmi qui tardar che guadagno hai? che quando ancor tu m'abbi morto o preso, non però tua la bella donna fia; che, mentre noi tardiam, se ne va via. Quanto fia meglio, amandola tu ancora, che tu le venga a traversar la strada, a ritenerla e farle far dimora, prima che più lontana se ne vada! Come l'avremo in potestate, allora di chi esser de' si provi con la spada: non so altrimenti, dopo un lungo affanno, che possa riuscirci altro che danno. – FER – mhhhh...a dire la verità non ci ho capito niente, ma… andiamo insieme a cercare la pollastra, va’! (escono a braccetto)
SIPARIO APERTO |
|
ATTO I - SCENA IV |