Personaggi : Lucia,
vecchia. Innominato. Federico Borromeo. Manzoni)
(scena : ancora
bipartita; in A un letto : in B la tavola è stata apparecchiata. La
vecchia entra
in B
con cibarie; Lucia in A singhiozzante)
Vecchia: E mangia, dai! Quante storie per un
rapimento! Tanto lo sai come andrà a finire, no?
M'avessero rapito a me, alla tua
età! Certo che il riscatto non lo avrebbe pagato nessuno. (assaggia
il cibo) Mmhhh... che delizia! Eh, queste ragazze d'oggi! Tutte
uguali! Si perdono in un bicchier
d'acqua ! Ai miei tempi...
Lucia : Oh, che il
signore mi aiuti!
Vecchia: Non vuoi mangiare? Beh, tanto meglio:
mangerò io. Mmh... vuoi almeno dormire? No, vero? (passa in B) Eh già,
tu ci hai questa tua fede... devi pregare... chissà che gusto ci trovi.
Manzoni dice che la fede è poesia. Boh, chissà poi dov'è, questa
poesia... Beh, dormirò io.
Buonanotte, eh? (si sdraia)
(cala la luce, occhio di bue su Lucia per
la prima lettura, sull'Innominato per la seconda. In
sottofondo, fra la prima e la
seconda lettura, inizia "la Moldava", in modo che il crescendo coincida
con la fine della seconda
lettura )
Voce fuori campo:
Io
sono il vento sul mare,
sono l'onda dell'oceano,
sono la musica del
mare.
Io sono un toro di
sette battaglie,
sono l'uccello rapace
sulla roccia,
sono una lacrima
del sole.
Io Sono bello in mezzo ai fiori,
sono un cinghiale,
sono un salmone in uno specchio d'acqua,
sono
un lago nella pianura.
Io sono parola di
conoscenza.
sono la punta della lancia che ha combattuto,
sono il dio che ha dato alla mente il pensiero.
Innominato: (entrato
durate la prima lettura, irrequieto, poi apre un libro e legge, affranto):
Ho ripensato al mio tempo
nella mia strana fissità
d'oggi,
al
movimento
dei giochi e dei
pensieri,
alle mie stanze di ieri
avide ancora di risvegli
e di follie.
Sono colate le mie
stagioni
lente
sulla mia pelle;
in nodi carezzati di
memoria
hanno rappreso le note
più belle
e infranto specchi
freddi
ai miti morti del
passato.
E adesso mi guardo,
mi rido:
non credo di avere una
storia;
un anno è un momento
buttato,
un'alga che lascia sul
lido
stanco
il suo profilo
mutato.
(torna la luce)
Federigo: (dalla platea,
salendo) Oh, la pecorella smarrita senza nome! Signor innominato!
Innominato: Chi? Io? Signor cardinale... ma non dovevo...
Federigo: Sì, sì, dovevate venire voi da me
nel libro, è vero, ma... secondo il volere di Dio ero io a
dover venire da voi, ed eccomi qua.
Siete voi l'Innominato, vero?
Innominato: Sono io, sì,
io. Hanno voluto fare di me un cattivo, un orco… perfino il nome, perfino
il nome mi ha
tolto, il Manzoni, e ora mi sembra di non avere più nemmeno un volto.
Federico: Ma che importanza hanno i nomi, via,
di fronte al vero nome? Che cosa sono le parole
degli uomini, di fronte alla parola
di Dio?
Manzoni: (accorrendo al palco)
Cardinale Federigo Borromeo! Che cosa ci fate voi qui? Non lo
sapete VOI che dovete stare al VOSTRO
posto? VOI dovevate aspettare il VOSTRO turno, VOI...
Federigo: E VOI, signor Manzoni? Che cosa
pensate VOI? Eh? E... ditemi: come andiamo con la
VOSTRA conversione?
Manzoni: Beh, ecco, io...
veramente...non mi pare che questo sia il momento giusto per...
Federigo: per le cose di Dio è sempre il momento giusto, signor Manzoni!
Innominato: Suvvia,
signor Manzoni, mi faccia liberare questa poverina che è di là e che mi
fa tanta pena!
Manzoni: Beh,
veramente... non mi pare proprio il caso adesso di...
Lucia: (alzandosi) Oh, la prego, signor Manzoni! Dio perdona tante cose per un'opera
di
misericordia!
Manzoni: Oh, santo cielo Lucia, questa …
Questa proprio non me la dovevi dire. Accidenti, mica sono
L'innominato, io!... E va bene, fate come volete: liberatela, lasciatela
andare, fate, disfate... tanto
ormai avete sempre ragione voi. E’ dall’inizio
dello spettacolo che voi fate quello che volete e io non conto nulla. Io
me ne lavo le mani, ma non voglio responsabilità. Poi, col pubblico, ve
la vedete voi. Io vi saluto e me ne vado. Addio!
(esce; Lucia e l’innominato si abbracciano e il sipario si chiude)
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