Personaggi: Ludovico, don
Rodrigo, Fra' Cristoforo, Manzoni, tutti
Scena: una
poltrona con Don Rodrigo; poi entra Ludovico armato di spada
Narratore: Eh già… Come in tutti i romanzi che si
rispettino, anche nei Promessi Sposi ci sono i buoni e i cattivi. Buono
è fra’ Cristoforo, che ha scelto una vita di penitenza per riparare un
errore di gioventù… cattivo, è don Rodrigo!
Rodrigo: Il potere!!! E' bello sentirselo addosso,
il potere! Esercitarlo! Già... perchè il potere si ESERCITA... bella
parola... ESERCITARE............ Io il potere lo esercito su questi
bifolchi, che sono gli abitanti di questo paesotto sul ramo del lago di
Como che volge a mezzogiorno... e adesso, caso vuole che io mi sia
innamorato… ma che dico! Il potere non si innamora! Il potere… VUOLE! E
io VOGLIO una ragazzotta... un gran bel pezzo di fi… fi… figluola, che
si chiama... boh? chi se lo ricorda, come si chiama... ma che importano
i nomi, via! Sarà mia, perchè io posso, io sono il POTERE!
Ludovico: Aaaaaah, ti ho
trovato, finalmente! Sei tu, sì, tu, che hai ucciso il mio fedele
Cristoforo! E perchè, poi? Per una stupida questione di precedenze! Puah!
Ma me la pagherai! Muori, bastardo!
Rodrigo: Ioo?????? E che c'entro
io, lurido mercante? E chi lo conosce questo Cristoforo? Non mi risulta
che sia nell'elenco delle mie vittime...
Ludovico: Se non sei stato tu è stato qualche
altro prepotente della tua specie! siete tutti uguali, voi! Razza di
cani bastardi! Prendi questo, nobilotto da strapazzo, e questo!
Rodrigo: Aaaaaaaahhhhh!!!
Ludovico: (lasciando cadere la spada) O
Dio, l’ho ucciso! Sono stato io! L'ho ucciso io! Signore onnipotente! (si
inginocchia presso il cadavere, con testa fra le mani. cala luce; luce
soffusa su Fra Cristoforo che entra e osserva la scena)
Musica: Smetana, la Moldava. (una voce in
microfono fuori scena)
per un'immagine sola
di questa vita corrosa
neppure un indizio so darti,
una parola
che sublimi la mente
dai solchi ottusi
e vani
dal nostro eterno presente.
Non servono, credi,
parvenze di prosa o di poesia,
non si trova la porta
che conduca lontano:
la chiave arcana della fantasia
disillude i naufragi
travolta nei dogmi d'altre fedi.
E allora, lascia
scorrere i fiumi dell'inganno,
siedi
all'aspra corte di Malinconia,
bevi
dal calice dei giorni
il sorriso del tempo
e l'ironia.
(sale la musica, Ludovico esce e Fra'
Cristoforo s'inginocchia al suo posto)
Rodrigo: (alzandosi) AH AH AH!!!!
Cristoforo: Don Rodrigo! Ma... ma voi non
eravate...
Rodrigo: Morto? Ah, no, frate, io non sono morto.
Io sono il potere, frate, e il potere non muore mai, ricordatelo bene.
Cristoforo: Ma guardate dentro di voi, don
Rodrigo... il potere non ha un'anima … mentre voi… voi ce l'avete!
Rodrigo: Un'anima, io? E a che scopo? A cosa
dovrebbe servirmi un'anima, sentiamo un po', frate?
Cristoforo: A essere un uomo, un essere umano, ad
amare la vita e a godere dei doni di Dio. Perché Dio ha detto “E' più
facile che un cammello passi per la cruna di un ago piuttosto che un
ricco entri nel regno dei cieli “.
Rodrigo: Uff, quante prediche, frate! Di’ un
po'...è per quella Lucia… Mondella che sei venuto, vero?
Cristoforo: Per lei, sì, per voi, don Rodrigo, e
un po' anche per me stesso. Quella ragazza ha bisogno della mia
protezione, e anche voi, Rodrigo, avete bisogno dell'aiuto di Dio,
perché la vostra anima è stata toccata dal male. Quanto a me... ho
voluto trovarmi ancora una volta come un tempo, faccia a faccia con un
nobile come voi, che oltrepassa ogni giorno i limiti del lecito con le
sue prepotenze!
Rodrigo: Queste è troppo, frate! Di me non ti devi
impicciare, e di te non me ne frega niente! Quanto alla ragazza...
certo, ha bisogno di protezione... oh, ma... c'è tanto posto nel mio
castello, e tanti letti... ci sarà bene un letto anche per lei, eh,
frate? Magari il mio, eh? Che ne dici, del mio letto, frate?
Cristoforo: Spudorato marrano! Tu dici che il
potere non può morire, ma la vedremo! Intanto io ti dico che anche
Ludovico è vivo, il flagello dei prepotenti! (afferra la spada da
terra e fa per lanciarsi contro Rodrigo)
Manzoni: (accorre trafelato sul palco) Ehi,
ferma, ma siamo matti? Da’ qua! Ora mi ci manca anche Fra Cristoforo che
fa il dottor Jekyll e Mr. Hide! Qui è tutto da rifare, accidenti!
Cristoforo: Mi scusi, signor Manzoni, ma nello
sdegno...
Manzoni: E il tuo sdegno è forse più grande della
tua fede?
Cristoforo: No, ma...
Manzoni: Niente ma: basta. È tutto da rifare, ho
detto. Episodi che saltano, cose che vanno per i fatti loro... e gli
attori.. ma per favore! dove sono gli attori? Venite qui in scena,
presto!
(tutti i attori in scena; Abbondio cerca di
nascondersi dietro gli altri )
Allora, signori miei, che cos'è questa schifezza
che mi avete combinato? Eh? L'incontro con i bravi è fallito, il
matrimonio a sorpresa ha sorpreso me prima di tutti, l'Azzeccagarbugli
non ha azzeccato una battuta, … dico una, stramaledetta battuta! E fra
Cristoforo, Dio santo!
Cristoforo: (camminando e benedicendo)...et
ita sit per omnia saecula saeculorum amen pax vobiscum...
Tutti: Amen!
Manzoni: Ma va’! E poi... questo don Rodrigo che
mi resuscita dall'oltretomba?
Rodrigo: Io faccio quello che mi pare!
Manzoni: Uh, ci risiamo: e che mi ubbidisse una
sola volta! …E Renzo... dov'è Renzo? Eh, dimmi un po', Renzo... da
quando in qua ti occupi di latino?
Renzo: Da quando lei, signor Manzoni, mi ha fatto
fare la figura del pollo!
Azzeccagarbugli: Del cappone, figliuolo, del
cappone!
Manzoni: Silenzio tu! E studiate meglio questa
maledetta parte. E tu, Lucia, santo cielo, un po' di brio!
Lucia: Sì signor Manzoni
Manzoni: Oh, così va bene. E Tonio, Gervaso,
Perpetua, Agnese... che foste pasticcioni io lo sapevo, ma fino a questo
punto.. e i bravi... buoni a nulla.
Griso: Noi rispondiamo solo al signore nostro don
Rodrigo.
Bravo : Riverisco.
Manzoni:..Per non parlare di don Abbondio. Dov'è?
Non ditemi che se l'è di nuovo squagliata, Abbondio, dove sei?
Abbondio: (leggendo un libro) Carneade? Chi era
costui?
Manzoni: Abbondio!
Abbondio: Che c'è? Ho sbagliato battuta? Oh, mi
dispiace, mi scuso tanto… come al solito, io non ci ho colpa. Il fatto
è che mi piaceva tanto quella frase lì, detta in pace, a casa mia...
ero perfino malato. Un febbrone, sa? Un febbrone da cavallo!...
Manzoni: Sveglia, Abbondio! Devo svegliarti io con
un'immagine più realistica? Ecco qua! (gli spinge davanti i due
bravi, Abbondio tira un urlo e stramazza al suolo) Ecco, ci risiamo.
Riportatelo in infermeria (i bravi provvedono) e voi, adesso,
attenti. Ora c'è l'addio monti. Non deludetemi su questa scena, che è
una delle più belle del romanzo. Via a prepararvi! Sciò! (escono
tutti)
Ah, che fatica, signori miei, che fatica! E io che
credevo di fare lo spettatore nella mia opera. Macchè, pure recitarla
mi tocca! Questo è il colmo! (scende in platea)
SIPARIO
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