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EUROPA

a cura di Gabriella Rapella, Elvira Tognini ed Alessandra Bucchi  

 

La principessa sul pisello  

di H. C. Andersen

principessa



C'era una volta un principe che voleva sposare una principessa, ma ella doveva essere una principessa vera, una fanciulla di sangue blu. Perciò se ne andò in giro per il mondo cercando la giovinetta dei suoi sogni. Di fanciulle che affermavano di essere vere principesse egli ne trovò moltissime, ma al momento di sposarsi il principe era assalito da un dubbio: " Sarà proprio una principessa di sangue blu, oppure no? ". Qualcosa, infatti, nel loro modo o nel loro portamento era poco reale e non convinceva del tutto il principe. Egli quindi non si decideva a sceglierne alcuna e, infine, dopo tanto vagare per il mondo, se ne tornò al suo castello, deluso per non aver trovato ciò che desiderava. Una sera si scatenò un temporale: i lampi si incrociavano, il tuono brontolava, cadeva una pioggia torrenziale: non si era mai vista una bufera così! Qualcuno bussò alla porta del castello, e il vecchio re si affrettò ad aprire. Era una principessa. Ma come l'avevano ridotta la pioggia e il temporale! L'acqua cadeva a rivoli dai suoi capelli e dai suoi vestiti, e le entrava nelle scarpe, uscendone dalla suola. Tuttavia ella si presentò affermando di essere una vera principessa. "E' ciò che sapremo presto " pensò la vecchia regina, e senza dire nulla a nessuno entrò in una camera e mise un pisello nel letto che era in mezzo alla stanza. Quindi prese venti materassi, li stese uno sopra l'altro sul pisello, e vi aggiunse ancora venti piumini. Era quello il letto destinato alla principessa sconosciuta. La principessa venne accompagnata nella camera che le era stata destinata, e si coricò. Ma, per quanto fosse sfinita dalla stanchezza, non riusciva assolutamente ad addormentarsi. Da qualunque parte si girasse, sentiva sempre qualcosa di duro che le dava fastidio. L'indomani mattina, il re la regina e il principe bussarono alla sua porta, le diedero il buon giorno e le chiesero come avesse passato la notte.
- Male! Molto male! - ella rispose - Non ho potuto chiudere occhio! Dio solo sa quello che c'era nel letto! Era qualcosa che mi ha fatto venire la pelle livida. Che supplizio ho dovuto sopportare per tutta la notte! Ho provato a guardare fra le lenzuola. Ma non ho trovato nulla.
Il re, la regina e il giovane principe si diedero uno sguardo d'intesa: dalla risposta della fanciulla essi avevano capito che si trattava di una vera principessa! Ella aveva infatti sentito un pisello attraverso venti materassi e venti piumini. Chi mai, se non una vera principessa, una principessa di sangue blu poteva avere una pelle così delicata e sensibile? Il principe, convinto ormai che si trattava di una giovane di sangue reale, la scelse subito come sposa. Il pisello fu messo nel museo, dove credo si trovi ancora, a meno che qualche persona non lo abbia portato via. Ecco, bambini, vi ho raccontato una storia vera, vera come la bella principessa.

 

APPARATO DIDATTICO

  • Quali sono i personaggi della fiaba?

 

  • Chi è il protagonista?

 

  • Quali qualità doveva possedere una fanciulla per essere considerata una vera principessa?

 

  • Che cosa significa l’espressione “di sangue blu”?

 

  • A quale prova fu sottoposta la fanciulla?

 

  • Da chi e perché la fanciulla fu sottoposta a una prova?

 

  • Ti sembra che questa fiaba sia uguale alle altre? Perché?

 

  • Dividi la fiaba in sequenze

 

  • Dai un titolo ad ogni sequenza

 

  • Unisci tra loro, con opportuni legamenti, i titoli delle varie sequenze così da ottenere il riassunto del testo

 

IL TRAGICO VOLO  

mito greco

dedalo

 


Dedalo, mal sopportando l’esilio e la lontananza dalla patria, si disse: “Minasse potrà impedirmi la fuga per terra o per mare, ma non può chiudere il cielo, e di là fuggiremo”.
Osservò dunque a lungo il volo degli uccelli, poi dispose molte penne in file, dalle più lunghe alle più brevi, le legò con lino e cementò con cera, curvandole in modo che sembrassero proprio ali di creature alate.
Vicino gli stava il giovane Icaro, che giocava con le piume leggere e con la bionda cera, che tanto pericolosa si sarebbe rivelata in seguito.
Quando l’opera fu terminata, Dedalo si alzò in volo e vide che riusciva a stare sospeso nell’aria. Allora diede al figlio avvertimenti preziosi, aggiustandogli alle spalle le ali e baciandolo e accarezzandolo commosso. “Non stare troppo in basso” gli disse “perché gli spruzzi del mare potrebbero appesantire le piume, e non andare troppo in alto, perché il calore del sole potrebbe far sciogliere la cera”.
Qualche pescatore li vide librarsi nell’aria e li credette dei.
E già avevano superato diverse isole che stanno tra Creta e la terraferma, quando il giovinetto cominciò a prender gusto a quel volo meraviglioso, e si spinse sempre più in alto, sempre più su, non avvedendosi che il sole caldo scioglieva la cera profumata che teneva unite le penne. Quando il padre si volse ansiosamente a cercarlo vide solo le penne sull’acqua, e non gli restò che cercare il tenero corpo e dargli sepoltura nell’isola di Icaria che da Icaro prese il nome.

 

 

APPARATO DIDATTICO

  • Perché Dedalo vuole fuggire da Creta?
  • In quale modo decide di fuggire?
  • Come impara a fabbricare le ali?
  • Quali consigli dà Dedalo al giovane Icaro?
  • Che cosa succede durante il volo?
  • Il mito è stato diviso in sequenze. I titoli sono riportati in disordine. Metti le sequenze nell’ordine esatto
    1. Dedalo sperimenta le ali
    2. Dedalo seppellisce Icaro
    3. Icaro si spinge troppo in alto e il sole scioglie la cera
    4. Dedalo fabbrica ali con piume di uccelli
    5. Dedalo decide di fuggire da Creta
    6. I pescatori credono che Dedalo e Icaro siano degli dei
    7. Dedalo dà al figlio dei consigli
    8. Icaro gioca con le piume e la cera
  • Usando i titoli che hai riordinato nell’esercizio precedente, scrivi il riassunto del mito

 

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