I Canti carnascialeschi


IL CARNEVALE IN ITALIA

Premessa
I Canti carnascialeschi furono la colonna sonora degli spettacoli ideati da Lorenzo De' Medici per il godimento dei Fiorentini. I testi trattavano argomenti amorosi o scherzosi, presentavano tipi popolari (mendicante, venditore, ecc...), raccontavano vicende mitologiche di diffusa conoscenza, il tutto con tono popolaresco. Tra i compositori di canti carnascialeschi ricordiamo: Alessandro Coppinus, Alexander Agricola e Heinrich.

Icona iDevice I CANZONA DE' CONFORTINI

Berricuocoli, donne, e confortini!

se ne volete, i nostri son de' fini.

Non bisogna insegnar come si fanno,

ch'è tempo perso, e 'l tempo è pur gran danno;

e chi lo perde, come molte fanno,

convien che facci poi de' pentolini.

Quando 'gli è 'l tempo vostro, fate fatti,

e non pensate a impedimenti o imbratti:

chi non ha il modo, dal vicin l'accatti;

e' preston l'un all'altro i buon' vicini.

Il far quest'arte è cosa da garzoni:

basta che i nostri confortin' son buoni.

Non aspettate ch'altri ve li doni:

convien giucare e spender bei quattrini.

No' abbiam carte, e fassi "alla bassetta",

e convien che l'un l'alzi e l'altro metta;

e poi di qua e di là spesso si getta

le carte; e tira a te, se tu indovini.

O a "sanz'uomo", o "sotto" o "sopra" chiedi,

e ti struggi dal capo infino ai piedi,

infin che viene; e, quando vien poi, vedi

stran' visi, e mugolar come mucini.

Chi si truova al di sotto, allor si cruccia,

scontorcesi e fa viso di bertuccia,

ché 'l suo ne va; straluna gli occhi e succia,

e piangon anche i miseri meschini.

Chi vince, per dolcezza si gavazza,

dileggia e ghigna, e tutto si diguazza;

credere alla Fortuna è cosa pazza:

aspetta pur che poi si pieghi e chini.

Questa "bassetta" è spacciativo giuoco,

e ritto ritto fassi, e in ogni loco;

e solo ha questo mal, che dura poco;

ma spesso bea chi ha bicchier' piccini.

Il "flusso" c'è, ch'è giuoco maladetto:

ma chi volessi pure uscirne netto,

metta pian piano, e inviti poco e stretto;

ma lo fanno oggi infino a' contadini.

Chi mette tutto il suo in un invito,

se vien "flusso", si truova a mal partito;

se lo vedessi, e' pare un uom ferito:

che maladetto sie Sforzo Bettini!

"Trai" è mal giuoco, e 'l "pizzico" si suole

usare, e la "diritta" a nessun duole:

chi ha le carte in man, fa quel che vuole,

s'è ben fornito di grossi e fiorini.

Se volete giucar, come abbiam mòstro,

noi siam contenti metter tutto il nostro

in una posta: or qui per mezzo il vostro,

sino alle casse, non che i confortini.

CREDITI
A cura di Sebastiana Schillaci - febbraio/marzo 2011

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Percorso interdisciplinare tra arte, storia, letteratura