Letteratura: Lorenzo il Magnifico


IL CARNEVALE IN ITALIA
Vita e opera
Lorenzo De' Medici nacque a Firenze nel 1449. Fu innanzi tutto un brillante uomo politico: a lui si deve in gran parte quel trentennio di pace che si ebbe in Italia e che cessò poco dopo la sua morte, avvenuta nel 1492, quell'equilibrio fra i vari Stati della penisola sapientemente orchestrato dalla sua azione dinamica e geniale. Fu però anche amante dell'arte e della cultura e generoso mecenate dei maggiori artisti del tempo, egli stesso dedicandosi alla composizione di numerose opere letterarie di varia natura. Sono attribuite a lui opere di varia ispirazione e derivazione letteraria, espressione di una disponibilità attenta e cordiale ai molteplici valori della vita e di apertura verso la sfera popolare. Nell'ambiente culturale di Firenze, che gravitava attorno ad un'aristocrazia di estrazione borghese, Lorenzo si dimostrò attento alle "manifestazioni" della vita popolare. Scomparve all'età di 43 anni. Dopo la sua morte, iniziò un lungo periodo di crisi a Firenze e dei suoi scritti si affermarono il tipo burlesco e popolareggiante come "Nencia da Barberino" e "Canti Carnascialeschi", e opere più classiche e di "genere religioso". Il "Trionfo di Bacco e Arianna" è tratto da "Canti Carnascialeschi", componimenti che venivano cantati durante il Carnevale, accompagnati da sfilate di carri allegorici, lungo le strade di Firenze. Il testo è considerato il migliore dei Canti. Venne composto per accompagnare il "Carro di Bacco", Dio del Vino, e Arianna. Il tema è la gioia e la spensieratezza della gioventù, ma velata di un malinconico rimpianto per il tempo che passa e tutto porta via. Lorenzo de' Medici ci invita tutti a godere di ogni istante, poiché niente torna più, nè la gioia né la bellezza.

Il trionfo di Bacco e Arianna
Quant'è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.

Quest'è Bacco ed Arïanna,
belli, e l'un dell'altro ardenti:
perché 'l tempo fugge e inganna,
sempre insieme stan contenti.
Queste ninfe ed altre genti
sono allegre tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.

Questi lieti satiretti,
delle ninfe innamorati,
per caverne e per boschetti
han lor posto cento agguati;
or da Bacco riscaldati
ballon, salton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia
di doman non c'è certezza.

Queste ninfe anche hanno caro
da lor essere ingannate:
non può fare a Amor riparo,
se non gente rozze e ingrate:
ora insieme mescolate
suonon, canton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.

Questa soma, che vien drieto
sopra l'asino, è Sileno:
così vecchio è ebbro e lieto,
già di carne e d'anni pieno;
se non può star ritto, almeno
ride e gode tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.

Mida vien drieto a costoro:
ciò che tocca oro diventa.
E che giova aver tesoro,
s'altri poi non si contenta?
Che dolcezza vuoi che senta
chi ha sete tuttavia?
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.

Ciascun apra ben gli orecchi,
di doman nessun si paschi;
oggi siam, giovani e vecchi,
lieti ognun, femmine e maschi;
ogni tristo pensier caschi:
facciam festa tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.

Donne e giovinetti amanti,
viva Bacco e viva Amore!
Ciascun suoni, balli e canti!
Arda di dolcezza il core!
Non fatica, non dolore!
Ciò c'ha a esser, convien sia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.

 


Icona iDevice Carpe diem

Carpe diem, letteralmente "Cogli il giorno", normalmente tradotta in "Cogli l'attimo", anche se la traduzione più appropriata sarebbe "Vivi il presente" (non pensando al futuro) è una locuzione tratta dalle Odi del poeta latino Orazio (Odi 1, 11, 8). Viene di norma citata in questa forma abbreviata, anche se sarebbe opportuno completarla con il seguito del verso oraziano: "quam minimum credula postero" ("confidando il meno possibile nel domani"). Si tratta non solo di una delle più celebri orazioni della latinità; ma anche di una delle filosofie di vita più influenti della storia, nella quale Orazio fece confluire tutta la potenza lirica della sua poesia. La «filosofia» oraziana del carpe diem si fonda sulla considerazione che all'uomo non è dato di conoscere il futuro, né tanto meno di determinarlo. Solo sul presente l'uomo può intervenire e solo sul presente, quindi, devono concentrarsi la sue azioni, che, in ogni sua manifestazione, deve sempre cercare di cogliere le occasioni, le opportunità, le gioie che si presentano oggi, senza alcun condizionamento derivante da ipotetiche speranze o ansiosi timori per il futuro. (da Wikipedia – L’Inciclopedia libera).
Il tema della "fugacità del tempo e invito alla gioia" fu ripreso da Lorenzo De' Medici ed inserito nel componimento più famoso tra i suoi scritti, Canzona di Bacco", ove i due versi "chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza" che compongono il ritornello, verrà ripetuto ben otto volte.

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Botticelli - Le Grazie
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Incontro di Bacco e Arianna - Reggia di Caserta
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Trionfo di Bacco - Palazzo Farnese
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Danze rinascimentali
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Mida e Sileno
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Tiziano - Bacco e Arianna
CREDITI
A cura di Sebastiana Schillaci - febbraio/marzo 2011

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