“Ormai sappiamo che tutte le attività razionali della mente sono
accompagnate dall’affettività. L’affettività che può, certamente,
immobilizzare la ragione, è la sola capace di mobilitarla. Quindi, l’idea
di saggezza si complessifica: non significa eliminare l’affettività, ma
piuttosto integrarla. Sappiamo che la passione può accecare ma anche che
può illuminare la ragione, se la stessa ragione reciprocamente
l’illumina. Abbiamo bisogno di intelligenza razionale ma abbiamo bisogno
di affettività, di simpatia, di comprensione”
E.
Morin, Etica, Raffaello Cortina, 2005, pag. 132
Anche nell'apprendimento, come in ogni momento della vita, la sfera intellettiva
e quella
affettiva si arricchiscono e si rinforzano reciprocamente. Per
questo motivo in un contesto formativo come quello della scuola l’educazione all’affettività
deve trovare spazi e modalità significativi.
Questo tipo di educazione, a nostro avviso, non deve essere vista e
trattata in modo formale come se fosse una disciplina di studio. Le
azioni da intraprendere, orientate informalmente alla competenza
affettiva, possono e devono essere percorsi integrati con le discipline
di studio. In questo modo l’educazione all’affettività diventerà
trasversale a tutti i processi formativi e condurrà gli alunni verso una
competenza affettiva consolidata.
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Gioia di Gisella Malagodi
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