Le notti della vergogna

Le notti della vergogna

Icona iDevice Introduzione

Se la notte ha da sempre ispirato, ad artisti, poeti e musicisti, opere che suscitano emozioni profonde, sentimenti e passioni che ci trasportano in un mondo fatto di immagini e sensazioni tutte personali, nel corso della storia reale le notti sono purtroppo legate ad avvenimenti tragici che hanno segnato tristemente il cammino dell’umanità. Motivi ideologici, religiosi, politici, economici hanno da sempre indirizzato il percorso dei popoli in tutti i tempi e in tutti i luoghi, ma i fatti più scabrosi, più vergognosi per una società civile sono sempre stati riservati alla notte, momento di quiete e riposo, turbato da azioni di sopruso e violenza.


Icona iDevice LA NOTTE DI SAN BARTOLOMEO: LE CAUSE

L’intolleranza religiosa

Nel 500 il concetto di tolleranza religiosa era poco diffuso e anche coloro che rivendicavano per sè la libertà di culto erano pronti a negarla agli altri. La libertà religiosa infatti non era ancora considerata un diritto di tutti, ma soltanto il diritto di chi riusciva ad avere la meglio sugli avversari. L'intolleranza religiosa da ambedue le parti - la cattolica e la protestante - ben presto assunse una connotazione politica ed andò ad intrecciarsi - come sempre avviene - con gli interessi dinastici e di potere. Inizialmente i protestanti trovarono largo consenso tra gli strati borghesi e popolari, mentre i nobili rimasero in gran parte fedeli al cattolicesimo. In seguito, soprattutto in Francia, anche tra i nobili si verificò una strumentalizzazione dell'intolleranza religiosa, sempre per interessi tutt'altro che spirituali. I Calvinisti, chiamati Ugonotti, erano guidati dalla potente famiglia dei Borbone, mentre a capo dei cattolici c'erano i Guisa, una delle maggiori famiglie francesi. La divisione fra cattolici e ugonotti diede origine a numerose guerre di religione che culminarono nel massacro della notte di San Bartolomeo.


Icona iDevice GLI AVVENIMENTI

La notte tra il 23 e il 24 agosto 1572 avvenne l’episodio più atroce delle feroci guerre civili che insanguinarono l’Europa in seguito alla diffusione del Protestantesimo che non solo fece perdere l’unità religiosa, ma anche quella politica. Il matrimonio tra Enrico di Navarra con la sorella del re di Francia Carlo IX era stato celebrato con grande fasto dal Cardinale di Borbone, alla presenza di tutta la nobiltà parigina, ma senza la partecipazione alla messa dello sposo, che era ugonotto. Ciò aveva urtato ancor più i cattolici, già alquanto irritati per la presenza a Parigi di un gran numero di protestanti che, giunti al seguito dello sposo, non perdevano occasione per proclamare con orgoglio la loro fede. Fu quindi in questo clima molto teso che il capo dei cattolici, il duca di Guisa, e la regina madre, Caterina de' Medici (preoccupata per l'influenza che il capo ugonotto Gaspard de Coligny esercitava sulla politica estera di Carlo IX e che lo avvicinava sempre più al blocco europeo protestante), decisero di massacrare tutti gli ugonotti. Il duca di Guisa il 23 sera consegnò le armi a circa 2000 cattolici che portavano, per distinguersi, un cappello con una croce bianca. Verso la mezzanotte, Caterina e il duca riuscirono ad ottenere anche il consenso del re. Subito dopo il suono della campana del Louvre diede inizio all'atroce massacro degli ugonotti che durò in realtà diversi giorni. Le centinaia di cadaveri vennero ammucchiati nel cortile del Louvre o gettati nella Senna. Nella sola Parigi ne furono uccisi quasi 3000, ma la strage si allargò a tutta la Francia. 


Icona iDevice LA NOTTE DEI LUNGHI COLTELLI: LE CAUSE

La repressione del dissenso: l’epurazione interna al partito

  
Una volta giunto al potere Hitler divenne il capo indiscusso, dalla cui volontà tutto dipendeva; obbedirono ai suoi ordini le istituzioni fondamentali dello stato: l’esercito, la magistratura, la burocrazia. Servendosi delle sue squadre di protezione – le SS – e della Gestapo, cioè la polizia segreta di stato, eliminò ogni opposizione. Gli avversari politici, democratici, comunisti, socialisti, vennero tutti dichiarati – senza distinzione – “nemici dello stato” e finirono imprigionati, assassinati o relegati nei campi di concentramento.


Icona iDevice GLI AVVENIMENTI

La notte tra il 29 e il 30 giugno 1934, universalmente conosciuta come la notte dei lunghi coltelli, è uno dei blitz più rapidi della storia, nel corso del quale Hitler, Goering e Himmler procedettero a una vasta operazione di epurazione all'interno del proprio partito: le vittime furono circa duecento tra cui tutti i capi delle Squadre d’Assalto, che furono di enorme utilità a Hitler fin che ebbe da lottare per la conquista del potere, ma che divennero piuttosto un ingombro quando lo ebbe conseguito. Infatti, ancora nel 1934, all’interno del movimento nazionalsocialista, continuava ad esistere questo gruppo di SA, che aveva una certa autonomia organizzativa e ideologica e perciò era malvisto da alcuni dei massimi dirigenti del partito. Le S.A. erano guidate da Ernst Rohm, che voleva trasformarle in un esercito popolare e dar vita ad una vera rivoluzione anticapitalista. Ciò era in contrasto con gli interessi di Hitler, che era stato generosamente finanziato sia dagli industriali tedeschi sia dalla grande finanza internazionale, soprattutto americana. Anche se per un verso Hitler era stato personalmente molto legato a Röhm, dall'altro si trovava sotto pressione per ridurne l'influenza e per mantenere il potere non poteva certo permettere la presenza dell’opposizione rappresentata da Röhm e dai suoi seguaci. Hitler decise quindi di agire: riunì i capi delle SA in un incontro all'Hotel Hanselbauer vicino a Monaco, dove il 29 giugno arrivò con un nutrito gruppo di SS ed era presente quando Röhm venne arrestato. Nelle ore seguenti, su ordine diretto di Hitler, vennero arrestati anche gli altri capi delle SA e, successivamente, giustiziati.


Icona iDevice LA NOTTE DEI CRISTALLI: LE CAUSE

La persecuzione razziale

 

Il razzismo rappresentò una costante all’interno dei presupposti ideologici e della pratica politica del nazismo. Benché gli Ebrei non fossero le uniche vittime (i nazisti colpirono infatti anche malati di mente, handicappati, omosessuali, zingari…), l’antisemitismo costituì la dimensione principale del razzismo nazista. Il pogrom della “notte dei cristalli”, avvenuto la notte tra il 9 e il 10 novembre 1938, segna un decisivo passo avanti della campagna antisemita nazista. La violenza e le devastazioni di quella notte misero in luce una nuova ferocia antisemita, che avrebbe portato alla cosiddetta “soluzione finale”.


Icona iDevice GLI AVVENIMENTI

La notte tra il 9 e il 10 novembre 1938 si consumava in Germania uno dei più odiosi e ignobili attentati contro la comunità ebraica tedesca, passato alla storia e tuttora ricordato come la “notte dei cristalli” (così definita in riferimento ai vetri infranti delle vetrine dei negozi ebrei). Poiché un giovane ebreo, per vendicare la deportazione della sua famiglia, uccise a Parigi il terzo consigliere d’ambasciata von Rath, venne attuata in tutta la Germania questa notte di terrore fomentata dalla propaganda di Goebbels, per punire quest’ultima offesa arrecata dagli ebrei al popolo tedesco. Una furia violenta si abbatté sulla comunità ebraica tedesca: furono infrante a colpi di bastoni migliaia di vetrine di negozi ebrei; furono incendiate sessanta sinagoghe; e trentamila ebrei svegliati nel cuore della notte, in parte ammazzati a bastonate mentre altri buttavano dalle finestre i loro mobili; i superstiti furono arrestati e poi inviati a morire nei campi di concentramento a Dachau e a Buchenwald; nelle piazze delle città si bruciarono migliaia di libri non graditi ai nazisti. La polizia ricevette l'ordine di non intervenire e nessuno tra i vandali, assassini e incendiari venne processato.



testi di Liliana Manconi

immagini di Lucia Maria Izzo


Questo articolo è sotto la licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial 2.5 License