home

   

Index

Odissea delle Tic

Ricette da Forum

Inglisch 1

Inglisch 2

Inglisch 3

Tradizioni popolari

Inferno

Il Paradiso

Ricordi in ppt

L'Osteria dei

poeti

Proverbi

     

       Odissea delle TIC

di A.A.V.V

a cura di Lucia Bartoli

Lungo la rotta di navigazione abbiamo incontrato amici che solcavano acque e mari simili ai nostri e come fanno i compagni di viaggio… abbiamo condiviso racconti ed emozioni delle nostre avventure.

Nel diario di Bordo sono racchiusi ricordi, segni, testimonianze di questo inconsueto viaggio.

 

Riassunto degli episodi -tratto dal thread Navigare,  di P.T. Piga

Forum Percorso B

Primo episodio di P. T. Piga

Al largo di un promontorio verdeggiante, tra due isolotti illuminati dal sole del crepuscolo........ A Bordo del........ il giorno ...... del mese..... dell'anno.....
Navigo da giorni (o mesi, o anni?) ormai .... ho perso la cognizione del tempo e..., tra non molto, perderò anche il lume dell'intelletto, gli affetti più cari, cane e gatto compresi (Fido e Miao!).
Guardo la costa in cerca d'approdo, navigo "a vista" a dispetto del Nostromo che insiste affinché vengano usate: Carta, Bussola e quant'altro serva per percorrere una rotta sicura  -vecchia scuola d'una volta, con le tasche piene di certezze....eeehh, va be'!... Lasciamo perdere!-.
Io però ho deciso diversamente, e poi... sono animato da uno spirito fortemente innovativo, inoltre sono il
capitano ed ho sempre ragione (right or wrong I'm still the Captain!). Continuo, quindi, ad affidarmi al volo dei gabbiani, degli albatros, dei piccioni viaggiatori (delle rondini NO, perché notoriamente ingannatrici)... seguo perfino, e mi vergogno un po', le evoluzioni dei delfini, per trarne auspici.
"Con questo metodo, gli antichi navigatori, fecero grandi scoperte".
Penso proprio così (sic!), e questo mi conforta molto! Mi colloca spiritualmente, dentro una dimensione precisa, una "categoria" già esplorata.
Confesso, però, in confidenza, che, qualche volta mi assalgono sentimenti di sconforto, perchè, insomma: ho esplorato innumerevoli Cale, Baie, Golfi riparati da almeno tre venti dominanti, fiordi... ed alcuni di questi posti erano veramente accoglienti, ma nessuno di essi era il sito che cercavo, "il giardino della quiete".
Ho visto, mentre aspettavo il vento favorevole o, spesso, la bonaccia, le vostre Navi passare: le più piccole si dirigevano al fiume, le più grandi sapevano già dove andare!
Così, son diventato mio padre, ucciso in un sogno precedente...Oooopps! No, scusate, vedete in quale stato di prostrazione mi trovo!? - Così - dicevo- la mia mente che non smette mai di "sfornare" riflessioni (anche quando non sono richieste da alcuno!), mi ha suggerito questo pensiero:
CHE SUCCEDE, NOSTROMO?......ABBIAMO URTATO UNO SCOGLIO?
NNNNNNOOOOOO!!!!!!, Proprio ora....non ci voleva, vi lascio cari colleghi naviganti, Capitani, Ufficiali e Ciurma, il dovere mi chiama.
Vado sul "ponte" a coordinare le operazioni di primo intervento.
Che Vi sia propizio il vento e che la scorta di gallette, acqua dolce e rum sia abbondante!
Al prossimo approdo, tempo e scogli permettendo...

Secondo episodio di C. Rosanova

-Controllate le scialuppe! Verificate che tutto sia in ordine!-
Ero preso da mille pensieri, ma soprattutto cercavo di essere ligio ai regolamenti e alle norme di navigazione.
Borbottai tra me e me: lascio tutto, mollo tutto, prendo la prima scialuppa e mi metto in salvo. Ma ero il
Capitano, quello con la C maiuscola, quello che anni prima aveva orgogliosamente fatto giuramento di fedeltà al Ministero della Pubblica .... Navigazione. Mi ripresi e nella mia mente innumerevoli pensieri, mai così fertili, solcavano le mie meningi, quasi a squarciarle.
- Prima le donne e i bambini! Urlai, ma nemmeno tanto convinto. Erano i primi giorni di navigazione con una barca nuova, preparata a dovere e salpata, dopo tanti giorni di attesa, da PortoEdu. Ad un certo punto, quasi abbagliato dal sole e dal riflesso delle ali di un gabbiano, tirai fuori tutta la mia esperienza accumulata in anni di corsi di navigazione. Presi il timone della situazione e gridai:
-Fermi! Fermi! Non facciamoci prendere dal panico. Osiamo, bisogna ardire. Non sottomettiamoci alle avversità, dominiamo gli strumenti! Che diamine! Siamo o non siamo nostromi d'alto mare?-
Un TIC nervoso mi aggrottava le ciglia: anche questa volta la ciurma si era rasserenata, pronta ad affrontare quest'ennesima avventura!

Terzo episodio di L. Ranzani

A bordo della nave, davanti alla fitta nube che si dispiegava nel mare in volute dense come fumo, regnava l'incertezza.
"E' una pazzia andare avanti in queste condizioni; la strumentazione è fuori uso, finiremo sugli scogli!"
Ma l'uomo, da sottocoperta, risalì con una ciotola per metà piena di olio, estrasse sotto gli occhi stupiti una lamina di metallo a forma di freccia e la posò delicatamente sulla superficie dell'olio.
Era la freccia di Aristea di Proconneso che indicava la strada ai naviganti.
La freccia cominciò a ruotare finche si dispose stabilmente in una direzione fissa.
La direzione era indicata!!!

Quarto episodio di I. Niccolai

Le INDICAZIONI c'erano...
Il
Capitano fornì le RACCOMANDAZIONI; l'ABBRIVO era la ricerca dell'OLOGRAMMA. Tutto l'equipaggio appariva inebetito e confuso: a nessuno era chiaro quale fosse l'attività euristica da intraprendere...
Il
Capitano volle mostrarsi sicuro di sé e disinvoltamente spiegò: "Dobbiamo cooperare, sostenendoci l'un l'altro, per trovare il tutto in ogni singola parte, per avere una visione olistica di noi stessi e del mondo, raggiungendo l'atarassia e, poi, anche l'eudemonìa".

Quinto episodio di C. Rosanova

Ci avviammo per la rotta prestabilita. Alcuni marinai erano incerti sul mio ruolo e sulle mie capacità di condurli sulla terra: non lo dicevano apertamente, era un’impressione che sentivo a fior di pelle, forse un po' pessimistica, ma sicuramente fortemente dipendente dall'aria che negli ultimi giorni avevamo respirato.
A tarda notte la radio ricominciò a funzionare: l'Ammiraglio Mazzella ci faceva sentire meno soli: "non preoccupatevi, adesso vi fornisco alcune coordinate per facilitarvi la navigazione!".
Tirai un sospiro di sollievo: senza ancor sapere se le comunicazioni potevano essere utili alla ns. rotta, pensai tra me e me: "Abbiamo un riferimento in più...Lassù qualcuno ci pensa".
Corsi subito sul ponte della nave e radunai l'equipaggio: volevo immediatamente metterli al corrente delle novità. -Così almeno remeremo tutti nella stessa direzione!- meditai.

Sesto episodio di P.T. Piga

DIARIO DI BORDO
Ancora una sosta…
Porto Edu , Indire 28 maggio 160.000
A bordo del “Monfortic”

Io non so ben ridir com' i' v'entrai,
tant' era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai.
Ma poi ch'i' fui al pie' d'un colle giunto,
là dove terminava quella valle
che m'avea di paura il cor compunto,
…………….
Queste due strofe mi son venute bene (almeno credo..).
Bene o male….. il Diario è segreto… lo leggeranno …forse…i miei nipotini, chissà…(?)
Continuo, quindi…
Di Letizia il cor mio tutto s’accese…
MIURRRR MIURRR MIURRRR
Vieni qui Miao, cosa c’è? Non ti piace eh? Va bene…
Huuumm… vediamo cosa scrivono gli ufficiali…Niccolai …un ufficiale Corso? Sarà di Bastia o di Ajaccio, no, la casata dei Niccolai è di Corte o Sartène ?… Non importa, è un buon ufficiale e questo basta.

Settimo episodio di I. Niccolai

Sulle fresche e dolci acque
navigar sempre mi piacque

e mi lascio trasportare,
senza neanche camminare,

dai richiami di sirene,
che mi fanno tanto bene.

Un oceano sconfinato
sulle onde io ho ammirato.

Naufragar non è male
nel piacere intellettuale!

Ottavo episodio di P.T. Piga

Porto Edu , Indire 5 giugno 160.000
A bordo del “Monfortic”

DIARIO

il sole tramonta,
incerta,
appare ancora
la via.

Nono episodio di L. Ranzani

DIARIO

La notte dal nero manto scende silenziosa,
e vezzose le stelle ammiccano alla baia amica,
la risacca culla stanche ossa
abbandonate al sonno ristoratore,
qualche guizzo fugace
per dire che vita c'è.

Decimo episodio di C. Rosanova

Eravamo stanchi, spossati dalla lunga e terribile giornata che aveva travagliato non poco il nostro animo: grande era stato il rischio dell'impatto con la tempesta, grande era stata la confusione e lo scoramento al cospetto della tremenda avventura, capitataci troppo presto per i nostri giovani spiriti.
Ma la notte arrivò come un manto di serenità che ci avvolgeva e ci restituiva fiducia e forza di volontà. La notte rappresentava una pausa desiderata da tempo: ci permetteva di riprendere fiato, di guardarci intorno per raccogliere le ns. idee, per avere un’iniezione di vitalità necessaria al prosieguo della navigazione. Nel cuore della notte mi recai sul ponte: tutto era talmente calmo e silenzioso che ebbi l'impressione di non essere mai salpato da Porto Edu: sembrava irreale, inverosimile. Nella mia mente scorrevano i volti dei miei marinai: preoccupati, tesi, nervosi, come pesci fuor d'acqua. Ma la sensazione di tranquilità mi permeava continuamente; volgevo il mio sguardo all'orizzonte, finalmente visibile e con le acque diventate in poco tempo chete e rassicuranti. Mi chiesi: "Ma quanto durerà? Riuscirò a tenere il timone e a portare alla meta i miei compagni di viaggio?". Pensavo a tante cose: le strumentazioni di bordo che spesso facevano le bizze rallentando la navigazione, i collegamenti con la base Indire talvolta lenti e che non ci consentivano segnalazioni real-time, il diario-registro di bordo da trascrivere quotidianamente, le esperienze di laboratorio spesso difficili da realizzare in tempi così brevi con la collaborazione di tutta la ciurma.
"Chissà cosa farà l'ammiraglio Mazzella in questo periodo! Chissà se ci fornirà spazi più capienti per depositare i ns. pensieri, o una piattaforma più rispondente alle ns. esigenze". Nonostante tutto, ero ancora pervaso dall'ottimismo e dalla fiducia, convinto che avrei sempre potuto dare fondo alle mie esperienze già vissute nel campo della navigazione.
"Ma sì! Ancora 16 giorni di navigazione e saremo alla meta."
Ritornai in coperta, pronto a ricaricarmi durante la notte per affrontare il nuovo giorno...

Undicesimo episodio di G. Malagodi

Ma uno strano ticchettio,
prima lieve, qual fruscio
poi via via sempre più netto,
sobbalzar mi fa sul letto.
Sembra un suono di tastiera,
ma chi è 'sì mattiniera?
M'alzo e guardo tutt'intorno:
non s'è ancora fatto giorno,
nulla appare all'orizzonte:
dove mai sarà la fonte
di codesto rumor noto
in un mare così vuoto?
Atroce m'assale un sospetto:
non sarà - mi sono detto
-
la Gisella mattiniera
che già scrive alla tastiera?
Son salito su in coperta
E di colpo l’ho scoperta:
era tutta concentrata
su una rima estrapolata
per un nuovo forumiano
che arrivava da Lugano!
L’ho ripresa sull’istante:
-Tu sei troppo soffocante,
se continui nella rotta
ti darò zero in condotta!!
Tutto il forum intasasti
E di scriver non cessasti!
Orsù, dunque, desisti un po’
O tutti noi metterai ko!!!

 torna su

 

    redazione@forumlive.net