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a cura di Adele Chiappisi
Ritengo che questo forum ci abbia
arricchito! Alternando argomenti frivoli ed impegnati, nessuno può negare
che scambiando i nostri messaggi abbiamo avuto modo reciprocamente di
conoscere ricette di cucina, proverbi, modi di dire, filastrocche di ogni
parte della nostra bella Italia.
In Sicilia la
commemorazione dei defunti
….è come una festa per i bambini!!!!!
Sono del Gargano
(FG),anche da noi si conserva il culto dei morti considerato come una
festa. A Palazzo Adriano, in provincia di Palermo, (ricordate “Nuovo cinema Paradiso"? Il cinema sorgeva in una piazza di questo paese) la festa di San Martino è l’occasione per rispolverare una antica tradizione d’origine balcanica, un tempo molto diffusa presso tutti i paesi di origine albanese, che oggi sopravvive soltanto a Palazzo Adriano.
Secondo questo costume, parenti e amici
si fanno carico della costituzione della casa dei giovani che si sono
sposati nell’anno corrente e una volta anche
del rifornimento del vitto necessario per l'anno in corso.
Scrivendo un proverbio nel 3d dei
PROVERBI mi è tornata in mente un'altra tradizione dell'antica Sicilia e
come tutte le tradizioni è legata ad una ricorrenza e si finisce sempre "a
mangiare"
Nella parte di Toscana in
cui son nata e vivo - scrive una forumiana - in autunno "va" molto il castagnaccio, che si
fa semplicemente mescolando farina di castagne (deve essere genuina
però!), acqua, un poco di olio d'oliva e, a piacere, aghi di rosmarino, o
pinoli e uvetta, o scorze d'arancia... poi si inforna tutto e si mangia! è
cotto quando sopra fa le "grinze". Solenni celebrazioni per l'Immacolata, messa celebrata dal dal cardinale a S. Francesco, omaggio floreale del sindaco di Palermo alla statua dell'Immacolata. Il sindaco partecipa alle solenni celebrazioni per la festività dell'Immacolata. Di mattina si reca nella Basilica di S. Francesco d'Assisi di Palermo, dove assiste alla Santa Messa presieduta dall'Arcivescovo della città. Successivamente, come da tradizione, i partecipanti alla funzione religiosa in corteo si recano alla volta della Basilica di S. Domenico, che si affaccia su una piazza, al centro della quale troneggia una stele con in cima una statua dell’Immacolata. Il sindaco della Città porta alla statua dell'Immacolata un omaggio floreale: una corona di fiori, che viene collocata ai piedi della statua da un vigile del fuoco. Quindi avviene la consueta consegna degli scudi d'argento. Un rito che si ripete da oltre trecento anni, proseguito poi con la firma del registro della chiesa, da parte del Sindaco, un atto simbolico per suggellare il patto di collaborazione tra la Chiesa e l'Amministrazione della Città. Nelle famiglie poi la vigilia dell’Immacolata dà inizio agli incontri prenatalizi: serate trascorse tra parenti ed amici con giochi di società e di carte e naturalmente con una bella cena. È d’obbligo lo “sfincione”.
Santa Lucia...
Non so se qualcuno di voi conosce "la cuccìa"......... Il giorno di Santa Lucia nel bresciano (proom!!!) La vigilia di Santa Lucia 12-12 nel bresciano è tradizione preparare un piatto con della farina gialla e del latte da lasciare sul davanzale delle finestre di ogni casa ove vi siano bambini. Durante la notte Santa Lucia col suo asinello visita le case e ringrazia del cibo lasciato per Lei regalando giochi e balocchi ai piccini ma non solo. Il nataleccio
A Gramolazzo (Lu), come
in altri paesini vicini, la vigilia di Natale, la sera, al suono dell'ave
Maria, è tradizione dar fuoco ai natalecci. Mi viene
in mente un'altra tradizione del Natale ad Agrigento...
si chiamano le "novene". Dolci di Natale prettamente siciliani sino i buccellati: quelli industriali, che possiamo trovare in pasticceria, appariscenti, colorati ed arricchiti da frutta candita e quelli caserecci, piccoli, poco appariscenti, neanche tanto gradevoli alla vista. L’albero più alto del mondo Dal
1981 un gruppo di volontari eugubini provvede all’allestimento di quello
che è conosciuto come L’albero di Natale di Gubbio.
Puglia - Un'altra
tradizione di un paese a 20 Km, San Marco in Lamis è quella delle fracchie
la sera del Venerdì Santo. Praticamente la fracchia è un tronco d'albero
parzialmente svuotato e riempito di tanta legna fino a formare un tronco
di cono. Vengono accese e sfilano davanti alla Madonna per illuminare il
suo cammino.
San Giuseppe
In alcuni paesi della Sicilia c'è la tradizione di fare "le tavole". La pentolaccia Tradizione molto sentita dai pugliesi era quella della “pentolaccia”; infatti, il giovedì di mezza quaresima le famiglie si riunivano in campagna per rompere un recipiente di creta (la pentolaccia) che veniva riempito di noci, fichi secchi, mandarini, castagne del prete, lupini, fave e ceci arrostiti, frutta secca e, col passar del tempo anche di caramelle e cioccolate. Così riempita, la pignata veniva posta ad un paio di metri da terra e gli adulti, bendati e armati di bastone, dovevano cercare di romperla per il divertimento dei più piccini. Questa usanza era un pretesto per ritrovarsi, cantare, ballare e mangiare il calzone di cipolla (focaccia ripiena di verdura, cipolla e pesce o tonno), taralli, frittate e bere il buon vino pugliese. S.Sebastiano La "panarda"
si fa per la festa di S.Sebastiano, patrono di Porciano (paesino sperduto
della Ciociaria di duecento anime ...se mi legge Giancarla mi uccide ) il
2 giugno. Tre giorni prima della festa, alcune donne si radunano nella
sala parrocchiale che si trasforma in laboratorio per l'impasto del pane.
Si fanno quattro "impastate", per ognuna si utilizzano otto "scifoni"
dentro cui si lavora: farina, acqua, lievito e patate (precedentemente
lessate). Si preparano ogni volta 280-300 pagnottine. Altre donne
accendono otto forni, "munniano", infornano e sfornano il pane.
Gli uomini sistemano il pane
cotto in un'altra sala della chiesa. La sera c'è la cerimonia della
benedizione e la distribuzione ai porcianesi. Il pane
che resta viene distribuito dopo la processione ai forestieri e una parte
utilizzato per la sagra del formaggio pecorino che si tiene il pomeriggio
della festa. Il pane Nella
parti più interne e più autentiche della Sardegna il pane
della sposa assume le caratteristiche di un'opera d'arte: viene lavorato
sino a diventare bianchissimo e, poi, spizzettato e aggraziato come una
statua rococò, un
pane regalato da una mamma di
"vicinato" il giorno del matrimonio. Dopo anni rimane ancora lì,
testimone di resistenza e durezza.
Per Pasqua in Campania
si preparano dei grossi pani a forma di treccia o di ciambella che
racchiudono un uovo sodo colorato di rosso, simbolo di fertilità. L'anno contadino è tuttora ritmato dalla preghiera, dalle benedizioni, dalle offerte che servono a propiziare abbondanza e felicità. In occasione della mietitura si svolgono nelle campagne delle feste, in cui i giovani agricoltori fanno a gara a chi miete più in fretta una parte del campo; segue quindi l'offerta di vari pani fatti all'antica, in segno di ringraziamento per il buon raccolto. |
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