Apparato didattico:
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ATTO I
Scenografia: sullo
sfondo:
un
telo bianco con tracciati dei quadrati colorati |
SIGLA STRUMENTALE
APERTURA
(entrano in scena alcuni bambini e iniziano a giocare: chi con la
bambola, chi con le macchinine, 3 giocano con l'elastico)
Canto: Piove Pioviccica: (tutti i
bambini cantano la filastrocca da dietro le quinte, mentre i bambini in
scena giocano)
Piove pioviccica
la carta si appiccica
si appiccica sul muro
suona il tamburo
tamburo tamburello
apri l'ombrello
così ci vai sotto tu
così non ti bagni più |
Musica: Chihuahua
(entrano 10 alunni e si dispongono per
la danza, i ragazzi che stavano giocando si spostano e vanno a sedersi
con spalle al pubblico ma non davanti ai ballerini per guardarli. Finita
la Danza i ballerini se ne vanno e i bambini cominciano a parlare tra di
loro, riprendendo in mano i loro giochi (figurine, automobili…) |
Una sedia nell’angolo sx. Un faro
illumina la sedia.
Un
altro all’estrema dx illumina alcuni bambini che giocano
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Musica:
A mille ce n’è…
(solo la prima parte)
A
mille ce n'è nel mio cuore di fiabe da narrar (da narrar)
venite con me
nel mio mondo incantato per sognar (per sognar)
non serve l'ombrello, il cappottino rosso la cartella bella per venir
con me
basta un po' di fantasia e di bontà (e di bontà)...
Entra il narratore adulto
Indossa
un grande cappotto grigio, sciarpa, cappello, guanti: sembra un essere
misterioso. Cammina lentamente, si avvicina alle sedia, si toglie pian
piano tutti i vestiti pesanti e li depone ordinatamente sopra una panca,
dietro alla sedia. Indossa vestiti colorati e luminosi. Accende la
lampada, mette gli occhiali, si mette la pipa in bocca e….
… comincia a leggere:
Il
narratore:
C’era una
volta tanto, ma tanto tempo fa… |
(I bambini si bloccano tutti perché un
“contastorie” rappresenta per loro qualcosa di magico e irripetibile.
Abbandonano i loro giochi e si vanno a mettere seduti per terra attorno
a lui per ascoltarlo- Il
narratore rimane visibile solo per tre quarti verso il pubblico - Un
alone misterioso lo circonda).
Il narratore: |
Ebbene cosa volete sentire? (dice
con voce accattivante)
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I bambini: |
Una favola, una favola!
(dicono tutti in coro).
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Il
narratore: |
E quale?
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(I bambini
urlano chi un titolo chi un altro, in un caotico intreccio di richieste:
Pinocchio! Cenerentola! L’oca magica! Fagiolino ! Hansel e Gretel!
Pierino e il lupo!) |
Il narratore: |
Fermi, fermi. Un
attimo! Prima di tutto ditemi: ma voi credete nelle favole?
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(La domanda provoca sconcerto: i bambini
si guardano tra loro con facce stupite e senza parlare, con gesti
diversi. Ad un certo punto…)
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l bambino più piccolo: |
Sì, ci crediamo! (risponde)
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Il narratore: |
E fate male!
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(la replica del cantastorie
lascia tutti ammutoliti)
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Il narratore: |
Le favole non dicono sempre la verità e
sapete perché? Perché il primo racconta una storia, ma il secondo poi la
dice come vuole lui. E il terzo farà ancora delle modifiche… e via via.
Fino a cambiare gli avvenimenti iniziali. E così la storia diventa
favola, i poveracci diventano principi, le servette regine, i banditi
eroi. Ma soprattutto i cattivi vengono scambiati per eroi e i buoni per
cattivi.
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(I bambini sono allibiti, nessun
“contastorie” aveva mai detto loro una cosa simile.. Si guardano tra
loro, come per consultarsi. Poi sempre il più piccolo si alza e
formula educatamente una richiesta)
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Il
bambino più piccolo: |
Signore, ci dispiace, ma non abbiamo
capito bene; può spiegarcelo meglio?
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Il narratore: |
Conoscete la
favola del Gatto con gli Stivali? (dice, facendo una risata
leggera)
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Tutti
i bambini: |
Sì, sì! ( gridano).
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Il narratore: |
-
E
allora qualcuno me la ricordi (replica)
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(I bambini si mostrano un po’ stupiti,
ma poi...)
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Una bambina: |
(alzandosi):
C’era una volta un mugnaio…
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Il
narratore: |
No, non così! ( la interrompe)
– dimmi solo i fatti principali.
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La bambina: |
(rimanendo un attimo con la testa bassa in cerca d’ispirazione e poi): - È la storia di un ragazzo povero che riceve in eredità un gatto.
Non è contento di questo dono. Ma poi il gatto, che parla, gli chiede di
dargli stivali e un cappello. Si procura dei doni che porta al re, che
ha una bella figlia, dicendogli che sono da parte del suo padrone. Tanto
fa e tanto dice che poi riesce a far passare il suo povero padrone come
un eroe che sposa la figlia del re e vissero felici e contenti.
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Il narratore: |
Brava. Ma sei proprio sicura che avvenne quello che hai detto?
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(Si
spengono i fari. I bambini restano accanto al narratore nell’angolo di
sx - Si riaccendono le luci)
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Scuola
primaria: |
Sai chi è un
cantastorie?
Hai mai ascoltato
una storia raccontata da un cantastorie?
Qual è la
differenza tra una fiaba e una favola?
Il Gatto
con gli stivali è una fiaba o una favola? |
Scuola
secondaria di primo grado: |
Analisi dei personaggi:
1. Descrivi l’aspetto fisico e gli abiti del narratore, così
come appare sul palcoscenico, come si muove sulla scena e quali
sensazioni evoca nei bambini-attori che si trovano anch’essi sul
palco.
2. In base alle situazioni che vengono rappresentate,
attribuisci a ciascun personaggio uno o più aggettivi che lo
contraddistinguano:
Personaggi |
Aggettivi |
Narratore |
___________________ |
Il
bambino piccolo |
___________________ |
La
bambina |
___________________ |
Comprensione del testo
3. Indica con una crocetta la risposta che ritieni esatta:
- Quando il Narratore chiede ai bambini se conoscono la favola
del “Gatto con gli stivali”, qual è la risposta?
No Sì Poco
Forse
- Quando il narratore dice ai bambini che non devono credere
alle favole, come si mostrano?
Accondiscendenti Increduli
Per niente meravigliati Allibiti
-Quando il narratore chiede di raccontare i fatti principali
della favola a chi la conosce, una bambina:
Si mostra molto indecisa
Lo fa, dopo che il Narratore le chiede di sintetizzare
Si ferma ogni tanto per raccapezzarsi
Non riesce a dire niente e il Narratore deve raccontare lui. |
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