Sc. Media - Il treno e la guerra
Nel corso della Storia le scoperte degli scienziati e le loro applicazioni tecniche sono state spesso finanziate, incentivate e utilizzate per usi militari.
Così Cavour, per riorganizzare il Regno di Sardegna, favorì la costruzione di una linea ferroviaria utile sia alla nascente industria che allo spostamento di truppe verso il confine con la Lombardia.
In Europa, durante i due conflitti mondiali, i treni furono largamente utilizzati per il trasporto al fronte di soldati, vettovaglie, munizioni e artiglieria pesante e per lo spostamento di deportati e prigionieri.
Non ti ricordi quel mese d’Aprile,
quel lungo treno che andava al confine.
Che trasportavano migliaia degli alpini:
su, su correte: è l’ora di partir!
Che trasportavano migliaia degli alpini:
sù, sù correte: è l’ora di partir!
Dopo tre giorni di strada ferrata,
ed altri due di lungo cammino,
siamo arrivati sul Monte Canino
e a ciel sereno ci tocca riposar...
siamo arrivati sul Monte Canino
e a ciel sereno ci tocca riposar..
Se avete fame guardate lontano,
se avete sete la tazza alla mano.
Se avete sete la tazza alla mano
che ci rinfresca la neve ci sarà.
Se avete sete la tazza alla mano
che ci rinfresca la neve ci sarà.
Non più coperte lenzuola pulite.
Non più il sapore dei caldi tuoi baci.
Solo si sentono gli uccelli rapaci,
tra la tormenta e il rombo del cannon.
Solo si sentono gli uccelli rapaci
ma la tormenta e il rombo del cannoni.
Ascolta Monte Canino
a Milano non si ferma più,
ma la va diretta al Piave,
cimitero della gioventù.
Siam partiti siam partiti in ventinove,
solo in sette siam tornati qua,
e gli altri ventidue
son rimasti tutti a San Donà.
Cara suora cara suora son ferito,
a domani non ci arrivo più;
se non c'è qui la mia mamma,
un bel fiore me lo porti tu.
A Nervesa c'è una croce,
mio fratello l'è disteso là,
io ci ho scritto su "Ninetto"
che la Mamma lo ritroverà.
Ascolta La Tradotta
Sul ponte di Perati (Seconda Guerra Mondiale)
Sul ponte di Perati, bandiera nera:
L'è il lutto degli alpini che va a la guera.
L'è il lutto degli alpini che va a la guera,
La meglio zoventù va soto tera.
Sull'ultimo vagone c'è l'amor mio
Col fazzoletto in mano mi dà l'addio.
Col fazzoletto in mano mi salutava
E con la bocca i baci lui mi mandava.
Con la bocca i baci lui mi mandava
E il treno pian pianino s'allontanava.
Quelli che son partiti, non son tornati:
Sui monti della Grecia sono restati.
Sui monti della Grecia c'è la Vojussa
Col sangue degli alpini s'è fatta rossa.
Un coro di fantasmi vien giù dai monti
È il coro degli alpini che sono morti.
Alpini della Julia in alto il cuore
Sui monti della Grecia c'è il tricolore.
Gli alpini fan la storia, ma quella vera
Scritta col sangue lor, e la penna nera.
Ascolta Sul Ponte di Perati
angoscia
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spensieratezza
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volontà di fuga
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la morte in guerra
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la fatica della vita militare
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la lontananza da casa
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Un treno merci
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un treno di linea
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un treno militare speciale
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morte
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resa
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guerra
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Primo Levi, Se questo è un uomo, 1947
I vagoni erano dodici, e noi seicentocinquanta; nel mio vagone eravamo quarantacinque soltanto, ma era un vagone piccolo. Ecco dunque, sotto i nostri occhi, sotto i nostri piedi, una delle famose tradotte tedesche, quelle che non ritornano, quelle di cui, fremendo e sempre un poco increduli, avevano così spesso sentito narrare. Proprio così, punto per punto: vagoni merci, chiusi dall’esterno, e dentro uomini donne bambini, compressi senza pietà, come merce di dozzina, in viaggio verso il nulla, in viaggio all’ingiù, verso il fondo. Questa volta dentro siamo noi. (…)
Gli sportelli erano stati chiusi subito, ma il treno non si mosse che a sera. Avevamo appreso con sollievo la nostra destinazione: Auschwitz: un nome privo di significato, allora e per noi; ma doveva pur corrispondere a un luogo di questa terra.
Il treno viaggiava lentamente, con lunghe soste snervanti. Dalla feritoia, vedemmo sfilare le alte rupi pallide della val d’Adige, gli ultimi nomi di città italiane. Passammo il Brennero alle dodici del secondo giorno, e tutti si alzarono in piedi, ma nessuno disse parola. Mi stava nel cuore il pensiero del ritorno, e crudelmente mi rappresentavo quale avrebbe potuto essere la inumana gioia di quell’altro passaggio, a portiere aperte, ché nessuno avrebbe desiderato fuggire, e i primi nomi italiani … e mi guardai intorno, e pensai quanti, fra quella povera polvere umana, sarebbero stati toccati dal destino. (...)
Vero Falso
Vero Falso
Vero Falso
Vero Falso
Vero Falso
Vero Falso
Generale, dietro la collina
ci sta la notte crucca e assassina,
e in mezzo al prato c'è una contadina,
curva sul tramonto sembra una bambina,
di cinquant'anni e di cinque figli,
venuti al mondo come conigli,
partiti al mondo come soldati
e non ancora tornati.
Generale, dietro la stazione
lo vedi il treno che portava al sole,
non fa più fermate neanche per pisciare,
si va dritti a casa senza più pensare,
che la guerra è bella anche se fa male,
che torneremo ancora a cantare
e a farci fare l'amore, l'amore delle infermiere.
Generale, la guerra è finita,
il nemico è scappato, è vinto, è battuto,
dietro la collina non c'è più nessuno,
solo aghi di pino e silenzio e funghi
buoni da mangiare, buoni da seccare,
da farci il sugo quando è Natale,
quando i bambini piangono
e a dormire non ci vogliono andare.
Generale, queste cinque stelle,
queste cinque lacrime sulla mia pelle
che senso hanno dentro al rumore di questo treno,
che è mezzo vuoto e mezzo pieno
e va veloce verso il ritorno,
tra due minuti è quasi giorno,
è quasi casa, è quasi amore.
I dipinti di Gino Severini sono considerate delle testimonianze pittoriche della Prima Guerra mondiale.
Osservali con attenzione.
1 - Quali armi sono rappresentate nel dipinto "Il treno blindato in azione"?
2 - Che cosa vedi rappresentato nel dipinto "Il treno dei feriti"?
3 - Il treno della canzone "Generale" di de Gregori è un treno diverso da quello delle altre canzoni di guerra... perchè?
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Percorso interdisciplinare tra Letteratura, Arte, Storia, Geografia