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INCONTRI

 

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Le stazioni ferroviarie sono uno dei luoghi prediletti dagli scrittori come ambientazioni di scene significative, in particolare quelle di addio, in cui uno dei protagonisti parte e lascia parenti, amici, la persona amata.

Lo scompartimento ferroviario fa spesso da cornice a incontri tra persone che, una volta terminato il viaggio, difficilmente si incontreranno di nuovo.

La disposizione  dei posti permette la conversazione con gli altri passeggeri, oppure la lettura, la riflessione, l'osservazione del paesaggio che scorre, come su uno schermo cinematografico, in direzione apparentemente opposta a quella del treno.


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Alunni della Scuola Secondaria di primo grado

 
Gerolamo Induni - Carrozzone - 1855

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NEL FUMO

Eugenio Montale, 1971, dalla raccolta Satura

Quante volte ti ho atteso alla stazione

nel freddo, nella nebbia. Passeggiavo

tossicchiando, comprando giornali innominabili,

fumando Giuba poi soppresse dal ministro

dei tabacchi, il balordo!

Forse un treno sbagliato, un doppione oppure una

sottrazione. Scrutavo le carriole

dei facchini se mai ci fosse dentro

il tuo bagaglio, e tu dietro, in ritardo.

Poi apparivi, ultima. E’ un ricordo

tra tanti altri. Nel sogno mi perseguita.

 

NOTE

Innominabili = superficiali, acquistati solo per passare il tempo
Giuba = marca di sigarette
Balordo = sciocco
Forse un treno ... = un treno sbagliato, un treno speciale aggiunto al primo, un treno soppresso.


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a - Da quanti versi è composta la poesia?
b - I versi hanno una stessa lunghezza?
c - Riporta un esempio di rima, di assonanza, di consonanza, di allitterazione.
d - Il poeta descrive con realismo il momento dell'attesa: cosa faceva per far passare il tempo?
e – Perché per il poeta il ricordo della moglie è quasi un'ossessione?
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Nei seguenti tre dipinti (1856) Honoré Daumier raffigura tre vagoni: di prima, di seconda e di terza classe.

Confronta le figure dei passegeri.

Che cosa hanno in comune? In che cosa differiscono?


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Mostra Vagone di prima classe Immagine
Vagone di prima classe
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Vagone di seconda classe
Mostra Vagone di terza classe Immagine
Vagone di terza classe
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Sulla strada ferrata

Edmondo De Amicis 

 

Si riparte, e siam qui come ranocchi,

otto, in una caldaia maledetta,

un'ordinanza, un prete, una servetta,

un inglese, una balia e due marmocchi.

 

Ho il prete enorme e rosso innanzi agli occhi,

ho tra le gambe un cesto e una cassetta,

sento un'elsa di qua, di là una tetta,

e un piede dell'inglese sui ginocchi.

 

La grossa balia in faccia mi starnuta,

strillano i bimbi, l'ordinanza fuma,

la serva tosse e il reverendo sputa;

 

e non so chi d'arcane aure leggere

tacitamente il carcere profuma ...

E tutto questo è un treno di piacere.

 

Edmondo De Amicis, Sulla strada ferrata, Poesie, Treves, 1881 


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Dopo aver letto con attenzione la poesia "La strada ferrata" di Edmondo De Amicis, completa

Il testo poetico è composto da quattro di cui due e due . E' quindi un .

Lo schema della rima è .

Il poeta si trova nello di un vagone ferroviario con altri passeggeri: un' , un , una , un una , due .

Davanti a lui ha il e ; è in contatto con un' , una , un dell'inglese.

Il poeta è infastidito dai comportamenti dei suoi compagni di viaggio: la balia , i bimbi e il prete .

Per tutto questo il poeta, nell'ultimo verso, definisce ironicamente lo scompartimento come un , dopo averlo già chiamato una nel secondo verso.

  

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Tra la produzione di George Earl ci sono due dipinti

1 - King's Cross Station, 1893

2 -  Pearth Station, Going  South, 1895

 

nei quali il pittore ritrae, in uno, delle persone in partenza per la Scozia dove trascorreranno la stagione della caccia, nell'altro le stesse persone che si ritrovano alla stazione per far rientro a casa.

Quali particolari dei dipinti permettono di capire l'ordine cronologico?

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Elio Vittorini

Conversazioni in Sicilia

Il romanzo ha come protagonista Silvestro Ferrauto, tipografo milanese in preda ad una cupa disperazione per le vicende italiane. A tale suo stato d’animo s’assomma una lettera del padre, dalla quale egli apprende che questi ha lasciato la madre per un' altra donna. Silvestro decide, in seguito a ciò e improvvisamente, di partire e tornare nel paesino natale, in Sicilia. Durante il lungo itinerario verrà a contatto con numerosi personaggi simbolici che rappresentano le varie ideologie antifasciste. Silvestro verrà così a conoscenza della sofferenza e del dolore di un mondo “offeso”, in cui domina l’ingiustizia. Si pone quindi il compito di rivelare questa verità e di richiedere il riscatto morale di quel mondo “offeso”.

 

“(…) Ero in viaggio, e a Firenze, verso mezzanotte, cambiai treno, verso le sei del mattino dopo cambiai un’altra volta, a Roma Termini e verso mezzogiorno giunsi a Napoli (…). Poi viaggiai nel treno per le Calabrie, ricominciò a piovere e riconobbi il viaggio, me bambino nelle mie dieci fughe da casa e dalla Sicilia, in viaggio avanti e indietro per quel paese di fumo e di gallerie, e fischi inenarrabili di treno fermo nella notte, in bocca a un monte, dinanzi al mare, a nomi da sogni antichi, Amatèa, Maratèa, Gioia Tauro. Così un topo, d’un tratto, non era più un topo in me, era odore, sapore, cielo, e il piffero suonava un attimo melodioso, non più lamentoso. Mi addormentai, mi risvegliai e tornai ad addormentarmi, a risvegliarmi, infine fui a bordo del battello-traghetto per la Sicilia. (…) Alle tre, nel sole di dicembre, dietro il mare che scoppiettava nascosto, il trenino entrava, piccoli vagoni verdi, in una gola di roccia e poi nella selva dei fichidindia. Era la ferrovia secondaria, in Sicilia, da Siracusa per le montagne: Sortino, Palazzolo, Monte Lauro, Vizzini, Grammichele. (…) E tra i fichidindia apparivano case; il treno si fermava sulle arcate di un ponte e dal ponte girava la gradinata dei tetti; si attraversava la galleria, si era di nuovo tra i fichidindia e scogliere di roccia, e di nuovo non si incontrava altra anima viva che un ragazzo. Egli gridava, gridava al treno, mentre il treno gli passava davanti; e il sole era sopra al grido di lui, sulle bandierine rosse, sui cappelli rossi dei capistazione. (…)


da Elio Vittorini, Le Opere narrative, Conversazioni in Sicilia, Edizioni Arnoldo Mondadori Editore, pp. 575- 576 -598

 


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Fichi d'India
Fichi d'India
Fichi d'India
ferrovia sul mare

linea ferroviaria abbandonata

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Che tipo di paesaggio descrive Vittorini? Anche tu, sicuramente, hai viaggiato in treno. Descrivi il paesaggio che si è presentato ai tuoi occhi, soffermandoti poi sulle impressioni suscitate dalla staticità dei luoghi contrapposti al movimento del mezzo.
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Giorgio Caproni, Congedo del viaggiatore cerimonioso, 1960-64
 
 
E' il treno della vita quello dal quale Caproni dichiara di stare per scendere: una metafora che paragona l'esistenza umana a un viaggio pieno di incontri con persone diverse, con le quali si parla, si discute e a volte si litiga. E la valigia, tirata giù dallo scompartimento che sta per arrivare a destinazione, non è altro che il bagaglio di esperienze che l'uomo accumula durante il proprio cammino. Il poeta ignora quale sia la sua meta, perchè non ha risposte di fronte al mistero della morte; sa però di dover abbandonare le persone con le quali ha viaggiato. Di loro, con un tono che sta tra il divertito e il nostalgico, compaiono pochi particolari, ma estremamente caratterizzanti. E, insieme a loro, il poeta prende congedo anche dai valori - veri o falsi che siano - della vita.
 
Amici, credo che sia
meglio per me cominciare
a tirar giù la valigia.
Anche se non so bene l’ora
d’arrivo, e neppure
conosca quali stazioni
precedano la mia,
sicuri segni mi dicono,
da quanto m’è giunto all’orecchio
di questi luoghi, ch’io
vi dovrò presto lasciare.


Vogliatemi perdonare
quel po’ di disturbo che reco.
Con voi sono stato lieto
dalla partenza, e molto
vi sono grato, credetemi,
per l’ottima compagnia.
Ancora vorrei conversare
a lungo con voi. Ma sia.
Il luogo del trasferimento
lo ignoro. Sento
però che vi dovrò ricordare
spesso, nella nuova sede,
mentre il mio occhio già vede
dal finestrino, oltre il fumo
umido del nebbione
che ci avvolge, rosso
il disco della mia stazione.


Chiedo congedo a voi
senza potervi nascondere,
lieve, una costernazione.
Era così bello parlare
insieme, seduti di fronte:
così bello confondere
i volti (fumare,
scambiandoci le sigarette),
e tutto quel raccontare
di noi (quell’inventare
facile, nel dire agli altri),
fino a poter confessare
quanto, anche messi alle strette,
mai avremmo osato un istante
(per sbaglio) confidare.

(Scusate. E’ una valigia pesante
anche se non contiene gran che:
tanto ch’io mi domando perché
l’ho recata, e quale
aiuto mi potrà dare
poi, quando l’avrò con me.
Ma pur la debbo portare,
non fosse che per seguire l’uso.
Lasciatemi, vi prego, passare. Ecco.
Ora ch’essa è
nel corridoio, mi sento
più sciolto. Vogliate scusare).

Dicevo, ch’era bello stare
insieme. Chiacchierare.
Abbiamo avuto qualche
diverbio, è naturale.
Ci siamo – ed è normale
anche questo- odiati
su più d’un punto, e frenati
soltanto per cortesia.
Ma, cos’importa. Sia
come sia, torno
a dirvi, e di cuore, grazie
per l’ottima compagnia.


Congedo a lei, dottore,
e alla sua faconda dottrina.
Congedo a te ragazzina
smilza, e al tuo lieve afrore
di ricreatorio e di prato
sul volto, la cui tinta
mite è sì lieve spinta.
Congedo, o militare
(o marinaio! In terra
come in cielo ed in mare)
alla pace e alla guerra.
Ed anche a lei, sacerdote,
congedo, che m’ha chiesto s’io
(scherzava!) ho avuto in dote
di credere al vero Dio.

Congedo alla sapienza
e congedo all’amore.
Congedo anche alla religione.
Ormai sono a destinazione.
Ora che più forte sento
stridere il freno, vi lascio
davvero, amici. Addio.
Di questo, son certo: io
son giunto alla disperazione
calma, senza sgomento.


Scendo. Buon proseguimento.

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Completare la tabella delle metafore contenute nella poesia di Caproni, inserendo al posto giusto le seguenti espressioni:

il bagaglio delle esperienze della vita - la morte - il percorso della vita - l'umanità - il mistero della vita e della morte - la socializzazione - la comunicazione 

la destinazione e la stazione rappresentano

la valigia rappresenta

i passeggeri rappresentano

il non conoscere la destinazione rappresenta

l'ottima compagnia rappresenta

lo scambio delle sigarette rappresenta

  

Un romanzo di incontri sul treno:
Agatha Christie, Assassinio sull'Orient Express 
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A cura di Gabriella Rapella e Paola Lerza

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Percorso interdisciplinare tra Letteratura, Arte, Storia, Geografia