Sc. Media - INCONTRI
Le stazioni ferroviarie sono uno dei luoghi prediletti dagli scrittori come ambientazioni di scene significative, in particolare quelle di addio, in cui uno dei protagonisti parte e lascia parenti, amici, la persona amata.
Lo scompartimento ferroviario fa spesso da cornice a incontri tra persone che, una volta terminato il viaggio, difficilmente si incontreranno di nuovo.
La disposizione dei posti permette la conversazione con gli altri passeggeri, oppure la lettura, la riflessione, l'osservazione del paesaggio che scorre, come su uno schermo cinematografico, in direzione apparentemente opposta a quella del treno.
NEL FUMO
Eugenio Montale, 1971, dalla raccolta Satura
Quante volte ti ho atteso alla stazione
nel freddo, nella nebbia. Passeggiavo
tossicchiando, comprando giornali innominabili,
fumando Giuba poi soppresse dal ministro
dei tabacchi, il balordo!
Forse un treno sbagliato, un doppione oppure una
sottrazione. Scrutavo le carriole
dei facchini se mai ci fosse dentro
il tuo bagaglio, e tu dietro, in ritardo.
Poi apparivi, ultima. E’ un ricordo
tra tanti altri. Nel sogno mi perseguita.
NOTE
Innominabili = superficiali, acquistati solo per passare il tempo
Giuba = marca di sigarette
Balordo = sciocco
Forse un treno ... = un treno sbagliato, un treno speciale aggiunto al primo, un treno soppresso.
b - I versi hanno una stessa lunghezza?
c - Riporta un esempio di rima, di assonanza, di consonanza, di allitterazione.
d - Il poeta descrive con realismo il momento dell'attesa: cosa faceva per far passare il tempo?
e – Perché per il poeta il ricordo della moglie è quasi un'ossessione?
Confronta le figure dei passegeri.
Che cosa hanno in comune? In che cosa differiscono?
Sulla strada ferrata
Edmondo De Amicis
Si riparte, e siam qui come ranocchi,
otto, in una caldaia maledetta,
un'ordinanza, un prete, una servetta,
un inglese, una balia e due marmocchi.
Ho il prete enorme e rosso innanzi agli occhi,
ho tra le gambe un cesto e una cassetta,
sento un'elsa di qua, di là una tetta,
e un piede dell'inglese sui ginocchi.
La grossa balia in faccia mi starnuta,
strillano i bimbi, l'ordinanza fuma,
la serva tosse e il reverendo sputa;
e non so chi d'arcane aure leggere
tacitamente il carcere profuma ...
E tutto questo è un treno di piacere.
Edmondo De Amicis, Sulla strada ferrata, Poesie, Treves, 1881
Il testo poetico è composto da quattro
di cui due e due . E' quindi un .Lo schema della rima è
.Il poeta si trova nello
di un vagone ferroviario con altri passeggeri: un' , un , una , un una , due .Davanti a lui ha il
e ; è in contatto con un' , una , un dell'inglese.Il poeta è infastidito dai comportamenti dei suoi compagni di viaggio: la balia
, i bimbi e il prete .
Per tutto questo il poeta, nell'ultimo verso, definisce ironicamente lo scompartimento come un
Tra la produzione di George Earl ci sono due dipinti
1 - King's Cross Station, 1893
2 - Pearth Station, Going South, 1895
nei quali il pittore ritrae, in uno, delle persone in partenza per la Scozia dove trascorreranno la stagione della caccia, nell'altro le stesse persone che si ritrovano alla stazione per far rientro a casa.
Elio Vittorini
Conversazioni in Sicilia
Il romanzo ha come protagonista Silvestro Ferrauto, tipografo milanese in preda ad una cupa disperazione per le vicende italiane. A tale suo stato d’animo s’assomma una lettera del padre, dalla quale egli apprende che questi ha lasciato la madre per un' altra donna. Silvestro decide, in seguito a ciò e improvvisamente, di partire e tornare nel paesino natale, in Sicilia. Durante il lungo itinerario verrà a contatto con numerosi personaggi simbolici che rappresentano le varie ideologie antifasciste. Silvestro verrà così a conoscenza della sofferenza e del dolore di un mondo “offeso”, in cui domina l’ingiustizia. Si pone quindi il compito di rivelare questa verità e di richiedere il riscatto morale di quel mondo “offeso”.
“(…) Ero in viaggio, e a Firenze, verso mezzanotte, cambiai treno, verso le sei del mattino dopo cambiai un’altra volta, a Roma Termini e verso mezzogiorno giunsi a Napoli (…). Poi viaggiai nel treno per le Calabrie, ricominciò a piovere e riconobbi il viaggio, me bambino nelle mie dieci fughe da casa e dalla Sicilia, in viaggio avanti e indietro per quel paese di fumo e di gallerie, e fischi inenarrabili di treno fermo nella notte, in bocca a un monte, dinanzi al mare, a nomi da sogni antichi, Amatèa, Maratèa, Gioia Tauro. Così un topo, d’un tratto, non era più un topo in me, era odore, sapore, cielo, e il piffero suonava un attimo melodioso, non più lamentoso. Mi addormentai, mi risvegliai e tornai ad addormentarmi, a risvegliarmi, infine fui a bordo del battello-traghetto per la Sicilia. (…) Alle tre, nel sole di dicembre, dietro il mare che scoppiettava nascosto, il trenino entrava, piccoli vagoni verdi, in una gola di roccia e poi nella selva dei fichidindia. Era la ferrovia secondaria, in Sicilia, da Siracusa per le montagne: Sortino, Palazzolo, Monte Lauro, Vizzini, Grammichele. (…) E tra i fichidindia apparivano case; il treno si fermava sulle arcate di un ponte e dal ponte girava la gradinata dei tetti; si attraversava la galleria, si era di nuovo tra i fichidindia e scogliere di roccia, e di nuovo non si incontrava altra anima viva che un ragazzo. Egli gridava, gridava al treno, mentre il treno gli passava davanti; e il sole era sopra al grido di lui, sulle bandierine rosse, sui cappelli rossi dei capistazione. (…)
da Elio Vittorini, Le Opere narrative, Conversazioni in Sicilia, Edizioni Arnoldo Mondadori Editore, pp. 575- 576 -598
meglio per me cominciare
a tirar giù la valigia.
Anche se non so bene l’ora
d’arrivo, e neppure
conosca quali stazioni
precedano la mia,
sicuri segni mi dicono,
da quanto m’è giunto all’orecchio
di questi luoghi, ch’io
vi dovrò presto lasciare.
Vogliatemi perdonare
quel po’ di disturbo che reco.
Con voi sono stato lieto
dalla partenza, e molto
vi sono grato, credetemi,
per l’ottima compagnia.
Ancora vorrei conversare
a lungo con voi. Ma sia.
Il luogo del trasferimento
lo ignoro. Sento
però che vi dovrò ricordare
spesso, nella nuova sede,
mentre il mio occhio già vede
dal finestrino, oltre il fumo
umido del nebbione
che ci avvolge, rosso
il disco della mia stazione.
Chiedo congedo a voi
senza potervi nascondere,
lieve, una costernazione.
Era così bello parlare
insieme, seduti di fronte:
così bello confondere
i volti (fumare,
scambiandoci le sigarette),
e tutto quel raccontare
di noi (quell’inventare
facile, nel dire agli altri),
fino a poter confessare
quanto, anche messi alle strette,
mai avremmo osato un istante
(per sbaglio) confidare.
(Scusate. E’ una valigia pesante
anche se non contiene gran che:
tanto ch’io mi domando perché
l’ho recata, e quale
aiuto mi potrà dare
poi, quando l’avrò con me.
Ma pur la debbo portare,
non fosse che per seguire l’uso.
Lasciatemi, vi prego, passare. Ecco.
Ora ch’essa è
nel corridoio, mi sento
più sciolto. Vogliate scusare).
Dicevo, ch’era bello stare
insieme. Chiacchierare.
Abbiamo avuto qualche
diverbio, è naturale.
Ci siamo – ed è normale
anche questo- odiati
su più d’un punto, e frenati
soltanto per cortesia.
Ma, cos’importa. Sia
come sia, torno
a dirvi, e di cuore, grazie
per l’ottima compagnia.
Congedo a lei, dottore,
e alla sua faconda dottrina.
Congedo a te ragazzina
smilza, e al tuo lieve afrore
di ricreatorio e di prato
sul volto, la cui tinta
mite è sì lieve spinta.
Congedo, o militare
(o marinaio! In terra
come in cielo ed in mare)
alla pace e alla guerra.
Ed anche a lei, sacerdote,
congedo, che m’ha chiesto s’io
(scherzava!) ho avuto in dote
di credere al vero Dio.
Congedo alla sapienza
e congedo all’amore.
Congedo anche alla religione.
Ormai sono a destinazione.
Ora che più forte sento
stridere il freno, vi lascio
davvero, amici. Addio.
Di questo, son certo: io
son giunto alla disperazione
calma, senza sgomento.
Scendo. Buon proseguimento.
Completare la tabella delle metafore contenute nella poesia di Caproni, inserendo al posto giusto le seguenti espressioni:
il bagaglio delle esperienze della vita - la morte - il percorso della vita - l'umanità - il mistero della vita e della morte - la socializzazione - la comunicazione
la destinazione e la stazione rappresentano
la valigia rappresenta
i passeggeri rappresentano
il non conoscere la destinazione rappresenta
l'ottima compagnia rappresenta
lo scambio delle sigarette rappresenta
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Percorso interdisciplinare tra Letteratura, Arte, Storia, Geografia