Teilhard de Chardain

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L'UOMO E L'UNIVERSO

 

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PIERRE TEILLHARD DE CHARDAIN
 
 
immagine di L.M.Izzo

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UN ORGANISMO VIVO E IN CRESCITA
 
L'Universo non è fermo «ontologicamente», ma si muove, da sempre; nel sottosuolo di tutta la sua massa, seguendo due correnti contrarie: una che trascina la Materia verso stati di disgregazione estrema,' l'altra che tende a edificare unità organiche, i cui tipi superiori, enormemente complessi, costituiscono quel che noi chiamiamo «il mondo vivente».
Con questa premessa, consideriamo in maniera più particolare la seconda corrente, cioè quella della Vita, alla quale noi apparteniamo. Pur ammettendo la realtà di un'Evoluzione biologica, per un buon secolo i saggi hanno discusso tra loro per sapere se il movimento che ci porta non è altro che una specie di vortice circolare chiuso, oppure se corrisponde a una meta definita che conduce la frazione animata del Mondo verso qualche stato superiore determinato. Oggi, quasi all'unanimità, è la seconda di queste ipotesi che sembra decisamente corrispondere alla realtà.
La Vita non si complica senza leggi e come per caso. Ma vista, sia nel suo insieme che nei particolari degli esseri organizzati, la Vita progredisce metodicamente, irrevocabilmente, verso stati di coscienza sempre più elevati. Di modo che l'apparizione finale e del tutto recente - dell'Uomo sulla Terra, non è altro che il risultato regolare e logico di un processo, abbozzato fin dalle origini del nostro pianeta. Storicamente, la Vita (in effetti, l'Universo stesso considerato nella sua porzione più attiva) è un aumento di Coscienza. Non capite subito la conseguenza diretta di questo discorso, sul nostro atteggiamento e la nostra condotta interiore?
Per colui che ha scoperto - in un Ideale, o in una Causa - il segreto per collaborare e identificarsi, da vicino o da lontano, con l'Universo in progresso, tutte queste ombre svaniscono. Rifluendo per dilatarle e consolidarle, non per distruggerle o diminuirle, rispetto alla gioia di essere e alla gioia di amare (Curie, Termier sono stati amici, padri, mariti ammirevoli), la gioia di adorare comporta e porta, nella sua pienezza, una meravigliosa pace. L'oggetto che la nutre è inesauribile, perché si confonde sempre più con la consumazione del Mondo intorno a noi. Sfugge a qualsiasi minaccia di morte e di corruzione. Inoltre,in una maniera o nell' altra, è sempre a nostra disposizione, poiché la via più adatta per raggiungerlo è semplicemente di fare quel che possiamo nel modo migliore.
La gioia dell' elemento divenuto cosciente del Tutto, al cui servizio si trova e nel quale si completa, la gioia attinta dall' atomo riflesso nel sentimento del suo ruolo e del suo compimento in seno all'Universo: questa è di diritto e di fatto la forma più alta e progressiva di felicità che mi sembra possibile proporvi e augurarvi.
Ora, beninteso, mi è possibile, per vostra curiosità e buona volontà, darvi soltanto alcune indicazioni estremamente generali; dal momento che appaiono, in modo legittimo, le molte questioni del gusto, della fortuna e del temperamento. La Vita si stabilisce, progredisce per natura e struttura, grazie all'immensa varietà dei suoi elementi. Ognuno vede e affronta il mondo da un angolo particolare, con una riserva e delle sfumature di vitalità incomunicabili (diversità complementare che dà fondamento al valore biologico della «personalità»). Ognuno di noi, perciò, è in ultima analisi il solo che può scoprire per sé l'atteggiamento, i gesti inimitabili che lo renderanno coerente al massimo, cioè in stato di pace beatificante con l'Universo in marcia intorno a lui.
Intorno a noi la mistica della Ricerca: i mistici sociali partono con una fede ammirevole alla conquista dell' avvenire. Ma nessuna cima precisa e, cosa più grave, nessun oggetto amabile si presenta alla loro adorazione. Ed ecco perché gli entusiasmi e la devozione che suscitano sono duri, secchi, freddi, tristi, cioè inquietanti, per chi li osservi, e, infine, beatificanti in modo incompleto, per chi si elevi fino a loro. A fianco, e finora in margine a questi mistici umani, la mistica cristiana non cessa, da duemila anni, di portare sempre più avanti (senza che molti ne dubitino) le sue prospettive di un Dio personale, non soltanto creatore, ma animatore e totalizzatore di un Universo che Lui conduce a sé con il gioco di tutte quelle forze che noi raggruppiamo sotto il nome di Evoluzione. Sotto lo sforzo persistente del pensiero cristiano, l'angosciante enormità del Mondo converge poco a poco verso l'alto, fino a trasfigurarsi in un fuoco di energia amante.



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