Dante Alighieri
L'ORMA DE L'ETTERNO VALOREimmagine di L.M.IzzoLa visione cristiano-medievale di Dante propone un universo-specchio della mente di Dio, entità creatrice e ordinatrice, principio dal quale tutto ha origine e termine ultimo al quale tutto è rivolto. L'ordine universale (ORDINE e FORMA sono termini-chiave) segue un criterio estremamente preciso e rigorosamente gerarchico, secondo il quale le creature ricevono la luce divina in maggiore o minore misura a seconda della distanza che le separa da Dio. E in Dio, l'Uno assoluto la cui forza di coesione è costituita dall'amore, è contenuto il molteplice dell'esistenza fenomenica, secondo una mirabile metafora che chiama in causa il linguaggio tecnico del libro (volume è propriamente il rotolo di pergamena indivisibile, mentre i quaderni sono i pieghi di fogli staccabili che compongono un tomo).
Dante Alighieri, Paradiso I, 1-3 e 103-111
La gloria di colui che tutto move
per l'universo penetra, e risplende
in una parte più e meno altrove.
Le cose tutte quante
hanno ordine tra loro, e questo è forma
che l'universo a Dio fa simigliante.
Qui veggion l'alte creature l'orma
de l'etterno valore, il qual è fine
al quale è fatta la toccata norma.
Ne l'ordine ch'io dico sono accline
tutte nature, per diverse sorti,
più al principio loro e men vicine;
Dante Alighieri, Paradiso XXXIII, 85-87
Nel suo profondo vidi che s'interna
legato con amore in un volume,
ciò che per l'universo si squaderna:
sustanze e accidenti e lor costume
quasi conflati insieme
a seconda della maggiore o minore capacità di ciascuna creatura a riceverla
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perché ciascuna creatura è predestinata dal Creatore a ricevere maggiore o minore luce
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a caso
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dalle cose in se stesse
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dall’ordine che regola i rapporti tra le cose
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dall’alto, come epifania divina
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