Performances della volpe
LA VOLPE E LA MASCHERA TRAGICA
Nel teatro antico le maschere erano usate per connotare i personaggi dello spettacolo (il protagonista, la donna, il servo, il messaggero...) e - forse - per amplificare la voce degli attori in mancanza di altri strumenti tecnologici. Erano diverse a seconda del tipo di rappresentazione: c'erano quelle tragiche per la tragedia, quelle comiche per la commedia e quelle satiresche per i drammi con i satiri. La volpe, in una nota favola, ne incontra una tragica e la considera vuota, una pura esteriorità.
TESTO LATINO (Fedro, I, VII) | PARODIA (P. Lerza) |
Personam tragicam forte vulpes viderat; quam postquam huc illuc semel atque iterum verterat, 'O quanta species' inquit 'cerebrum non habet!' Hoc illis dictum est quibus honorem et gloriam fortuna tribuit, sensum communem abstulit.
TRADUZIONE Una volpe aveva visto per caso una maschera tragica. Ci girò intorno alcune volte e disse: “Quanta apparenza! Ma non ha cervello!” Questo è detto per coloro che hanno avuto dalla sorte onore |
Una volpe vide una maschera tragica ed esclamò: “Oh, com’è bella! Ma non ha cervello”.
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Definire la personalità della maschera tragica nella parodia. Su quali aspetti della volpe si ironizza?
LA VOLPE E L'UVA
FEDRO, IV, 3 | J. de La Fontaine |
Fame coacta vulpes alta in vinea uvam , . Quam tangere ut non potuit, ait: "Nondum matura es; nolo acerbam ." Qui, facere quae non possunt, verbis , hoc debebunt exemplum sibi. |
Certain Renard gascon, d'autres disent normand,
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Traduzione Costretta dalla fame, una volpe cercava di prendere dell'uva da una vigna alta, saltando con tutte le sue forze. Ma dal momento che non riuscì a raggiungerla, andandosene disse: "Non è ancora matura; non voglio prenderla acerba". Coloro che gonfiano a parole ciò che non sono in grado di fare, dovranno riferire questo esempio a se stessi. |
Traduzione Una volpe, chi dice guascona, chi dice normanna,
sul punto di morire di fame vide in cima a un pergolato
dell'uva apparentemente matura
e coperta di una buccia vermiglia.
La furba ne avrebbe mangiato volentieri;
ma siccome non riusciva ad arrivarci, disse:
"E' troppo acerba, buona solo per dei villani.
Non fece meglio che se si fosse lagnata?
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Le renard
a faim
a soif
a sommeil
il voit
des murs
des raisins mûrs
des couverts vermeils
Le renard
mange le raisin
méprise le raisin
donne le raisin a des goujats
PARODIA di G. FERRERA
Nonna volpe cerca invano di arrivare con la mano a quei grappoli dorati: troppo alti i pergolati! Stando dritta in mezzo all'erba per non far brutta figura disse "L'uva è troppo acerba, ed ancor non è matura". Quella storia è tutta qui, ma in tal modo non finì. La nipote, più furbetta, resta l' paziente, aspetta: tutto osserva, sta in ascolto, e al momento del raccolto con astuzia e con bell'arte lesta arraffa la sua parte. |
Immagine di Teresa Ducci
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Riflessione
La parodia propone una sorta di "evoluzione generazionale". In che cosa consiste? Spiegare
Immagine di Maria Concetta Pasquale
Attività di lettura
Pirandello, Quaderni di Serafino Gubbio operatore.
Anche i più morali moralisti, senza volerlo, tra le righe delle loro favole lasciano scorgere un vivo compiacimento per le astuzie della volpe a danno del lupo o del coniglio o della gallina: e Dio sa che cosa rappresenta la volpe in quelle favole! La morale da cavarne è sempre questa: che il danno e le beffe restano agli sciocchi, ai timidi, ai semplici, e che sopra tutto da pregiare è dunque l'astuzia, anche quando non arriva all'uva e dice che ancora non è matura. Bella morale! Ma questo tiro giuoca sempre la volpe ai moralisti, che per far che facciano, non riescono mai a farle fare una cattiva figura. Avete voi riso della favola della volpe e dell'uva? Io no, mai. Perché nessuna saggezza m’è apparsa più saggia di questa, che insegna a guarir d'ogni voglia, disprezzandola.