Genere: Drammatico
Anno: 2005, Italia
Regia: Michele Placido
Cast: Freddo: Kim Rossi Stuart
Libanese: Pierfrancesco Favino
Dandi: Claudio Santamaria
Scialoja: Stefano Accorsi
Patrizia: Anna Mouglalis
Roberta: Jasmine Trinca
Sceneggiatura: Stefano Rulli, Sandro Petraglia,
Giancarlo De Cataldo con la collaborazione di Michele Placido
Scenografia: Paola Comencini
Fotografia: Luca Bigazzi
Costumi: Nicoletta Taranta
Montaggio: Esmeralda Calabria
Musica: Paolo Buonvino
Produzione: Cattleya, Warner Bros, Babe (Francia), Aquarius Films. (UK)
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La trama in breve:
Nel corso degli anni Settanta, un gruppo
di ragazzi a Roma compie una rapida escalation dalla microcriminalità
all’organizzazione di più violenti fatti criminosi dando luogo alla nascita
della Banda della Magliana…
Recensione:
Film robusto nella documentazione e nel
plot narrativo, Romanzo Criminale è fra i successi dell’appena
trascorsa stagione cinematografica autunnale.
Credo vada rimarcata la genesi letteraria
del film, felice (ed inconsueto, per l’Italia…) continuum tra Romanzo
e Sceneggiatura; basta considerare i nomi degli sceneggiatori: il giudice De
Cataldo (autore dell’omonimo romanzo da cui è tratta la sceneggiatura), il
regista Placido e la consolidata coppia di sceneggiatori Rulli e Petraglia,
fra i migliori che l’Italia vanti negli ultimi decenni, attenti alla storia
recente del Paese ed alla voglia di documentarla con una cinematografia di
forte impatto e successo anche al di fuori dell’Italia (valga per tutti un
solo esempio: Rulli e Petraglia sono gli sceneggiatori de La meglio
gioventù, di Marco Tullio Giordana).
Il film segue la storia della famigerata
banda della Magliana dagli esordi alla rapida escalation criminale, avvenuta
negli anni Settanta, punteggiata da inquietanti, mai esplorate fino in
fondo, collusioni con i poteri dello Stato; in tale ottica, il film riporta
alla mente l’attentato al Papa, la strage di Bologna, il rapimento di Aldo
Moro…
Una storia d’amore e morte intrecciata
con gli eventi, fa di questo film, a buon diritto, un autentico romanzo,
come il titolo suggerisce.
Ho trovato apprezzabile la tecnica di
regia: rapida, punteggiata da inserti dei telegiornali dell’epoca, non
incline al gusto dell’orrido a tutti i costi, ma comunque dura in modo
adeguato alla sceneggiatura.
Nell’andamento ritmico si inserisce, e
non solo come sfondo, la colonna sonora, vero richiamo memoriale per quanti
di noi ricordano quegli anni per averli vissuti
Buona in generale la recitazione, con una
menzione di particolare merito per Kim Rossi Stuart, che già avevo
apprezzato, per una raggiunta maturità artistica, in Le chiavi di casa,
di Gianni Amelio.
(Maria Zeno)
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